Musicanidi di Maurisio Seimani : My Morning Jacket, Apes On Tapes, Death And Vanilla

a cura di... Maurisio Seimani

My Morning Jacket - The Waterfall

"Ma l'impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale", cantava il poeta. Conobbi i My Morning Jacket quattro anni fa, in occasione dell'uscita del loro precedente album Circuital, che inserii in questa stessa rubrica tra i miei preferiti del mese, definendolo un "classico disco indie dei nostri tempi, molto ben riuscito" (recensione qui). A stupirmi fu soprattutto la capacità di questa band di  Louisville, Kentucky, di creare trame sonore sempre moderne ed attuali, seppur ancorate ad un piglio compositivo sostanzialmente semplice e rispettoso della tradizione (tantissimi i riferimenti che si potrebbero citare: George Harrison, la west coast dei 70 e la east coast degli 80, Wilco, il progressive rock britannico...). Qualità che ora si ritrovano in forma ancor più matura e definita in The Waterfall, che probabilmente convince ancor più del precedente in virtù di una maggiore immediatezza complessiva. Tradizione, s'è scritto, ma non citazionismo. Fra tante band contemporanee che copiano impeccabilmente e scolasticamente stilemi tipici di correnti musicali degli anni 70, 80 e 90 ed altrettante band che alla ricerca del "nuovo" si perdono in territori sonori ai limiti del sofismo, i My Morning Jacket spiccano grazie a canzoni pop dai ricchi arrangiamenti, ma anche di grande semplicità, sempre perfettamente ancorate fra passato, presente e futuro. Dopo una partenza un po' lenta, il suadente equilibrio con cui The Waterfall si dipana attraverso i suoi 10 pezzi (15 nella versione "Deluxe"), ci porta dunque a parlare stavolta non solo di un album "ben riuscito". Ma di un album invero riuscitissimo. Gaudemus igitur!
In una parola: riuscitissimo
Giudizio: 4 palle




Apes On Tapes - Escape from Primate Island

Divertiamoci. A volte a fare di un'album un'opera vincente non è tanto la sua bellezza intrinseca. A volte nemmeno la sua originalità o la ricerca che sta alla base dello stesso. No, a volte può essere semplicemente che un disco permeato da un'apparente scazzo complessivo riesca a risultare irresistibilmente divertente. E' il caso di Escape from Primate Island dei bolognesi Apes on tapes, che simulando la colonna sonora di un qualche immaginario videogame di fine anni 80, fra incalzanti riff di sintetizzatori vintage, un pizzico di hip-hop, e bassi grassi come carne che cola su turbinanti spade da spiedo ci trasporta in un mondo che a un certo punto non si vorrebbe lasciare più. Esattamente come quando, trent'anni or sono, da bambini si entrava in una di quelle gigantesche sale giochi che illuminavano a giorno le serate dei Luna Park o delle stazioni balneari del nostro Belpaese. Si è insomma di fronte a un grande illusionismo, perchè in verità Escape from Primate Island è senz'altro frutto di bellezza, originalità e ricerca, ma il punto è che tutto sembra risultato di spasso asservito allo spasso, da consumarsi a piacere fino all'inevitabile "Game Over". Oltretutto: fino a quel momento non v'è bisogno di inserire alcuna moneta. Basta riportare la puntina all'inizio del disco e il flipper si reilluminerà finchè lo vorrete. Figata, no?
In una parola: spasso
Giudizio: 3 palle e mezza



Death And Vanilla - To where the wild things are

Davvero difficile inventarsi ancora qualcosa di nuovo nell'ambito del dream-pop. Genere ripetutamente esplorato, sviscerato (e dunque alla lunga inflazionato) da moltitudini di band più o meno underground, nell'ultimo ventennio in questo grande serbatoio è capitato d'ascoltare davvero di tutto. A onor del vero, poi, la maggior parte delle volte nient'altro che rarefatte voci femminili che svolazzavano su ritmi felpati e sintetizzatori trasognanti utilizzati già centinaia di volte e tanto cari al genere. Ed eccoci dunque giunti al rompicapo dei Death and Vanilla, band di culto svedese proveniente dalla fredda Malmo...rompicapo sì, perchè il loro To where the wild things are pur sprofondando in tutti i clichè sopra descritti riesce comunque ad ammaliare e conquistare, imponendosi come eccellente album di genere. Si mentirebbe davvero asserendo che in questo disco vi sia qualcosa di nuovo. Non è così. Semplicemente, se vi piace questa musica, troverete in quest'opera un buon pugno di canzoni, a tratti forse un po' ripetitive, ma completamente convincenti.
In una parola: rompicapo
Giudizio: 3 palle e mezza

4 commenti:

  1. Dei tre ho ascoltato solo i Death and Vanilla ed è un ottimo disco. Ascolteràò anche gli Apes, ma invece i My Morning Jacket non riesco a farmeli piacere...troppo traditional.

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  2. cazzo vuole ancora da noi Willie nelson?

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  3. Seimani we will destroy you, fix it!28 maggio 2015 alle ore 15:22

    "Ma l'impresa eccezionale, dammi retta, è reggere Seimani!"

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