Blur a Barcelona - Storie dal Vivo

BLUR, PRIMAVERA SOUND, Barcellona, 24 maggio 2013

di Prof. Willy

Premessa, parlare del singolo concerto ignorando il contenitore che l'ha ospitato significherebbe commettere un errore di parzialità e miopia; e lungi da me fare una cosa simile! Il Primavera Sound è uno dei festival più importanti a livello europeo e coinvolge l'intera città di Barcellona: un grande investimento di energie, competenze, fiducia e  - ça va sans dire – soldi. Tanti soldi. Un'area enorme  della città  – il forum – ospita circa 6 palchi e decine e decine di migliaia di persone che arrivano da tutta Europa per immergersi in una tre giorni, a tratti estenuate maratona, che propone il meglio della scena musicale “alternativa” mondiale. Dietro c'è una progettualità che nel Belpese ce la possiamo solo immaginare perché l'unico festival che esiste e resiste da noi si chiam San Remo: specchio distorto di una cultura nazionale ostile a qualsiasi tentativo di rinnovamento. I vari Jammin', Rock in Idro, Indipendent e compagnia cantante sono lodevoli ma pallidi tentativi di allinearsi agli standard esteri con alterni risultati.


Ma veniamo a noi, i Blur presoci gusto dopo il concerto evento ad Hyde Park lo scorso anno si sono fatti due conti in tasca e si saranno detti: “Let's make some fucking gig!”. Il 2013 è così l'anno della reunion di uno dei nomi storici del britpop anni 90 inglese e il vostro Prof. Willy non poteva mancare all'appuntamento. E l'appuntamento è stato fissato per la mezzanotte inoltrata di venerdì 24 maggio davanti al palco principale del Primavera: la brezza marina che spira potente sulla costa (già, perché la figata della location è quella di trovarsi in riva al mare) rende l'attesa più che frizzantina, quasi raggelante. C'hanno provato prima i Django Django (quasi riuscendoci) e poi i Jesus & Mary Chain (fallendo clamorosamente) a scaldare l'intirizzata platea.
Puntuali come piace a noi, i 4 ex-giovani di Londra salgono sul palco; giusto il tempo di riconoscere il tappeto di synth introduttivo ed esplode il pubblico in un movimento scomposto e festante: “Gilrs and Boys” è  il brano di apertura. Come immaginabile la scaletta (riportata in fondo) ripercorre i successi della band: un meraviglioso juke-box e al tempo stesso un'agrodeolce macchina del tempo per tornare alla propria adolescenza targata Nineties. Il concerto è perfetto, ma non scontato: il gruppo inserisce qualche chicca inaspettata tra una hit e l'altra. I Blur sono bravi a gestire l'energia e l'intensità delle canzoni e a trasmetterla al pubblico, così i passaggi tra un’atmosferica “Out of Time” a un’apparentemente scanzonata “Parklife” sono dosati sapientemente L'impressione è che Damon Albarn e soci c'abbiano preso gusto a rimettersi a  suonare insieme: a tratti si ha l'impressione di assistere alle prove di un gruppo di amici che riprendeva il feeling dopo secoli di inattività.
Coadiuvati da un numero non indifferente di musicisti - 4 coristi/e, 2 fiati, 1 tastierista – gli arrangiamenti live dei brani risultano ben fatti e “The Universal” ne è la prova; notevole anche Beetlebum con un lungo intro e un’altrettanto lunga coda umoristica davvero efficace. L’ultima sfuriata tardo-adolescenziale con “Song 2” e poi tutti a casa. Pardon, e poi tutti ad assistere all’assurda performance dei The Knife per chiudere la seconda giornata del festival alle 4 del mattino!

I Blur sono tra gli ultimi esponenti di una tradizione pop con forti accenti sociali che affonda le radici negli anni 60 coi The Kinks e prosegue tra gli altri con The Who; Albarn in termini di scrittura e carisma non teme il confronto con Ray Davies o Pete Townsend. E questo concerto ne è la riconferma.
Grazie Blur per avermi fatto rivivere i miei 18 una seconda volta. Grazie a Barcellona per il vento freddo, la location e per aver creduto in un progetto tanto ambizioso quanto riuscito quale quello del Primavera Sound.

SETLIST
·  Popscene
·  Beetlebum
·  Caramel
·  Tender
·  Parklife
Bis:
·  Song 2

6 commenti:

  1. E' un Musicanidi schizofrenico.
    Beh, è gestito da un malato di mente.

    RispondiElimina
  2. A noi piace il Professò puntuale

    RispondiElimina
  3. Anche a noi.

    Seimani merda.

    RispondiElimina
  4. Anche l'intera Oceania plaude il Prof. e schifa Seimani.

    RispondiElimina
  5. Come cazzo fai a rimettere insieme un gruppo con lo stesso nome senza uno degli elementi fondamentali dello stesso? o Layne Staley e' risorto?

    RispondiElimina