I Bruttissimi di Musicanidi: Jovanotti For President (1988)

di Frank Pozzanghera

Per la seconda volta nella storia di questa rubrica, e cioè dacchè mesi or sono recensimmo Hanno Ucciso L'Uomo Ragno degli 883, la nostra scelta per I Bruttissimi di Musicanidi torna a cadere sul disco d'esordio di una delle tante sconcertanti creature generatesi nella seconda metà degli anni 80 dal magico cilindro del guru della radiotelevisione italiana che fu, sua maestà Claudio Cecchetto. 
Un caso? Mah...

Fatto sta che il signor Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti, colui che un giorno avrebbe fatto ballare il pianeta intero sul ritmo tamburellante de L'ombelico del mondo, che avrebbe sposato importanti cause sociali e appoggiato toccanti campagne umanitarie, che avrebbe suonato a Cuba di fronte ad una folla in visibilio, nell'anno del Signore 1988 altro non si sarebbe potuto definire che una perfetta marionetta impazzita nella mani dell'astuto produttore ciliense, un prodotto discografico costruito con tanta sagacia da lasciare a tratti sconcertati. Tant'è vero che nell'incredulità generale Jovanotti for President alla fine di quello stesso anno si sarebbe imposto fra gli album italiani più venduti sullo stivale.

Scanzonato ai limiti della demenza e recettore in negativo di qualsivoglia moda effimera caratterizzasse quel periodo (tanto da fare apparire l'hip hop ed il ragamuffin o il gesto delle corna tipico del rock dell'epoca alla stregua di un bizzarro boxer da bagno), ma allo stesso tempo alternativo nell'agghindarsi come una caricatura improbabile di una folle spensieratezza tipicamente anni 80 forse in realtà già inesistente, Jovanotti era nell'88 la marionetta perfetta, posizionata sul palcoscenico perfetto, da un Mangiafuoco infallibile. 
Ma sia ben chiaro: nulla di tutto questo avrebbe funzionato, se il nostro non si fosse buttato nella parte con bonarietà e sincerità sì convincenti. A conti fatti, insomma, si potrà pure parlare di fenomeno da baraccone, ma senz'altro per incarnare questo ruolo con tanta credibilità un po' fenomeno si doveva esserlo sul serio.

Proprio dai due pilastri di cui sopra (bonarietà e sincerità) si fa comunque sorreggere come da due stampelle Jovanotti for President, manifesto musicale impeccabile di tutto quanto esposto sopra. Con scandalosa insolenza campionamenti di pezzi di James Brown, RUN DMC, AC/DC, Public Enemy, Afrika Bambaata, Beastie Boys, vengono remiscelati al fine di incanalare il tutto verso un'incomprensibile frivolezza, ribollita in una funky-kitchen degna del più infimo dei fast food musicali. Per parafrasare una celebre battuta del film Forrest Gump, si arriva in fondo all'ascolto chiedendosi: "Ma questo tizio è stupido o che?"

"Stupido è chi lo stupido fa" si risponde in quello stesso film ed allora probabilmente: NO! Stando a questa logica non v'è niente di stupido in questo album. Perchè? Forse perchè sembra davvero tirato insieme da una banda di scemi allo sbaraglio. Se un valore lo si può trovare in questo disco, questo va cioè rilevato proprio nel fatto che mentre si ascolta il rocknroll super-truzzo di Go Jovanotti Go, l'house-groove di Party President, il rap di The Rappers o la dance jamaican-style di Ragamuffin, non si può che rimanere storditi da tanta beata ignoranza. Tanto che, abbandonati con forza tutti i pregiudizi, questa ignoranza canaglia nei suoi momenti di sublimazione riesce infine a strapparci un sorriso, farci muovere il culo ed a farci sollevare l'inquietante dubbio che, a conti fatti, forse questo tizio abbia dato il meglio di sè quando spensierato saltellava con quel chiodo rosso ed i boxer da bagno...

E a parte questo (sparatemi se vi sembra il caso) Gimmie Five resta ancora oggi un pezzaccio irresistibile.

Gimmie five...scheck, schack...ALL RIGHT!

11 commenti:

  1. appappà anannannà...Gimmie Five capolavoro vero!

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  2. Sono un ragazzo forconato22 luglio 2014 alle ore 09:22

    Brai gnari, Musicanidi sounds different everyday!

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  3. Seimani o come rimanere storditi da tanta beata ignoranza.

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  4. ITALIAAAAA ITALIAAAAAA22 luglio 2014 alle ore 11:48

    Quella roba che avete messo in spalla sembra la galleria degli orrori...

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    1. E non abbiamo esagerare...tra i singoli più venduti di quell'anno si distinguono infatti anche:

      Alzati la gonna - Steve Roger Band
      My Chico di Sabrina Salerno
      Smile di Gerry Scotti (?)
      Yo - Gino Latino (Gino Latino era sempre Jovanotti travestito da...Jovanotti, ma non se ne accorgeva nessuno)
      Sì la vita è tutto un quiz - Renzo Arbore (però vabbè, questa se non altro era comicità voluta...)

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  5. Aò me state affà rabbrividì

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  6. Mettete dei fiori nei vostri Sanremo22 luglio 2014 alle ore 13:57

    Non gli bastava produrre delle schifezze dovevano anche durare tanto...C'è da spostare una macchina 5 minuti Faccia da Pirla quattro minuti e 20? Date più spazio a Reitano che lui sì che era un signore!

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  7. "Poi mi prende l'emozione
    Per Firenze che sta là
    Per Venezia che si muove
    E l'eterna Roma è qua
    Italia, Italia
    Di terra bella e uguale non ce n'è"

    E pensa che c'è pure Napoli che sta lì
    e Genova che è qui, Mino.
    Ma anche Aosta che è lassù
    e Bari che è quaggiù per dire...

    C'è da emozionarsi proprio.

    (C'è anche una macchina qua che è da mettere là, per caso?)

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  8. ...ma vi siete per caso scordati di Viterbo, Civitavecchia e Campobasso per non parlare di Potenza che nessuno cita mai!!!

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