Joe The Dog Pulp Radio

Shonen Knife - Burning Farm (1983)

di Joe The Dog

Le ragazze piacevano a Kurt Cobain e nella fattispecie non intendo riferirmi alle ragazze in generale, che cazzo è ovvio gli piacessero, quanto proprio a queste tre ragazze: le Shonen Knife. Di loro il buon Kurt ebbe a dire: "Andammo a vedere le Shonen Knife ed erano così cool...mi sono sentito come una ragazzina di nove anni a un concerto dei Beatles! Piangevo, saltavo su e giù, mi strappavo i capelli, è stato incredibile! Non sono mai stato così entusiasta in tutta la mia vita. Loro fanno musica pop, musica pop, pop, pop!" (così al Melody Maker, 14.09.1991)

Eccolo qua dunque: Burning Farm, del 1983, praticamente il loro disco d'esordio, se si esclude un album autoprodotto in sole 70 copie su musicassetta (Minna Tanoshiku) pubblicato l'anno prima ed oggi prezioso oggetto di culto per collezionisti ed (immaginiamo) eventuali feticisti di tutto il globo. La band, proveniente da Osaka, si componeva al tempo delle due sorelle Naoko (voce, chitarra) e Atsuko Yamano (batteria), più la loro amica Michie Nakatani (voce, basso). 
Musica pop dunque. Ecco sì, appunto, è senz'altro quanto troverete in questo disco, ma preparatevi anche a venire investiti da una fresca indole post-punk stralunata ed a tratti un po' bizzarra, esaltata ancor di più da un'innocenza che porta a chiedersi quanto del risultato finale sia realmente voluto e quanto invece frutto di beneamata incoscienza.

Effetto di straniamento, verfremdungseffekt! "Secondo la teoria drammatica elaborata da B. Brecht, l’effetto di ‘distanza’ che l’attore suscita nello spettatore non identificandosi con il personaggio o con l’ambiente, ma rappresentandolo, grazie alla recitazione e, secondariamente, alla musica e alla scenografia, come diverso da sé, fino a farne qualcosa di noto e di estraneo al tempo stesso" (Enciclopedia Treccani). A un primo ascolto probabilmente Burning Farm potrebbe trasmettervi nient'altro che questo. Ma, ecco, proprio il superamento di questa prima sensazione fin troppo complessa rappresenta il cancello d'ingresso al parco di divertimenti che è invece scoprire quest'opera per quello che effettivamente è: pop, pop, pop e nient'altro che pop e diavolo Kurt quanto ne sapevi! Perchè poi che altro dovremmo chiedere a un disco pop, se non di farci muovere su e giù la testa, mentre ci convinciamo sempre più che dietro alle sequenze di note che stiamo ascoltando si nasconda una sorta di inconsapevole genialità?
E allora sì...come si fa a non concludere che Bruning Farm sia davvero un piccolo gioiello?

12 commenti:

  1. Cazzo che copertina...ho male agli occhi!

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    1. L'obbiettivo è arrivarvi al cervello e strizzarvelo come come fosse il bikini di Brigitte Bardot.

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  2. Qualsiasi cosa venga fatto da delle giapponesine per me è arrapante.

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  3. Seimani, blutto flocio inculati

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  4. Io ola infilale spada di Hattoli Hanzo dlitta nel tuo deletano, Maulisio, ahiaaahhhahhh!

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  5. Ma dove siete andate a pescarle queste?

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  6. Ti spacchiamo i femori, seimani, e poi ne facciamo cibo per cani bastardi e rognosi

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  7. I nostri piu' cani auguri al Maestro!

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  8. Vidi le fanciulle nipponiche in concerto nella primavera del 1993 in quel luogo di sommo culto che porta il nome di Bloom a Mezzago...e qui mi fermo per un buon minuto in religioso silenzio.
    Ed aggiungo che fu divertente la loro esibizzzione: trascinanti ma leggiadre; gentilissime nel ringraziare lo sparuto pubblico presente. Ricordo anche il loro sincero entusiasmo fuori dal locale nel vedere e fotografare gli alberi in fiore.
    Anni meravigliosi quelli.

    Saluti da Domodossola.

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    1. Grande Dema, torna a trovarci quando ti capita.
      Qui si pubblica sempre il lunedì ed il giovedì (salvo imprevisti)

      rocknroll!

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    2. Non mancherò di certo.

      Saluti da Lurens...con la u molto chiusa come dalle tue parti.

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