Movie Star Junkies, Jil Jilala, Daoud: i tre dischi del mese recensiti dalla "firma infame" Maurisio Seimani.
Quando si parla di dischi del mese, ed il mese preso in considerazione è quello d’agosto, le logiche della scelta non possono essere quelle convenzionali di qualsiasi altro mese dell’ anno. Perché in agosto
la spina, se Dio vuole, la si stacca sul serio. E allora chi se ne frega di preoccuparsi delle ultime uscite di questo o quel gruppo. I dischi del mese d’agosto sono una cosa diversa. Sono quelli che ti entrano dentro, perché contengono un prezioso attimo di trascendenza, che mai più potrà ripetersi uguale, nemmeno nelle estati successive.
Di seguito, dunque, i tre album che più d’ogni altro hanno accompagnato quei fugaci attimi estivi fatti in una certa suddetta maniera…recensiti perciò non in ordine di voto, ma in ordine di tempo.
Enjoy...
Movie Star Junkies – Son of the dust
04.08.2012 – Brescia, Italia, Arena Sonica
Non conoscevo i Movie Star Junkies. Quella sera mi ero recato all’ Arena Sonica giusto per magiarmi una sempre prelibata salamina, scolarmi una bella birra fresca, e ascoltare “un po’ di musica” all' aria aperta. Ad un certo punto, però, mi resi conto che sul palco c’era ben di più che “un po’ di musica” e andai dunque a buttare un occhio. Assistetti così per caso ad una delle migliori performance dal vivo che mi sia capitato di vedere quest’estate. Comprai quindi anche il CD del gruppo,
Son of the Dust, che non tradì per nulla quanto di buono aveva mostrato la band quella sera.
I Movie Star Junkies, gruppo di Torino sulle scene dal 2006, si muove su territori dai quali è fin troppo facile farsi conquistare (almeno per quanto riguarda il sottoscritto): nella loro musica i Coral se ne vanno a braccetto con Nick Cave, mentre qua e là appaiono sornioni il volto di Ennio Morricone e quello di Quentin Tarantino. Risultati dell’ alchimia: appunto uno dei più bei concerti che mi sia capitato di vedere ultimamente e uno dei dischi che s' è fatto ascoltare di più nel corso di questo mese d’ agosto. Unico difetto dell’ opera: una certa ripetitività nella forma che rende l’ ascolto di tutto il disco un po’ “lungo” sul finale. Ad ogni modo: tanta robba!
In una parola: Dust
Giudizio: 3 palle.
Jil Jilala – Machmoum
(Per ascoltare il disco cliccare qui: PLAY!!!)
18.08.2012 – Marocco, da qualche parte fra Errachidia e il deserto di Erg Chebbi
La Dacia Logan, priva d’ aria condizionata, finestrini abbassati, fende il torrido deserto a sud di Errachidia puntando dritta verso le dune di Erg Chebbi, scorrendo liscia su una lunga striscia d’ asfalto che a tratti sembra quasi sospesa su un polveroso nulla. L’ autoradio diffonde intanto una strana musica "afro-trance", che chiama a raccolta miraggi di danze arabe, falò tuareg, e colorate iperbole sufi. Il termometro segna 45°C.
Una temperatura da impazzire, eppure tutt’ a un tratto comprendo di essere immerso come non mai in un’ equilibrio perfetto, che coinvolge quel caldo, la polvere del deserto, la lunga striscia d’ asfalto e le arcane danze richiamate da quelle antiche note che stanno uscendo dalle casse dell' impianto radio
“Che CD sta girando in questo momento?” chiedo alla mia copilota.
“Quello della candela.”
“Ah....”
“...vuoi un po’ d’ acqua?”
“Sì, grazie…”
Tiro due sorsi convinti e schiaccio un po’ di più sull’ acceleratore.
In una parola: trance...
Giudizio: 4 palle.
