Questa volta è impossibile perdermi anche un solo minuto del concerto: sono le 16.30 quando fermiamo la macchina in fondo ad un enorme pratone. La legge del contrappasso vuole che i primi a parcheggiare siano gli ultimi a uscire – sarà così?
L’arena Parco Nord di Bologna: tanto brutta e inospitale all’esterno quanto funzionale, ma altrettanto brutta all’interno. Dopo le formalità per l'accesso all’area ci accomodiamo sullo spalto erboso a un 100 mt. circa dal palco. Spaparanzati ci godiamo i raggi di sole settembrino: sono le 17 circa, gli altoparlanti diffondono bossa nova, i tecnici trafficano sulla scena e l’area concerto è stranamente vuota. Così fino alle 19.30 quando la gente entra a frotte, inizia occupare tutto lo spazio disponibile e la musica diffusa passa dalla calma tropicalista al fastidio electro-minimal – sta per succedere qualcosa. Alle ore 20.30 salgono sul palco i Caribou: sapendo di aver a disposizione poco tempo (poco più di 30 minuti) e un impianto luci ridotto (rispetto all’ambaradan messo in piedi per il main act) se la giocano con un set di vigoroso e atmosferico synth pop; il pubblico pare gradire e di molto.
Con un inconsueto ritardo rispetto alla puntualità che gli Oxoniensi mi avevano abituato nei passati show, i Radiohead salgono in scena. Ad impressionare non sarà –solo – la musica, ma soprattutto la scenografia e gli effetti luminosi predisposti: una quinta formata da barre led, un muro di bottiglie di plastica illuminate e la copertura di 11 pannelli led quadrati di circa 1.5mt di lato i quali pendono, ruotano, salgono, lampeggiano, tagliano, aprono e chiudono prospettive sempre diverse proiettando sulla loro superficie ora primissimi piani dei musicisti (tramite web cam poste in punti strategici) ora pattern visivi (geometrici od organici che siano). Un mood cromatico/luminoso diverso per ogni brano suonato – wow!
Il merito dei Radiohead è stato anche quello di aver saputo diluire e di aver dato una nuova pelle a quel distillato/concentrato sonoro che è “King of the limbs”: loop e programmazioni divengono note e suoni prodotti da veri strumenti musicali. Per l’occasione Phil Selway è accompagnato da un secondo batterista per poter rendere live l’intricata sezione ritmica del disco. Ma c’è molto altro…
Sebbene l’ultimo disco sia stato quello maggiormente saccheggiato per il concerto, la scaletta non è risultata affatto banale: “In Rainbows”, “Hail To Theif” “Amnesiac” “Kid A” “Ok Computer” hanno contribuito con3 brani ciascuno (esclusioni clamorose, tipo “karma police” sostituite da pezzi altrettanto pregevoli, tipo “You and those army”) e di “The Bends” è stata proposta l’iniziale Planet Telex”.
Il momento più spiazzante? “Exit for a film” con interruzione improvvisa di Yorke nel crescendo per cazziare Johnny Greenwood colpevole forse di essere entrato con il synth fuori sync (becccatevi l’alliterazione) “Johnny turn off the fuckin mellotron” o di aver problemi di ritorno in spia di qualcosa “Johnny turn off the fuckin microphone” per poi riprendere come se niente fosse. Il più esaltante? “There, There”, ovvio.
L’impressione generale è quella di una band che è riuscita a costruirsi , una tranquillità e sicurezza artistica, una sua estetica musicale e non riconoscibile, un pubblico fedele e appassionato e una bravura tecnico/esecutiva come veramente poche nello showbiz.
Hail to Radiohead!
Io c'ero. Sempre grandi!
RispondiEliminaSeimani un solo pelo del culo di Yorke, val bene che ti inginocchi al suo cospetto come un totem di saggezza verso il quale mai ti prostrerai avvastanza!
RispondiEliminaConfermo la bruttezza insensata dell' Arena Parco Nord.
RispondiElimina"Il synth fuori sync" eh? Maledetto prof. Willy...
RispondiEliminaIl cervello di Seimani vale ancora meno del pc di mio cuggino che abita in Nicaraggua.....il che è tutto dire !!!
RispondiEliminaoh...vengo li' e ti spacco la faccia...cuggino!!!
EliminaNo alarms and no Seimani, no alarms and no Seimani, no alarms and no Seimani, please....
RispondiElimina...
RispondiEliminaRagazzi, non esageriamo, per favore.
RispondiEliminaCon tutti i problemi italici, proprio della SIAE deve parlare quest'inutile blog ? Pensate quanti politici perderanno il lavoro nei prossimi mesi. Questi sono i veri problemi.
Musicanidi è solo un ormone invecchiato del vostro direttore Seimani.
Siete finiti.
Più utile di te
EliminaHanno fatto "dimmi quando, quando, quando" ??
RispondiEliminaEgregio Seimani,
RispondiEliminasiamo lieti di comunicarLe che il Consiglio Comunale ha deliberato di offrirLe le chiavi del nostro paese come omaggio alla Sua attività estramamente "pallosa".
In attesa di individuare il giorno per la cerimonia pubblica di consegna, La salutiamo pallosamente.
In realtà non ha le palle per farlo davvero... SEIMANI MERDA
EliminaI Radiohead? non sono quelli che si truccano la faccia, hanno i capelli lunghi e fanno strane linguacce?
RispondiEliminaE la sera sul mare si sta solo male (tieni a mente)
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