A Dicembre Vienna diventa un città meravigliosa. Non che durante il resto dell’anno non lo sia, ma durante il periodo natalizio, forse per l’atmosfera di festa o per gli addobbi, le luminarie o le ricche vetrine dei negozi, la capitale austriaca diventa fascinosa come una signora di 50 anni che si fa bella per il suo amante segreto. Anch’io dovevo farmi bello! Dovevo incontrare un’amica conosciuta anni prima in India. Partii in tarda serata da Milano con una vecchia Volkswagen e raggiunsi Vienna attraversando una bufera di neve alla frontiera austriaca. Parcheggiai e trovai posto in un piccolo hotel a due passi dal centro. Tutto era magico, le bancherelle che ti offrivano vino e dolci, la serie di sculture di ghiaccio posizionate su cubici piedistalli in acciaio, i Babbo Natale che distribuivano doni ai bambini. Era tutto troppo sdolcinato, fiabesco, dovevo far qualcosa. Entrai filato in una birreria fumosa (ai tempi si poteva ancora fumare nei locali). Puntai al bancone e, grazie a un paio di boccaloni di birra chiara, attaccai subito discorso con un paio di belle bionde (né birre, né sigarette). Il mio tedesco era frutto del soggiorno a Dusseldorf e pareva divertire molto le ragazze, già alticce alla prima pinta. Nei mille discorsi, uno mi fece drizzare le antenne e non solo... Appena fuori Vienna, in campagna, ci sarebbe stata una festa in maschera per festeggiare il solstizio d’inverno. C’era solo una piccola parolina magica da pronunciare all’entrata: “Amelio”, mi sussurrò all'orecchio Ingrid, morsicandomi dolcemente il lobo. Fanculo Trisha, non mi posso perdere la serata, la chiamerò domani pensai.
Anni prima avevo letto quel meraviglioso racconto di Arthur Schnitzler e l’idea di una villa di campagna, fuori Vienna, unitamente a una festa in maschera con ingresso esclusivo con parola d’ordine mi dava un’ebbrezza aldilà dell’alcool ingerito nel pub. Arrivai puntuale fuori dal villone settecentesco, sciorinai la parola d’ordine a due grossi buttafuori ed entrai trionfalmente nella lussuosa dimora. Sesso, orgie, sesso, null’altro riuscivo a pensare, forse perché imbottito di pastigliozzi blu che regalavano, così mi avevano riferito, piaceri interminabili. In fondo a un lungo corridoio, sentivo voci e urla provenire da un salone gigantesco. Entrai e la delusione fu totale. Niente sesso, solo soffitti stuccati con l’oro, tappetoni mediorientali e un lungo tavolo allestito con un dj-set da far invidia a chiunque. Ma dov’ero capitato, che cazzo di festa era, dov’era il sesso, maledizione? Iniziai a bere nell’attesa che succedesse qualcosa. Poco dopo si spensero le luci e fecero la loro entrata tre individui dall’aspetto dandy, semifighetto che iniziarono a sistemarsi dietro i piatti. E via…iniziò la musica. Era un cocktail di mille cose già ascoltate ma mescolate con un’arte sopraffina che rendeva l’atmosfera assolutamente sinuosa e rilassata. Le casse palpitavano estratti jazz, dub d’oltreoceano miscelati con la migliore chill-out che mai avessi sentito. Le voci femminili registrate erano a tratti interrotte dai tre dj: Rupert Huber, Peter Kruder e Richard Dorfmeister.
La sala iniziò a ballare a ritmi giamaicani e sudamericani remixati con sonorità arabe e, a tratti, addirittura indiane. Le sensazioni erano ottime, i campionamenti si accumulavano, i ritmi funk-jazz si contorcevano meravigliosamente a oscuri bassi di bristoliana memoria. Vedevo intorno a me decine di persone che cercavano, dimenandosi, di fondere i propri corpi e le loro emozioni.
Ok…il posto era bellissimo, la musica era eccezionale, la compagnia era ottima ma non riuscivo a fondermi con nessuno. Mi buttai in alcune mischie di ragazze ma gli sguardi di mille ariani incazzati mi allontanarono all’istante. Mi lanciai allora nella zona bar per affogare le mie voglie e i miei desideri inespressi. ”Bicchiere dopo bicchiere” non faceva altro che alimentare la mia tensione sessuale. Cosa succedeva? Avevo perso tutto l'appeal? Assolutamente no, perché, all’improvviso, mi abbracciò di spalle Ingrid, la bella che avevo conosciuto in birreria."How are you", mi disse dolcemente. Non dissi nulla, la caricai a spalle e mi feci una mega scalinata fino a una camera degna della principessa Sissi. Non accostai nemmeno la porta e ci lanciammo su un divanetto scomodo a consumare l’attimo. Da lontano arrivavano le note di una canzone che solo anni dopo venne pubblicata sull’album “Suzuki”. Di quei dieci minuti ricordo ogni istante, ogni secondo, qualsiasi nota, qualsiasi nostro movimento dettato dalle mani saggie del trio di sotto…
Da anni quella canzone mi perseguita, da anni cerco con insistenza quell’alchimia perfetta, sospesa tra sesso e musica. Quell’intima amicizia (Busenfreund) si è depositata nel mio cuore, mi accompagna lieve nella vita come quelle note manipolate meravigliosamente da quei tre.....
