di Prof. Willy
Ma veniamo a noi, i Blur presoci
gusto dopo il concerto evento ad Hyde Park lo scorso anno si sono fatti due
conti in tasca e si saranno detti: “Let's make some fucking gig!”. Il 2013 è
così l'anno della reunion di uno dei nomi storici del britpop anni 90 inglese e
il vostro Prof. Willy non poteva mancare all'appuntamento. E l'appuntamento è
stato fissato per la mezzanotte inoltrata di venerdì 24 maggio davanti al palco
principale del Primavera: la brezza marina che spira potente sulla costa (già,
perché la figata della location è quella di trovarsi in riva al mare) rende
l'attesa più che frizzantina, quasi raggelante. C'hanno provato prima i Django
Django (quasi riuscendoci) e poi i Jesus & Mary Chain (fallendo
clamorosamente) a scaldare l'intirizzata platea.
Puntuali come piace a noi, i 4
ex-giovani di Londra salgono sul palco; giusto il tempo di riconoscere il
tappeto di synth introduttivo ed esplode il pubblico in un movimento scomposto
e festante: “Gilrs and Boys” è il brano
di apertura. Come immaginabile la scaletta (riportata in fondo) ripercorre i successi
della band: un meraviglioso juke-box e al tempo stesso un'agrodeolce macchina
del tempo per tornare alla propria adolescenza targata Nineties. Il concerto è
perfetto, ma non scontato: il gruppo inserisce qualche chicca inaspettata tra
una hit e l'altra. I Blur sono bravi a gestire l'energia e l'intensità delle
canzoni e a trasmetterla al pubblico, così i passaggi tra un’atmosferica “Out
of Time” a un’apparentemente scanzonata “Parklife” sono dosati sapientemente
L'impressione è che Damon Albarn e soci c'abbiano preso gusto a rimettersi
a suonare insieme: a tratti si ha
l'impressione di assistere alle prove di un gruppo di amici che riprendeva il
feeling dopo secoli di inattività.
Coadiuvati da un numero non
indifferente di musicisti - 4 coristi/e, 2 fiati, 1 tastierista – gli
arrangiamenti live dei brani risultano ben fatti e “The Universal” ne è la
prova; notevole anche Beetlebum con un lungo intro e un’altrettanto lunga coda
umoristica davvero efficace. L’ultima sfuriata tardo-adolescenziale con “Song
2” e poi tutti a casa. Pardon, e poi tutti ad assistere all’assurda performance
dei The Knife per chiudere la seconda giornata del festival alle 4 del mattino!
I Blur sono tra gli ultimi esponenti di una tradizione pop con forti accenti sociali che affonda le radici negli anni 60 coi The Kinks e prosegue tra gli altri con The Who; Albarn in termini di scrittura e carisma non teme il confronto con Ray Davies o Pete Townsend. E questo concerto ne è la riconferma.
Grazie Blur per avermi fatto
rivivere i miei 18 una seconda volta. Grazie a Barcellona per il vento freddo,
la location e per aver creduto in un progetto tanto ambizioso quanto riuscito quale
quello del Primavera Sound.
SETLIST
Bis:
E' un Musicanidi schizofrenico.
RispondiEliminaBeh, è gestito da un malato di mente.
A noi piace il Professò puntuale
RispondiEliminaAnche a noi.
RispondiEliminaSeimani merda.
Anche l'intera Oceania plaude il Prof. e schifa Seimani.
RispondiEliminaCome cazzo fai a rimettere insieme un gruppo con lo stesso nome senza uno degli elementi fondamentali dello stesso? o Layne Staley e' risorto?
RispondiEliminaTriste sostituzione
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