può arrivare
fino a un certo punto,
ma guarda che
in realtà
l'arte
non ha limiti"
Charlie Parker
Sessant'anni fa, il 12 marzo 1955, ci lasciava a New York uno dei più grandi di sempre. Lo ricordiamo così, prendendo a prestito le parole di uno dei migliori poeti del Novecento.
REQUIEM PER BIRD PARKER, MUSICISTA
di Gregory Corso
la profezia arrivò per posta:
dopo lo sterminio finale degli uccelli
resterà un uccello balordo
che non saprà gridare
e l’uccello balordo sarà un uccello lento
lungo lungo
da qualche parte c’è un locale
in un locale
dove un vecchio contralto
gettato in un angolo
come un pugno di riso
si chiede che fine ha fatto BIRD
voce prima / hai sentito, amico? BIRD è morto
e hanno messo il suo sax sotto chiave
in un angolo, chissà dove
dico dove sarà quel sax, dove cazzo è?
voce seconda / al diavolo il sassofono
dov’è BIRD, piuttosto?
voce terza
andato
BIRD era già andato oltre
il muro del suono, con il tubare del sax
era più alto della luna / BIRD si sporgeva dal tetto
piegato come un monaco stralunato
strumento in mano, guardava
la gente dall’alto in basso
con i suoi strani occhi socchiusi
borbottando tra sé: «già, già»
come se niente avesse un minimo di significato
voce quarta l
la sbronza serale già avviata
solo nella sua gabbia dorata all’ultimo piano
BIRD, un fiore nero nella nera mano
suonava per il cielo
facendolo felice! e nel bel mezzo
del logorato uso delle cose
BIRD, pifferaio, dava fiato a una farfalla screziata
a un topo ritmico e irritato
come se le stelle non sapessero il fatto loro
ma in quel momento è arrivato un uccello balordo
voce terza / già, un uccello del cazzo – –
BIRD stava cantando
e un altro uccello è apparso dal nulla
un uccello fasullo
un uccello balordo, con le ali che strisciavano per terra
BIRD non gli dava retta, continuò a suonare
ma l’altro, il cafone, non mollava
voce prima
sì, anche a me hanno raccontato
che quell’uccellaccio lento si è posato
proprio di fronte a BIRD e si è messo a fissarlo
BIRD gli ha detto: «piantala»
e ha continuato a suonare
voce seconda
bravo BIRD!
ha dato una bella lezione a quell’uccello noioso
voce prima
ma non è bastata, amico
all’uccello balordo è venuta la bava al becco
riempiva la stanza di cacofonia
«amico, non puoi farlo altrove?» BIRD implorò
ma l’uccellaccio andava su e giù
come un vecchio spilorcio che medita un tiro mancino
voce terza
già, a quel punto BIRD aveva capito che l’impostore
era lì per rompere / BIRD stava per andarsene, quando a un tratto
l’uccello balordo ha ficcato la testolina dura
nella campana del sax
seccato, BIRD ha emesso una nota lunga, esasperata
voce prima
era la sua ultima nota, amico, l’ultima
quell’uccello noioso è riuscito a ficcargli la morte in gola
e tutto il palazzo si è messo a tremare
quando BIRD ha lasciato cadere il suo sax
e il cielo è diventato scuro, sempre più scuro
e l’uccello balordo ha preso BIRD tra le ali infangate
l’ha trascinato giù
giù fino in fondo.
voce quarta
BIRD è morto
BIRD è morto
voci prima e seconda e terza
già, già
voce quarta
piangete per BIRD
perché BIRD è morto
voci prima e seconda e terza
già, già...
(trad. Steve Piccolo, dalla pagina facebook, Poesia Ribelle)
(trad. Steve Piccolo, dalla pagina facebook, Poesia Ribelle)
Grandi che vi siete ricordati di Bird!
RispondiEliminaSembra ieri che moriva l'uccello a seimani
RispondiEliminaVi piace solo perché si chiama UCCELLO
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