Storie dal vivo: Pontiak Live @ Latteria Artigianale Molloy, BS, 25.10.2014

di Maurisio Seimani

"Apri tutto!" si potrebbe scrivere citando una celebre battuta di Duccio, responsabile della fotografia cocainomane della nota serie Tv Boris. Tale motto sembra essere stato fatto proprio anche dai Pontiak in occasione del loro concerto di sabato sera alla Latteria Artigianale Molloy. Un approccio che, dobbiamo dirlo, francamente non ci è piaciuto.

Andiamo a spiegarci. Che una certa irruenza sonora sia parte irrinunciabile della musica della band di Blue Ridge Mountains, Virginia, questo lo sapevamo. Fu anzi proprio il sottoscritto, recensendo il loro ultimo lavoro Innocence, a scrivere: "per due fondamentali ragioni non posso fare a meno che adorarli. Anzitutto il fatto che sono tra i pochi gruppi ancora in grado di scrivere canzoni heavy-rock capaci di stendere al suolo un bisonte...". 
Detto questo però l'impressione è che i Pontiak si siano presentati a Brescia mostrando troppa foga ed alzando un po' troppo i volumi. Questo ha fatto sì che ne risentisse l'altra componente che ci è sempre piaciuta della musica di questa band e cioè quel sound retrò-psichedelico venato di rimandi a sonorità Sixties, tipico delle loro sortite in studio. In questo contesto, anche pezzi come Ghosts o Surrounded by diamonds (appunto: "canzoni heavy-rock capaci di stendere al suolo un bisonte" e proposti in apertura di concerto)  si sono trasformati in muri di suoni a tratti davvero troppo pesanti, dietro ai quali andava a scomparire qualsiasi altra sfumatura del sound Pontiak. Come in una sfida al rialzo poco virtuosa, sono emersi cioè momenti in cui i tre musicisti sembravano gareggiare a chi picchiasse più forte per non farsi sovrastare dall'altro. E' andata meglio nei rari momenti dedicati alle ballate (Noble heads, bellissima) e nella seconda parte dello show (Lions of least, proposta verso la fine del concerto, questa sì, aveva il piglio che ci piace di questa compagine). Pochi, se non quasi nulli, i frangenti nei quali invece il gruppo si sia lasciato andare a quelle divagazioni strumentali-psichedeliche proprie della carriera della band fino a Living


In conclusione, partiti con grandissime aspettative, siamo riemersi dall'esperienza poco convinti e un po' frastornati (sarà anche che stiamo invecchiando? Mah...). Senza nulla voler togliere alla simpatia dei tre barbuti fratelli Carney, che alla fine sono scesi dal palco a stringere la mano praticamente a tutti i presenti,  e con immutata stima per gli ottimi album che ci hanno consegnato fino ad oggi, va ammesso che nella fattispecie non s'è trovata la quadra. Perché da questo "Apri tutto!" ne è scaturita un'onda sonora martellante all'interno della quale la loro classe è riuscita a farsi largo solo a tratti. Peccato.

14 commenti:

  1. Francamente di un Seimani meno lecchino del solito non sappiamo cosa farcene.

    LICENZIATO!

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    1. Antica Massoneria del Corso27 ottobre 2014 alle ore 11:40

      Puoi scordarti il cesto di Natale infame Maurisio!

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  2. 2006 - Valley of Cats (Fireproof Records)
    2007 - Sun on Sun (Fireproof Records, ripubblicato da Thrill Jockey nel 2008)
    2009 - Maker (Thrill Jockey)
    2009 - Sea Voids (Thrill Jockey)
    2010 - Living (Thrill Jockey)
    2012 - Echo Ono (Thrill Jockey)
    2014 - Innocence (Thrill Jockey)

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    1. "Valley Of Cats" bello a prescindere

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    2. Ripeto: per quanto mi riguarda quello che hanno avuto da dire fino ad oggi a me è sempre piaciuto. Infatti la delusione è stata doppia.

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    3. Per è quadrupla perchè essere d'accordo col putrido Seimani moltiplica qualsiasi dispiacere.

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    4. Nella lista sopra manca Comecrudos, che in effetti non viene quasi mai citato (forse perchè inquadrado come EP, ma si tratta comunque di più di un'ora di musica). Uscito nel 2011 ci presenta i nostri in una veste particolarmente psychedelica e pinkfloydiana.

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    5. Volevo scrivere più di mezz'ora...sorry.

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    6. Caso, ma ta set gna bù de scrier du righe osti?

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    7. Echo Ono capolavoro.

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  3. Seimani apri tutto che abbiamo qua un dirigibile da ficcarti nel culo.

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  4. Seimani questa macchina del fango ti si ritorcerà contro come un boomerang d'ebano dritto sulla tua lingua sodomita e corrotta.

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