A quante donne il Prof Willy avrà dedicato All I Need, e quanti tra chi sta leggendo questa recensione avranno fatto lo stesso, per sedurre le malcapitate dedicando loro una canzone tanto toccante quanto eterea nei suoi fluttuamenti elettro-vintage? Una domanda a cui però non verrà data una risposta, tanto più che il brano forse più celebre del duo francese non è stato suonato nel concerto in questione; e che concerto!
Dopo parecchi anni d’assenza dall’Italia gli Air tornano per due date, una a Roma (festival Spring Attitude) e una all’interno del suggestivo Labirinto del Masone a Fontanellato (Parma). Quanto sarà stato bello il labirinto più grande del mondo vi domanderete? Non lo so, per l’occasione era chiuso al pubblico…
Organizzazione impeccabile, non c’è che dire: parcheggiatori, bus navetta, nocchieri, steward, somministrazione fuori dai cancelli, somministratori dentro i cancelli, indicazioni precise; tutto molto bello insomma, ma un po’ freddo e distaccato (e chi poteva immaginare che una simile sensazione l’avrei pure provata durante lo show?).
Gli Air attaccano precisissimi alle 22.30 con Venus da Talkie Walkie: volumi un po’ sballati, tra cui la batteria alta, che verranno corretti in corso d’opera. Benvenuti nel laboratorio di chimica musicale di Dunckel & Godin dove si tenterà e si riuscirà nell’esperimento di riprodurre fedelmente i suoni e le melodie dello studio di registrazione in ambiente aperto. Pure la mise dei musicisti, bianco vestiti, pare suggerire quest’approccio; algidi, di pochissime parole, compostissimi e indaffarati nel maneggio dei loro rispettivi strumenti.
A dar man forte ai due, un batterista capellone e un tastierista aggiuntivo. E qua potremmo aprire una parentesi sull’armamentario di synth e tastiere vintage, circa una dozzina, a disposizione del duo francese: Korg, Rhodes, Juno, Wurlitzer, tutta roba che farebbe la gioia di qualsiasi collezionista!
Dicevamo, gli Air erano intenti nel riproporre i brani com’erano stati concepiti in studio fin nei minimi dettagli, pure nei solo, facendo felici i puristi e i filologi, ma perdendo in spontaneità e sorpresa, aspetti questi che per il Prof. sono sempre indispensabili in un live. Certo, non sono gli unici perfezionisti della musica a salire sul palco, ma in altri casi “sangue e sudore” erano comunque avvertibili.
Dicevamo, gli Air erano intenti nel riproporre i brani com’erano stati concepiti in studio fin nei minimi dettagli, pure nei solo, facendo felici i puristi e i filologi, ma perdendo in spontaneità e sorpresa, aspetti questi che per il Prof. sono sempre indispensabili in un live. Certo, non sono gli unici perfezionisti della musica a salire sul palco, ma in altri casi “sangue e sudore” erano comunque avvertibili.
Gli album più saccheggiati soni stati Moon Safari e Talkie Walkie forse a riprova che le miglior cartucce sono state sparate nei primi anni di carriera del gruppo; ancora adesso l’album d’esordio suona fresco ed evocativo come nel 1998 riuscendo a far emozionare senza cadere nell’amarcord; e il secondo brilla di una fredda bellezza minerale in cui ogni brano è una piccola gemma. Assenti totalmente Pocket Symphony (peccato) e Love Song 2 (dimenticabile).
Ore 23.30 scendono dal palco per risalire pochi istanti dopo per il bis: Sexy Boy e La Femme d’Argent, ma solo la cavalcata finale dell’ultimo brano riesce parzialmente a scrollarmi di dosso la sensazione del controllo totale su ogni singolo aspetto del concerto, ma forse è solo una sensazione indotta.
Totale: esattamente 75 minuti non un minuto di più non un minuto di meno; i due scienziati dell’elettropop vintage avevano calcolato pure questo.
SETLIST
1. Venus
2. Don’t be light
3. Cherry Blossom Girl
4. J’ai dormi sous l’eau
5. People in the City
6. Talisman
7. Remember
8. Playgrond Love
9. Alpha Beta Gaga
10. Radian
11. How Does It Make You Feel?
12. Kelly Watch the Stars
BIS
13. Sexy Boy
14. La Femme d’Argent
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