Non ti conosco bene, e non so come sono fatti i tuoi amici. Ma a me
sembra che questa sia una generazione più triste, e più affamata. E la
cosa che mi fa paura è che, quando arriveremo noi al potere, quando
saremo noi quelli di quarantacinque, cinquant'anni, non ci sarà
nessuno... nessuno più anziano... non ci saranno persone più anziane di
noi che si ricorderanno la Grande Depressione, o la guerra, persone che
hanno alle spalle sacrifici considerevoli. E non ci sarà nessun limite
ai nostri, come dire, appetiti. E anche alla nostra smania di sperperare
le cose.
Come diventare se stessi
Perché si è ucciso David Foster Wallace? Non è una domanda ma solo la
constatazione di una realtà che segna l'inizio e la fine di End Of The
Tour.
Il biopic del riconosciuto autore nordamericano, considerato il migliore del suo tempo e paragonato ad autori fondamentali nella storia della letteratura americana e mondiale, morto suicida nel 2008, cerca di tracciare un identikit onesto e realista di una persona, non di un divo, non di un antidivo, solo una persona, anzi due. Infatti attraverso le conversazioni avute con David Lipsky, giornalista del Rolling Stone che, per realizzare un'intervista, lo accompagna in giro per gli Stati Uniti, negli ultimi cinque giorni del tour promozionale di quello che ad oggi è considerato il capolavoro dell'autore, ovvero Infinite Jest, scopriamo l'incontro di due esseri umani che cominciano a conoscersi e a conoscere meglio se stessi, semplicemente parlando. Talvolta di banalità, ma non banalmente, talvolta di massimi sistemi e quindi di cose "pesanti" ma trasmettendo leggerezza. Sono conversazioni solo apparentemente casuali, legate dal file rouge dell'intensità e dell'incredibile capacità di comunicare di questo strano personaggio che era, che è David Foster Wallace.
Interessante è poi il contesto: siamo all'inizio dei '90. Un'epoca solo apparentemente vicino a noi, in realtà distante da noi anni luce. La gente sembra la stessa, si veste come ci si veste oggi, mangia come si mangia oggi, passa il tempo davanti alla tv, eccetera; ma oltre alla totale assenza di telefoni cellulari si percepisce l'idea di transitorietà, del passaggio ad un'altra epoca che si avvicina. C'è chi probabilmente ha atteso con ottimismo questo cambio altri con ansia.
Come il protagonista: discusso, incompreso e
sfuggente ma capace di una lucida analisi del mondo che lo circonda e del futuro.
Come il giornalista David, l'altro protagonista, incerto se cedere al fascino dello scrittore o agli obblighi di un lavoro che lo spinge a domande e atteggiamenti impertinenti. Due esseri umani
che si incontrano, comunicano, in un America già avviata ad essere quella
che oggi conosciamo eppure ancora così lontana dagli stereotipi
attuali, una conversazione a tratti leggera e a tratti pesante almeno
quanto le 1000 pagine di Infinite Jest, quel mattone di un chilo e mezzo sul quale si sarebbe basata la fama dell'autore che sarebbe diventato il protagonista della biografia pubblicata da D.T.Max nel 2013 dal titolo: Ogni storia d'amore è una storia di fantasmi.
Convincente l'interpretazione dei due protagonisti Jason Segel, Jesse Eisenberg che reggono quasi esclusivamente da soli il film diretto da James Ponsoldt, regista giovane abbonato al Sundance Film Festival dove End Of The Tour viene presentato nel 2015.
Bellissima la colonna sonora
curata da Danny Elfman che riunisce oltre a suoi brani anche pezzi di Felt, Brian Eno, Tindersticks e R.E.M. in una compilation tipicamente alternative a cavallo tra gli '80 e i '90. Buona visione e buon ascolto.
Dialogo tra i due David.
- Perché lo sto facendo, e cosa c’è di così americano in quello che sto facendo. Ok, perché non ho una diagnosi o...o una serie di ricette sul perché noi...intendo persone come noi 2,
per lo più bianchi, classe medio-alta, ottima educazione, lavori davvero interessanti, seduti su poltrone costosissime,
- Si'?
- Che guardano il migliore e più sofisticato apparecchio elettrico che si possa comprare.
Perché ci sentiamo cosi' vuoti e infelici? Non dico che guardare la TV sia sbagliato o una perdita di tempo, non più di quanto...masturbarsi sia sbagliato o una perdita di tempo.
E' un piacevole passatempo, ma se lo fai 20 volte al giorno, se e' il tuo massimo rapporto sessuale, c'è qualcosa che non va.
- Si', tranne per il fatto che, masturbandosi, almeno si compie un'azione. Non e' come... E' meglio.
- Ok, sembrerei un vero coglione se lo mettessi nell'articolo.
- No, non lo faro', ma, se riesci, parla nel microfono.
- Ok, facendoti una sega, metti in moto i muscoli della mano, ma penso che in realtà tu stia girando un film nella tua testa. Hai una relazione immaginaria con qualcuno che non e' reale, esclusivamente per stimolare una risposta neurologica. Quindi, vedi, con l'espansione di internet nei prossimi 10-15 anni,
e dato che la realtà virtuale pornografica diventerà realtà, dovremo sviluppare qualche macchinario nelle nostre viscere per placare il puro e semplice piacere. Ora, non so te, ma io dovrò lasciare il pianeta.
- Perché?
- Perché la tecnologia continuerà a perfezionarsi, e sarà sempre più facile, e sempre più conveniente,
e sempre più piacevole starsene seduti da soli, con immagini su uno schermo, prodotte da gente che non ci ama, ma che vuole i nostri soldi. E va bene, a piccole dosi, ma se diventa il piatto principale
della tua dieta, allora morirai.
- Be', dai...
- In un modo molto significativo, finirai per morire.
Nessun commento:
Posta un commento