P.s.Ok…il posto era bellissimo, la musica era eccezionale, la compagnia era ottima ma non riuscivo a fondermi con nessuno. Mi buttai in alcune mischie di ragazze ma gli sguardi di mille ariani incazzati mi allontanarono all’istante. Mi lanciai allora nella zona bar per affogare le mie voglie e i miei desideri inespressi. ”Bicchiere dopo bicchiere” non faceva altro che alimentare la mia tensione sessuale. Cosa succedeva? Avevo perso tutto l'appeal? Assolutamente no, perché, all’improvviso, mi abbracciò di spalle Ingrid, la bella che avevo conosciuto in birreria."How are you", mi disse dolcemente. Non dissi nulla, la caricai a spalle e mi feci una mega scalinata fino a una camera degna della principessa Sissi. Non accostai nemmeno la porta e ci lanciammo su un divanetto scomodo a consumare l’attimo. Da lontano arrivavano le note di una canzone che solo anni dopo venne pubblicata sull’album “Suzuki”. Di quei dieci minuti ricordo ogni istante, ogni secondo, qualsiasi nota, qualsiasi nostro movimento dettato dalle mani saggie del trio di sotto…
Da anni quella canzone mi perseguita, da anni cerco con insistenza quell’alchimia perfetta, sospesa tra sesso e musica. Quell’intima amicizia (Busenfreund) si è depositata nel mio cuore, mi accompagna lieve nella vita come quelle note manipolate meravigliosamente da quei tre.....
"Busenfreund" è tratta dall'album capolavoro "Suzuki", pubblicato nel 2000 dal duo Tosca (Rupert Huber & Richard Dorfmeister). L'album è dedicato al maestro zen Shunryu Suzuki.
Aria pura
RispondiEliminaDa dove l'avete recuperata la foto in copertina ?
RispondiEliminaIn grembo ?
EliminaIn Utero ?
EliminaIn utile ?
EliminaCaro Koll, qua non si recupera niente! diciamo che si prende un'immagine qua una là, si aggiungono un paio di scritte ad hoc e il gioco e' fatto...
EliminaDiscografia TOSCA (Rupert Huber e Richard Dorfmeister)
RispondiElimina1995 - Chocolate Elvis (EP)
1997 - Buona Sarah (EP)
1997 - Fuck Dub Remixes (remix album)
1998 - Opera
1999 - Chocolate Elvis Dubs (remix album)
2000 - Suzuki
2000 - Suzuki In Dub (remix album)
2002 - Different Tastes Of Honey (remix album)
2003 - Delhi 9
2005 - J.A.C.
2006 - Souvenir (remix album)
2009 - No Hassle
2010 - Pony (No Hassle Versions) (remix album)
Discografia Peter Kruder & Richard Dorfmeister
1996 – Conversions: A K&D Selection (Mix album)
1996 – DJ-Kicks: Kruder & Dorfmeister (Mix album)
1996 – G-Stoned EP (12")
1996 – Black Baby EP
1998 – The K & D Sessions (Mix Album)
2002 – G-Stone Book (Mix Album)
2008 – Shakatakadoodub (Online EP)
2010 – Sixteen Fucking Years Of G-Stone Recordings
Discografia Peace Orchestra (Peter Kruder)
1999 - Peace Orchestra
2002 - Reset
Blog molto religioso col Maestro e il gangsta rap. A proposito, a quando una bella sezione dedicata al rap ?
RispondiEliminaLa sezione rap è presente nell'intestino tenue di Seimani. Immaginati lo schifo.
EliminaQuando elimineremo Seimani, il blog diventerà il riferimento rap per tutto il globo.
Seimani, non ti tira nemmeno col pastigliozzo blu !
RispondiEliminaSeimani, stanotte ti ho sognato che eri carne macinata per ragù. Ma il ragù faceva schifo e non smettevo di vomitare.
RispondiEliminastiamo proprio raschiando il fondo del cestone...
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