Daoud e Les 5 Lunes - Tislatine
(Così come si esprime usando 5 lingue contemporaneamente, Daoud ha pensato di mettere su You Tube un assaggio di tutte le tracce del disco, anzichè un unico singolo. Come si suol dire in questi casi: prendere o lasciare)
20.08.2012 – Marocco, Ait Idir, Gole del Dades
Credo che uno dei migliori auguri che si possa fare ad una persona è che nella vita si ritrovi almeno una volta ad attraversare le Gole del Dades. Un territorio splendido: un meraviglioso canyon continuamente cangiante, in fondo al quale villaggi e casbah, rossi come la terra, emergono da una rigogliosa vegetazione fatta di fichi, argentee betulle, e palme. Un paradiso. Bene, se mai vi capiterà di attraversare queste gole, forse vi potrebbe anche capitare di stare una notte all' hotel “Les 5 Lunes” e di avere a che fare con Daoud. Non avevo ancora visto le fotografie che lo immortalavano in una jam session assieme a Santana, quando accolse me, e la mia compagna di viaggio, offrendoci un tè alla menta, ed esprimendosi in uno strano linguaggio che derivava dal tentativo di parlare 5 lingue diverse tutte contemporaneamente. Non sapevamo ancora dei festivals di word music a cui aveva partecipato in Europa e in Asia, e di come fosse rovinosamente capitombolato a terra la prima volta che in Belgio gli era capitato di salire su una scala mobile. E nemmeno sapevamo ancora di quella volta che aveva combinato un disastro quando gli era capitato di dover usare una forchetta per mangiare. Difficile descrivere in poche righe tutte le colorate sfaccettature di un personaggio simile. Daoud è una di quelle persone capaci di trasmettere dopo pochi minuti che le si conosce un grande senso di tranquillità e irresistibile buonumore. Riesce però a descriverlo in parte il suo ultimo disco, intitolato
Tislatine, che è un ottimo esempio di cantautorato berbero moderno, dove il nostro miscela abilmente pop e musica tradizionale, riempiendoli di tutti quei colori che fanno parte della sua persona e della splendida vallata dove vive e dove è uso accogliere chiunque bussi alla sua porta con un buon tè alla menta, questo sì, capace di parlare un linguaggio universale. Come la sua musica.
(PS: se volete il CD vi conviene chiederlo qui:
http://www.les5lunes.com/ , credo infatti che difficilmente potrete trovarlo altrove).
In una parola: Dades
Giudizio: 3 palle e mezza
Saluti a tutti,
Maurisio Seimani.
Bentornato Maurisio. 'nculet!
RispondiEliminaMaurisio già ti immagino a contrattare come un rabbino sul prezzo da fame che avrai infine sborsato per quei due cd etnici, ciò che mi conforta è solo la ragionevole certezza che dalla contrattazione ne sarai senz' altro uscito con l' ano completamente devastato, bentornato zoccola!
RispondiElimina..........
RispondiEliminaLa candela pucia fess.
RispondiEliminaOvvero puci fess a candela ?
Elimina!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaTassili dei Tinariwen, strepitoso gruppo di tuareg del Mali, è uno dei migliori dischi usciti negli ultimi due anni e non a caso i TV ON THE RADIO hanno voluto collaborare con loro. Questi Jil Jilala non sembrano da meno, spero di riuscire a scaricare il disco da qualche parte. E se scoperchiassimo una volta per tutte il pentolone chissà quanta altra grandissima musica ci troveremmo in Africa. FIGLI DI ANNIBALE!!!!
RispondiEliminaVa bè, a parte la squallida marchetta di Seimani per questo Daoud, gli altri due dischi sembrano una figata. Grandi!
RispondiEliminaNon ho preso soldi.
EliminaChissa'cosa hai preso e dove!!!
EliminaDio mio che schifo...
EliminaSeimani big melma!
RispondiEliminaSeimani schiavo delle multinazionali tuareg
RispondiEliminaTroppo africANO per i miei gusti
RispondiEliminaLa macchina che sfreccia nel deserto, le placide Gole del Dades...l'hai messa giù bene Maurisio la tua trasferta a Casablanca per farti tagliare gli zebedei, lurida baldracca degna solo dei peggiori bordelli del Mali.
RispondiEliminaOttimo
RispondiEliminaChi mi vorrebbe ?
RispondiEliminaNoi.
Eliminaanche noi
EliminaParlando di musica africana "sul genere" per completezza ricordiamo anche lo spendido Chamber Music di Ballakè Sissokò e Vincent Segal, unscito ormai 3 anni fa. Voto 10. Provare per credere.
RispondiEliminaAdesso commenta anche... casso ma fet de bù?
EliminaSeimani ta pias el "sito"? e alura fa sito!
chi t'ha chiesto nulla!?