Massimo Volume – Club Privè
Come faremo ad uscire da questo fiume di merda puliti e profumati?
Pagheremo il conto che c’è da pagare?
Ma io non ho speranza, io ho fede.
(Seichelles ’81)
di TommyThecaT
Abbassiamo pure il volume, il rock dei Massimo Volume non ha bisogno di urla, rumori, casino. Tutto è estremamente equilibrato e compatto: la voce e il basso di Emidio Clementi, le chitarre Fender di Egle Sommecal e Metello Orsini, la batteria di Vittoria Burattini.
“Club Privè” uscito nell’ottobre del ’99 per la Mescal (Universal) con la produzione artistica di Manuel Agnelli (Afterhours), è l’album che chude simbolicamente i loro anni ’90 e sancisce lo scioglimento del gruppo dopo 4 acclamatissimi album (Stanze, 1993 – Lungo I Bordi, 1995 – Da Qui, 1997). Lascieranno passare più di dieci anni per ricomporre il gruppo nel 2010 e pubblicare l’album “Cattive Abitudini” e uno split EP con i Bachi Da Pietra.
Negli undici pezzi, la mano di Agnelli (che partecipa anche ai cori in alcune canzoni) plasma la rigorosità delle chitarre delle prime uscite discografiche in sonorità molto più variegate nonostante, a un ascolto superficiale, il registro sonoro sembri molto simile al passato (l’atmosfera generale appare comunque cupa ma più soffusa).
Poco incensato dalla stampa musicale soprattutto per il passaggio (non troppo fortunato) in alcune canzoni al cantato sotto tono, “Club Privè” offre parecchi spunti di riflessione nei testi meno ermetici (rispetto ai primi album) di Emidio Clementi, spesso declamati come da sua abitudine; l’amore triste è in primo piano in “Pondicherry” (…il tuo corpo è un tempio / dove mi inginocchio e dimentico…) e “Dopo Che” (…dopo averti amato / avuto conferma di vento a favore / tolgo gli ormeggi…), il pessimismo affiora ne “Il Giorno Nasce Stanco” (“quando il mondo che ti ritrovi è quello che hai lasciato”) e in “Avevi Ragione” (…non ti ho lasciato niente / nemmeno un pugno di risate…).
E’ un album maturo come maturo il rock che viene proposto, in alcuni passaggi teso e martellante. Non è musica per sbarbatelli né per chi ama “il sesso, la droga e il rock ‘n roll”. E’musica per giovani che furono, magari per brizzolati o sciaguratamente stempiati.
E’ musica per chi ancora ha speranza ma NON crede nella cura.
P.s. In “Pondicherry” e “Privè” canta la bellissima voce di Cristina Donà.
Nel booklet interno dell’album, si può leggere il commento di Emidio Clementi ai due versi della canzone proposta nel video: Milano mi aveva stancato. Me ne ero già andato dallo studio. Avevo solo questa frase: "Io non ho speranza". Manuel, che è più pratico e positivo di me, ha trovato la chiusa: "Ma credo nella cura".
Il videoclip proposto è stato realizzato da Anna De Manincor.
Io non ho speranza
ma credo nella cura(Privè)
Mitici
RispondiEliminaGrandissimi
RispondiEliminaSeimani mignotta in club prive' per soli uomini transessuali
RispondiEliminaSeimani incuti schifo !
RispondiEliminaGrande Tony, maestro di vita......riposa in pace.
RispondiEliminaIo li adoro
RispondiEliminaF.G.?
RispondiEliminaFogne Grigie
Forti Giovani
Fare Gol
Foggiani Generosi
Fregne Grezze
Fagioli Grattuggiati
Fumogeni Gitani
Favole Grottesche
che cosa spiegati meglio!!!
Seimani parresti grondare tracotanza, non fossisicuro che e' solo escremento quello che trasudati dai pori...
RispondiEliminaredivivo esprimo tutta la mia ammirazione per gli amministratori di questo bnlog che stanno quasi per passare indenni il mese d'agosto (il primo - spero - di una lunga serie di mesi d'agosto). Siete fikissimi.
un particolare ringra va a Tommy The caT e a rsk, perche' quel cialtrone di Seimani sappiamo bene cosa sta facendo...
cose che e' meglionon sapere
seimani sei oggetto di studio da parte di un centro ricerca anti-cazzata
Quel testa di cazzo di Tom Cruise va in moto senza casco... un altro motivo per cui molti non sono usciti vivi dagli anni ottanta! TESTE DI CAZZO!
RispondiEliminaPS
Seimani mi raccomando il casco quando vai in moto... toglilo!