Raymond Carver & Bill Callahan, straordinariamente normali

di Fragoladibosco

“Un buon racconto vale quanto una dozzina di cattivi romanzi”
(Raymond Carver)
...the only words I’ve said today are beer and thank you
beer...thank you...beer..
(Bill Callahan from "The Sing") 

Io m'innamoro un po' troppo facilmente. Non lo so, forse ho un'anima troppo sensibile o forse son solo uno che prende le cose troppo alla leggera. Ci vuole poco, mi è bastato leggere un paio di racconti di Carver per accendere la fiamma della passione. E magari, per alimentare il fuoco, accanto alla prosa di Raymond, ho ascoltato una fra le mille canzoni di Bill Callahan. Due uomini, due statunitensi doc, due cose perfette che si completano a vicenda, come una birra con una sigaretta, come un tramonto sulla spiaggia, come i The Cure in una giornata di pioggia.

Scegliere la migliore tra le opere di Carver non ha senso come è impossibile preferire un album all'altro di Bill o di (Smog), come si faceva chiamare prima. Sareste in grado di scegliere fra un momento, o un altro, della vostra vita? E state attenti, non vi sto chiedendo di scegliere fra gli attimi migliori delle vostra vita, fra le giornate più belle, fra i ricordi indelebili. 


Vi sto chiedendo di scegliere tra la svegliataccia di una qualsiasi mattina lavorativa e un pranzo anonimo all'autogrill, tra una litigata inutile con il/la consorte e una bevuta con gli amici in un normale venerdì sera, tra una spesa al supermercato e una gita fuori città. E' impossibile scegliere perchè nei loro testi, nella loro musica fatta di note o parole scritte, s'innalza una schietta volontà di celebrare la normalità, la quotidianità fatta di mille azioni meccaniche, apparentemente inutili, anelli di congiunzione tra attimi fugaci di gioia e di dolore, tra l'inferno e il paradiso. Loro son fatti così, non sono super uomini, la loro arte è straordinariamente normale. Cosa è meglio in una piatta normalità?


Carver vi sorprenderà sul nulla e con il nulla, vi lascerà a bocca aperta (e magari vi farà pure incazzare) quando chiuderà brutalmente l'ennesimo suo racconto. La tensione, i picchi di tristezza o di felicità li lascerà ad altri autori. Lui si ritaglierà lo spazio che normalmente viviamo senza accorgecene. E Bill? Lui è molto simile. Son più di vent'anni che suona, prima un po'sporco e lo-fi, ora più pulito e magari un po' più elettrico. E cosa suona? Un folk rock normale ma sempre diverso, una musica popolare che te la immagini suonata alle feste di paese o sotto un portico di una casa di periferia mentre la sedia a dondolo detta il tempo. Storie semplici, uomini semplici, vite semplici, equilibri fragili, toni desolati e dimessi.....tutto questo questo troverete in questi due meravigliosi artisti. Forse a qualcuno non basterà, sarà troppo poco o addirittura inutile ma a me riempiono il cuore ogni volta che fugacemente arrivano nei miei pensieri sia con canzone che con un breve racconto.

Spero di aver smosso il terreno, di aver seminato qualcosa. A tutto il resto dovrete pensarci voi se avrete tempo e soprattutto voglia.... 

Bill Callahan (Smog) plays "Bloodflow" from "Dongs of Sevotion" (2000)

5 commenti:

  1. 1990 - Sewn to the Sky
    1992 - Forgotten Foundation
    1993 - Julius Caesar
    1995 - Wild Love
    1996 - The Doctor Came at Dawn
    1997 - Red Apple Falls
    1999 - Knock Knock
    2000 - Dongs of Sevotion
    2001 - Rain on Lens
    2003 - Supper
    2005 - A River Ain't Too Much to Love

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  2. Bill Callahan discografia21 maggio 2015 alle ore 10:53

    2007 - Woke on a Whaleheart
    2009 - Sometimes I Wish We Were an Eagle
    2011 - Apocalypse
    2013 - Dream River

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  3. Raymond Carver bibliografia21 maggio 2015 alle ore 11:03

    Narrativa

    Will You Please Be Quiet, Please?, McGraw-Hill, New York, 1976 (trad. it. Vuoi star zitta per favore?, minimum fax, Roma 1999)
    Furious Seasons and Other Stories, Capra, Santa Barbara, 1977 [trad. it. disponibile in Tutti i racconti, A. Mondadori, Milano 2006, pp. 277-414]
    What We Talk About When We Talk About Love, Alfred A. Knopf, New York 1981 (trad. it. Di cosa parliamo quando parliamo d'amore, minimum fax, Roma 2001)
    Cathedral, Alfred A. Knopf, New York, 1983 (trad. it. Cattedrale, Mondadori, 1984; Serra e Riva Editori, 1987; minimum fax, 2002)
    Fires: Essays, Poems, Stories, Santa Barbara, Capra Press, 1983 (trad.it. Voi non sapete cos'è l'amore. Saggi, poesie, racconti, Tullio Pironti Editore, 1989; minimum fax, Roma 2001)
    Where I'm Calling From: New and Selected Stories, Atlantic Monthly, New York, 1988 (trad.it. Da dove sto chiamando. Racconti, minimum fax, Roma 1999)
    Elephant and Other Stories, The Harvill, London 1988 (trad. it Chi ha usato questo letto, Garzanti, Milano 1992)
    Call if You Need Me, Tess Gallagher, 2000 (trad.it. Se hai bisogno, chiama, minimum fax, Roma 2000; Giulio Einaudi editore, Torino 2010)


    Raccolte

    No Heroics, Please: Uncollected Writing, With a foreword by Tess Gallagher, London, Harvill Press, 1991 (trad. it. Per favore non facciamo gli eroi. Saggi, poesie, racconti, minimum fax, Roma 2002)
    Call if you Need Me: The Uncollected Fiction and Prose, With a foreword by Tess Gallagher, London, Harvill Press, 2000 (trad. it. Se hai bisogno chiama. Racconti inediti, minimum fax, Roma 2000)

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    1. Consigli per gli acquisti
      .
      "Di cosa parliamo quando parliamo d'amore" (1981) è possibile trovarla in libreria col nome di "Principianti". Nella vecchia edizione il suo editore storico Gordon Lish aveva tagliato più del cinquanta per cento dei racconti, cambiando titoli e finali. In "Principianti" si trovano i racconti nella loro versione originale.

      "Vuoi star zitta per favore?" e "Cattedrale" capolavori assoluti

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    2. "Vuoi star zitta per favore?" è per caso dedicata a quella checca isterica di Seimani?

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