di RSK
BLOC PARTY - SILENT ALARM (2005)
Melting pot e ritmo incalzante, terra d'albione e indie rock. Una miscela perfetta almeno per quegli anni, che esplode nel 2005 con un debut album, in realtà un po' in ritardo su tempi visto che il gruppo ha già qualche annetto e singolo di lancio alle spalle. Dei Police al fulmicotone, verrebbe da dire, inseriti nella realtà degli anni '00, di difficile lettura e interpretazione. Gli anni della realtà liquida in cui tutto fa brodo e niente serve. Alle spalle il punk e l'elettronica il pop e la musica alternativa. Tantissima musica diversa nelle orecchie e un disco d'esordio che fa gridare al miracolo, giusto per cinque minuti...ed è subito sera. I Bloc Party sono una meteora, con un certo stile e una profondità notevole ma pur sempre una meteora, incapace di andare oltre le attese di un disco quasi perfetto. Dopo Silent Alarm altri tre dischi in poco meno di otto anni e delle carriere soliste che inevitabilmente prendono altre strade.
BEN HARPER - FIGHT FOR YOUR MIND (1995)
« Sappiamo che la battaglia davanti a noi sarà dura, ma ricordate sempre
che non importa quanti ostacoli ci siano sulla nostra strada: niente
può resistere nella via del potere di milioni di voci che chiedono di
cambiare. »
Yes We Can
Parlando di melting pot, eccone un esempio vivente. Ben Harper: sangue Cherokee, Lituano e Ebraico tra blues e low-fi canta l'impegno politico e l'orgoglio black delle minoranze. Nel 1995 pubblica un bellissimo disco, Fight For Your Mind a onor del vero invecchiato un po' troppo in fretta, che si dissocia con grazia e consapevolezza dal precedente e più compatto Welcome To The Cruel World e comincia a viaggiare nelle radici della musica black. L'orgoglio monta e si fa sentire tra richiami reggae, Bob Marley si scoprirà essere un'importante fonte di ispirazione, anche estetica, per il nostro, e distorsioni elettriche. I testi, importanti, ci parlano di un'epifania: quella di un uomo che agisce di fronte alle difficoltà e alla staticità della vita moderna, reagendo. Fonte di ispirazione non solo musicale per un'intera generazione, quella che avrebbe poi fatto proprio il motto dell'Obama Care. Curiosamente un fenomeno assoluto a stelle e strisce, meno apprezzato all'estero.
CAMPER VAN BEETHOVEN: TELEPHONE FREE LANDSLIDE VICTORY (1985)
Un simpatico ed eclettico esperimento quelli del Camper Van Beethoven misconosciuto e dimenticato combo californiano che sulle mitiche note dei Velvet Underground mette le basi di un disco che apparentemente sembra puro "divertissment". Fondono generi e schemi musicali distanti e diversissimi per creare una specie di mostro. Un pezzo punk, uno ska...uno folk uno sperimentale, dalla California ai Balcani (la bellissima Payed Vacation) dal sole alla luna, dalle stelle alle stalle. Dopo una manciata di dischi tra questo esordio dell'85 e Kye Lime Pie dell'89 si eclissano per tornare a distanza di un decennio, improbabili... Uno dei dischi migliori dell'epoca piombato nel dimenticatoio per nessuna ragione plausibile.
STORMY SIX - UN BIGLIETTO DEL TRAM (1975)
…sulla sua strada gelata
la croce uncinata lo sa
d'ora in poi troverà
Stalingrado in ogni città
Dove porta il tram degli Stormy Six nel 1975? In Piazzale Loreto. Punto di arrivo di un viaggio senza ritorno attraverso la storia dell'Europa nel secolo breve. Il disco di protesta per eccellenza che si aggira, come un fantasma, nelle "disco-teche" di mezz'Italia. Dimenticati da molti, ghettizzati dal movimento appena prima del '77, per essersi venduti al mercato, facendo un disco, gli Stormy Six a distanza di una vita rappresentano ancora quella carica, o meglio miccia, emotiva che si respirava in quei complicati anni nel nostro paese. Fedeli ad un'unica bandiera, quella della lotta partigiana, i milanesi gettano le basi del cosiddetto combat folk, al quale però non si affrancano completamente ma solo per questo disco che diventa così un simbolo. Simbolo di lotta e di lotte conosciuto per lo più per l'inno d'apertura Stalingrado. In realtà dalla Fabbrica a Otto Settembre, da Nuvole a Vinca fino a Dante di Nanni sono tanti gli spunti di un disco orgogliosamente di parte che suona ancora oggi con la stessa forza speciale della Storia che si porta dietro.
copertina estremista questa settimana, non è da voi!
RispondiEliminaL'autore del pezzo ci aveva chiesto di pensare ad una copertina che potesse piacere soprattutto agli Stormy Six, e dunque...
EliminaCosa vuol dire? Quella foto rappresenta la Storia...hai presente la battaglia di Stalingrado? Cosa c'è di estremista? Non è da noi? noi chi?
EliminaQuante meteore in questo post!
RispondiEliminaBeh, è nella logica stessa della rubrica, che ogni mese và a pescare un album per decade, spesso riferendosi anche ad artisti praticamente scomparsi.
EliminaSempre meglio che Una rotonda sul mare no? (a proposito, la trasmettono ancora quella trasmissione o è divenata una meteora a sua volta? Mah...)