In attesa che Seimani si riprenda dall'herpes epizootica che l'ha costretto a ritirarsi da tutte le scene e che anche quest'ennesima estate della nostra vita passi, vi proponiamo altri suggerimenti estivi per non farvi dimenticare che il tempo, senza la musica per decorarlo, sarebbe solo una sequela di scadenze produttive e di date in cui pagare le bollette, almeno così diceva il buon Frank Zappa.
ELIZABETH COOK: Exodus of Venus
L'amore per la musica country e soprattutto l'universo mondo che vi gravita attorno non è certo una novità per il sottoscritto. Ultimamente però, per motivi che sfuggono completamente alla mia comprensione, mi ritrovo ad ascoltarla sempre più spesso anche nelle sue varianti più discrete o meglio tendenti al pop (senza offesa). La parola d'ordine di questo disco è Nashville. Nashville non è solo ed evidentemente una cartolina o meglio un biglietto da visita eccelso nel mondo della musica ma anche un simbolo dell'industria musicale USA per eccellenza. Intorno a questo luogo mitologico muovono i fondamentali passi verso la gloria, centinaia di artisti, tra cui anche Elizabeth Cook, personaggio discretamente noto oltreoceano che pubblica qui il sesto album. In bilico tra l'easy listening e un rock chitarristico che non stride mai con la tipica voce country dell'artista. Al contrario stridono i pochi ma inevitabili passaggi souleggianti che interrompono un fluire convincente di un disco per pochi ma non per tutti. Sicuramente estivo. Astenersi perditempo, questo è country.
Dal Tennessee al Michigan del Midwest il passo è relativamente breve, si deve solo puntare decisamente verso Nord. In questo caso però la musica cambia e di molto: dal country, genere per antonomasia, si passa al dream rock dei FAWNN con un altro disco estivissimo, quasi USA e getta (senza offesa/2). Canzoni brevi, brevissime, incalzanti e di presa immediata.
Due voci che si alternano con buona destrezza nei meandri di uno stile che riporta alla mente mille altre canzoni e mille altri gruppi: da certo indie rock di fine '80, primi '90 (Breeders su tutti), fino agli Strokes quasi plagiati nel incipit di Secret Omnivore. Bel dischetto.
FAWNN: Ultimate Oceans
Dal Tennessee al Michigan del Midwest il passo è relativamente breve, si deve solo puntare decisamente verso Nord. In questo caso però la musica cambia e di molto: dal country, genere per antonomasia, si passa al dream rock dei FAWNN con un altro disco estivissimo, quasi USA e getta (senza offesa/2). Canzoni brevi, brevissime, incalzanti e di presa immediata.
Due voci che si alternano con buona destrezza nei meandri di uno stile che riporta alla mente mille altre canzoni e mille altri gruppi: da certo indie rock di fine '80, primi '90 (Breeders su tutti), fino agli Strokes quasi plagiati nel incipit di Secret Omnivore. Bel dischetto.
ED HARCOURT: Furnaces
Sopravvissuto all'ennesima miracolosa ondata di brit-pop post millennium, soprattutto grazie al fatto di essere stato ascritto all'elite dei songwriter made in UK, quindi in pratica di aver ricevuto ad honorem il passaporto di semi-immortalità, Ed Harcourt continua, indisturbato, a sfornare dischi. Due anni fa l'ultimo ed oggi con questo Furnaces altalenante dimostrazione dello stato delle cose nella musica della perfida Brexit (senza offesa/3). Disco piacevole ma indolore che parte ricordandoci che i Radiohead, citatissimi, sono stati molto british prima di essere i maleducati e antisociali cavernicoli di oggi; passa per una serie di citazioni sfacciate tra I Am Kloot e Doves e con il consueto piglio da cantautore arriva addirittura a ricordarci che tra le nebbie dell'East Sussex non c'è nessuno ma proprio nessuno che non sappia che sono stati gli inglesi a inventare la musica...
Modestie a parte un disco ben fatto, ben confezionato che dimostra mestiere e mestiere ma anche e soprattutto tanto tanto mestiere.
LISA HANNIGAN: At Swim
E adesso sciallezza assoluta. Classica, classicissima e senza tempo la bellissima voce di Lisa Hannigan virtuosa cantautrice irlandese. Artista totale capace di muoversi tra musica e teatro e lasciare tracce di sé nella discografia di un talento ben più noto come Damien Rice di cui la nostra è seconda voce nei due dischi fondamentali del cantautore della verde Irlanda, ovvero O e 9. Dal 2007 spicca il volo, sola e produce due dischi prima di una pausa e di At Swim, la sua terza fatica. Voce bellissima si è detto, provare per credere, che si prende completamente la scena in un disco di ballate soffici ed eteree virate al folk. Ideale per i tramonti, lontani dalla pazza folla, o le albe in solitudine quando il resto del mondo ancora dorme. E lasciatelo dormire...(senza offesa/4)
Post censurato e cancellato da Facebook! C'è qualcosa di offensivo? Cazzo vuoi Zuckerberg? Problemi con i cani? OCIO!!!
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