EDJ, Naomi Punk, Angus & Julia Stone: Ten Second After

A voi, che ve ne state spaparanzati in spiaggia godendovi sole, mare e abbronzanti senza rinunciare alle vostre chat, whatsappate, twitterie e amenità varie, o che vi addormentate sotto l'ombrellone con i piedi fuori che lentamente cominciano a bruciare, ecco a voi proprio a voi sono dedicati questi tre dischi, ovviamente da spiaggia: il primo è giusto per rilassarsi su una bella spiaggia deserta al tramonto, il secondo è l'aperitivo ideale per una festa in spiaggia e il terzo, beh il terzo è di una spiaggia un po' lontana, diciamo... una spiaggia chiamata paranoia. Buon ascolto

di RSK

Angus & Julia Stone

Fratello e sorella australiani Angus e Julia sono in pista da quasi un decennio e, scopro, sono parecchio apprezzati a livello internazionale, tanto da creare una certa attesa per l'uscita di questo ultimo disco realizzato alla corte di Rick Rubin. Pronti via e mi sembra di aver cannato disco A Heartbreak comincia infatti come un pezzo di Edie Brickell e dei vecchi New Bohemians; con Crash & Burn invece sembra di stare alla corte di Neil Young tanto da esclamare:"cazzo c'entra il Cavallo Pazzo?".Ovviamente è solo un omaggio sentito al folk; ma attenzione: minuto dopo minuto ci si accorge che in un certo senso è anche il filo conduttore, stilistico, del resto del disco. Non è dunque il solito disco di pop folk, condito da qualche tocco di elettronica, con la cantante carina e dalla voce eterea, dalle parti di Emiliana Torrini, e il fratello dietro a reggere il moccolo e la chitarra? Si ma anche no. Occhio! Non siamo di fronte a Isobel Campbell e Mark Lanegan ma comunque a un progetto interessante che passa dal semplice cantautorato di mestiere a esplorare il desert (australiano) folk o blues che dir si voglia. I migliori capitoli sono quelli in cui le ritmiche e la voce maschile prendono il sopravvento. Qui ve ne proponiamo un assaggio!


 EDJ

Eric D Johnson da Chicago: compositore, cantautore, polistrumentista già membro dei Califone, degli Shins e dei Vetiver nonché fondatore dei Fruit Bats sembra non avere pace questo giovane artista, preso dalla ricerca continua della pietra angolare della propria musica; sempre in bilico tra l'amato folk psichedelico '70 e la profondità della musica cantautoriale. Anche in questo caso un disco a metà; pieno di spunti molto interessanti, di rimandi e ammiccamenti di ogni tipo e di buona musica. C'è dentro quasi tutto compreso un pizzico di elettronica  in salsa soul (Minor Miracles) echi di Beck e dei Mercury Rev che furono. Unico difetto, secondo me: troppa carne al fuoco per un disco leggermente fuori fuoco! Speriamo che il nostro prima o poi trovi la pace necessaria per creare il proprio capolavoro visto che le carte in regola ci sono tutte.



Naomi Punk - Television Man

Dalle parti di Seattle...nello Stato di Washington e più precisamente di Olympia è originario questo simpatico terzetto di scapigliati sbruffoncelli che in realtà né a prima né a seconda vista hanno qualcosa in comune con la Seattle dei tempi andati come qualche simpatico critico quà e là per la rete paventa. Trovo anche cercando notizie, qualcuno che li definisce pop-punk! Ora: è vero che bisogna inventarsene una al giorno, è vero che i tempi sono quelli che sono e bisogna sbarcare il lunario ed è anche vero che per una serie di input e output capita a tutti nella vita di dover cambiar spacciatore...ma sinceramente, no, grazie! I Naomi di punk hanno sicuramente l'attitudine e il piglio, si capisce da come suonano e da come cantano, ma di pop? No, date retta a me qui il pop non c'entra un piffero. 
Il disco, il secondo della serie, è interessante anzicheno! Mette insieme un certo numero di pezzi notevoli che spaziano da un crasto garage che avrebbe fatto abbaiare anche la vecchia iguana, verso un dignitosissimo post-rock (Don Caballero, Tortoise, June of 44) fino ad arrivare a un sorprendente noise (perbacco i primissimi Sonic Youth!!!). Non certo un disco da spiaggia! Certo, a meno che la spiaggia non sia piena di zombie...

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