Lost Dogs: Vega Enduro / Big Time 25:33 PM

di Johnny Clash

Primo: ma quanto suona bene il nome "Vega Enduro"? Leggi "Vega Enduro" e ti viene subito la voglia di vederci più chiaro, o almeno per il sottoscritto è stato così. Ed in effetti all'epoca (ci troviamo all'inizio degli Anni Zero) la bravura di questo gruppo bresciano non sfuggì proprio a tutti...di loro si occuparono anzi Il Mucchio, Rumore, Rockerilla per dire. Eppure provate a cercarli ora su Google questi Vega Enduro. Non troverete certo granchè.

Lost Dogs per eccellenza i Vega Enduro pubblicarono il loro primo omonimo disco nel 2002, cui seguì solo due anni dopo Big Time 25:33 PM. Dopodichè più nulla. La band faceva capo a due personalità di spicco, autori di tutti i pezzi di entrambe le opere: Vittorio Carli, chitarra e voce del gruppo e l'apprezzatissimo produttore Giovanni Ferrario, già all'epoca collaboratore di Morgan, Hugo Race e Scisma e successivamente anche per Jean Marc Butty dei Venus e PJ Harvey.

Vero, se vogliamo dirla tutta i nostri non inventarono proprio nulla. I due album propongono infatti un pop rock lo-fi venato qua e là di certa psichedelia sixties, che però trova le sue radici fondamentali nella scuola newyorkese dei Velvet Underground e dei Television, ma pure nel rock inglese di Julian Cope e Robyn Hitchcock

E allora perchè andare proprio a ripescare questi Vega Enduro? Perchè nel genere suddetto i due album si rivelano delle fresche e piacevolissime chicche, farcite di canzoni che si rivelano a loro volta altre piacevolissime microchicche. Potete partire da un punto a caso, ma cliccate play su Womb, per esempio, pezzo d'apertura di Big Time 25:33 e dovreste capire immediatamente ciò di cui qui si sta parlando.
Identiche nei loro riferimenti musicali, le due opere si distinguono solo per un diverso piglio: più naif e diretto quello del disco d'esordio, più mediato, ma anche più raffinato quello del secondo. In entrambi i casi risultati piacevolissimi...non era musica pensata per spaccare il mondo questa, era solo una buona manciata di belle canzoni costruite con la dovuta nonchalance ed arrangiate con una sublime semplicità che ancor oggi non può che conquistare.

Non sappiamo nel dettaglio, come e perchè finì quest'avventura musicale. Comunque la si veda ai nostri giorni sul mercato vengono prodotte opere di valore ben inferiore a queste che riescono a ottenere molto più rumore. Chissà perchè.  Il buono della rete è però che da qualche parte qualche traccia la si lascia sempre. C'è perciò questa pagina Bandcamp per esempio, dove questi album si possono ancora ascoltare o scaricare: http://vegaenduro.bandcamp.com/ 
L'invito è ovviamente a farci un salto.

O (possiamo scriverlo?) ci siamo anche noi, che nel nostro piccolo quando veniamo a sapere di qualche buon cane che s'è perso per il cammino gli andiamo a fare un saluto. Conterà un cazzo, ma il buono della rete è che da qualche parte...

5 commenti: