LOCKED DOWN
Nato a New Orleans, classe 1940, quasi un trentina di album
all’ attivo, praticamente una leggenda di quel contaminatissimo "Louisiana Sound"
che forse solo un bianco figlio del proprietario di un piccolo negozio di
dischi della “Big Easy” poteva portare a certi livelli, che altro poteva ancora
inventarsi mr. Marc John “Mac” Rebennack jr., meglio conosciuto come Dr. John?
La domanda è ovviamente retorica e la risposta non può che essere una: nulla.
Avvalendosi dunque dell’ ottima produzione di Dan Auerbach
(The Black Keys), mr. Rebbennack non ha fatto altro che rimettere in moto il
turbo di quella vulcanica creatività che l’ ha sempre contraddistinto, dandogli
gas con la solita esplosiva miscela di r’n’b, funk, psichedelia woodstockiana e
world-jazz...I risultati finali di questa feconda collaborazione sono però
riusciti ad andare oltre le più rosee aspettative: Dr John, a 72 anni suonati,
è riuscito a consegnarci uno dei dischi più belli della sua pur vasta
produzione musicale ed a rispondere così nel miglior modo alla domanda posta in
partenza. Perché senza pretese di inventar nulla, uno sfizio alla fine poteva
ancora concederselo: inventarsi un’ altro disco veramente in canna.
Giudizio: 4 palle.
In due parole: Big Easy.
Moonface – With Siinai: Heartbreaking Bravery
Sarò sincero, ascoltata la prima traccia di Heartbreaking
Bravery, terza opera dell’ attivissimo canadese Spencer Krug con il nome di
Moonface, ho avuto per un attimo la presunzione di aver già capito
perfettamente dove un’ opera di questo tipo sarebbe andata a parare. Già dalle
prime note di questo disco, infatti, risulta evidente il richiamo ai Joy
Division, e più in generale al british sound della Manchester dei primi 80. Per
certi versi, dunque, cose già sentite.
Ebbene, non c’ è però voluto molto perché mi ricredessi.
Fermi restando i riferimenti musicali di cui sopra, già l’ epico crescendo
della seconda traccia Yesterday’s Fire, catapulta l’ album verso sfere più alte,
divenendo la porta di ingresso di un’ impianto centrale semplicemente
meraviglioso. Un vortice scuro e luminoso al tempo stesso, che ipnotizza l’
ascoltatore conducendolo in territori sempre più lontani ed epici, tanto che a
tratti non risulta nemmeno azzardato un paragone con i momenti più bui ed
ispirati degli U2 di The Joshua Tree. Poco importa, dunque, che il disco vada un
po’ a scemare nel finale, tornando “a quote più normali” (così com’ era partito).
Perché tutto ciò che c’ è nel mezzo è semplicemente
splendido.
Giudizio: 4 palle
In una parola: take-off.
Michael Kiwanuka – Home again
Certa black music dal piglio roots, quando alla base c’ è
della sincera ispirazione, ha davvero qualcosa di magico. Te la vedi uscire da
una radio gracchiante sotto la veranda di una casa scalcagnata del
Mississippi, così come da un locale notturno di Harlem, o ancora echeggiare
lungo le sponde di una sonnolenta spiaggia africana, o tra le vie animate di un
ghetto nero di qualche metropoli. Ed il motivo è che riesce ad essere
incredibilmente esotica, quanto appunto metropolitana, legata indissolubilmente
alla terra, quanto però anche al cielo e al mare.
Ecco, Michael Kiwanuka, ventiquattrenne inglese di origini
ugandesi, riesce a confezionare con maestria esattamente questa certa back
music di cui s’ è appena detto. E’ un disco di soul, a conti fatti (il fantasma
di Otis Redding qui aleggia ovunque), ma è anche un disco dove il soul, per dirla
alla Paolo Conte, “rivela di se molto più di quanto non apparisse. La sua
origine d’ Africa. La sua eleganza di zebra. Il suo essere di frontiera. Una
verde frontiera tra il suonare e l’ amare”. E’ un disco che tocca certe corde,
insomma, e lo fa un gran bene.
Giudizio: 4 palle
In una parola: toccante.
Prossimamente in “REC-Recensioni in breve”, parleremo, tra
gli altri, anche di: Sigur Ros, The Brian Jonestown Massacre, Gravenhurst, Beach
House, Spain...
Nel frattempo, saluti a tutti.
Maurisio Seimani.
Sempre simpatico come un calabrone sulla cappella.
RispondiEliminaMaledetto Seimani...
Ma che vuol dire prossimamente Sigur Ros, The Brian Jonestown Massacre, Gravenhurst, Beach House, Spain...
RispondiEliminaChe cazzo c' avevi da fare questo mese stupido essere seimanoide...caga fuori al più presto le altre recensioni o non risponderemo delle nostre azioni. Ahhhhhhhhh, che nervi.
Seimani non vedo l' ora di recensire un tuo disco per scrivere:
RispondiEliminaIn una parola: Big Merda.
Sempre la solita solfa. Sei inutile e pesante come un piatto di pizzocccheri dopo un pranzo di matrimonio.
RispondiEliminaVERGOGNA
Ahahahah, ma come sta messo Dr. John? Che cazzo c' ha sulla testa?
RispondiEliminaSembra un po' una via dimezzo tra una macedonia e dell' attrezzatura da pesca.
RispondiEliminaSemani ai Somali.
RispondiEliminaMi trovo più o meno d' accordo con la scelta...nella lista però avrei inserito anche i Beah House che si sono ri-confermati con un gran disco.
RispondiEliminaSeimani il copricapo di Dr. John messo vicino a te pare Brad Pitt.
RispondiEliminaNon ho ascoltato gli altri due, ma quello che c' è scritto del disco di Dr. John è verissimo! Gran discone.
RispondiEliminaSPIDER MAN, SPIDER MAN, NANANANA, NANANANA!
RispondiEliminaUna delle più belle sigle cartoons di sempre!
ahahahah, ma che canzone di merda è quella lì del Boa nella Canoa?
RispondiElimina"Speriamo che moa"????????
Tutti al 4 Quarti!!!!!!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaGioventú bruciata! certo che se anche questo mese biosgna incensare il disco di un settantenne...i giovani d'oggi sono proprio messi male fess
RispondiEliminap.s.
L'autore di questo post, mi hanno detto, é una creatura spregevole calata sulla terra solo per infastidire le persone oneste...
Hai ragione. Ti confesso che anch'io mi diverto molto di più a scrivere questa rubbrica quando c' è l' opportunità di mettere come disco del mese qulcosa di più "fresco". Penso ai post dove furono dischi del mese quelli degli Imperial Tiger Orchestra, dei Bongolian, dei Phantom Band, degli Wolf People, Sandro Perri...
EliminaPurtroppo questa opportunità non può capitare sempre perchè a mio modo di vedere viene anche prodotta troppa musica indie che, nel suo essere comunque di buon livello e ben confezionata, alla fine finisce con l' avere frequentemente un retrogusto "usa e getta". E certi mesi trovare qualcosa di veramente valido in mezzo a tutto questo è difficile.
Perciò anche se sarebbe molto più "fico" mettere come disco del mese quello dei "The Brian Jonestown Massacre, per dire, ti ritrovi a scegliere Dr. John. Perchè di fronte al disco indie di livello medio buono, che va ad inquadrarsi nel gigantesco calderone di dischi indie di livello medio buono che ogni mese ci tirano addosso a badilate, allora mi coinvolge di più il disco in canna di un settantenne. O gente come Kiwanuka o Gillian Welch, che fregandosene di essere "trendy", si muovono in ambiti diversi, molto più tradizionali, ma almeno sfornano dischi che nel loro genere sono invece bellissimi.
Però, ripeto, sono io il primo a sperare ogni mese di poter consigliare qualche buona novità. Nell' attesa, accettando il rischio di sembrare un vecchio reazionario, ribadisco: sparatevi in cuffia l' ultimo del Dottore.
Non so come esprimere il ribrezzo che provo a dover ammettere di trovarmi completamente d' accordo con quanto appena scritto qui sopra dal viscidissimo Maurisio.Però non ho capito: allora il disco dei Moonface non sarebbe il solito disco indie di medio buon livello che ci tirano addosso a badilate?
EliminaAnonimo, ci tocca legere le fregnacce del Seimani nel post mensile. Se gli dai corda anche nei commenti......avete rotto er cazzo. Trovatevi sotto il solito ponte e leccatevi pure vicendevolmente. Ok ?
EliminaQuando dovevo scegliere i tre dischi da inserire nel post, scelti Dr. John e Kiwanuka, ero indeciso fra questo disco dei Moonface e l' ultimo dei Beach House. Alla fine l' hanno spuntata i Moonface.
EliminaEcco, diciamo che questi due dischi, fra la solita carrettata di album etichettabili come indie rock usciti questo mese, sono quelli che mi sono sembrati sicuramente i più ispirati.
Caro anonimo, apprezziamo il "viscidissimo".
EliminaPerò forse qui non ci siamo capiti...
Azzardati ancora una volta a scrivere di trovarti d' accordo con Seimani e noi ti troveremo e poi distruggeremo a calci tutto ciò che hai di più caro: la tua auto, la tua abitazione e la tua collezione di dischetti del cazzo di Ray Charles!
Niente di personale.
Sarà, ma quanto appena scritto da questo Seimani è la sacrosanta verità. (Sono un altro anonimo, non quello di prima, volevo mettere un nome, ma non ho capito come si fa)
EliminaCasso ma dove minchia vivi: selziona profil e poi scegli NOME/URL
Eliminapoi scrivi il nome tipo ODIOSEIMANI
e poi scrivi il tuo commento che peró non dovrá assolutamente un commento a favore di SEIMANI deprecabile figura mitologica coprofaga...
Un blog di lettori mentecatti, pfuh...
EliminaIo voto Michael Kiwanuka
RispondiEliminaKiwanuka, osti...ma d'an do caso ta l' èt tiràt fera Kiwanuka...robe de mach...
RispondiEliminaForse l' è mei mia saìl.
Eliminaxxx
RispondiEliminaFichi i Prospekt! Sono amici di DJ Macionella?
RispondiEliminaCerto, sono il loro fan più sfegatato. Attento anonimo all'uso sconsiderato della lettera "l".
EliminaComplimenti, colonna sonora meriata sempre un ascolto.
RispondiEliminasiete frauci
RispondiEliminaIn questi tempi drammatici di CRISI (economica, sociale, esistenziale, ambientale) l'ipocrisia di politici o antipolitici é niente di fronte alla dimostrazione di NONSENSO della SANTA ROMANA CHIESA e dei suoi indecorosi e indegni rappresentanti che calano sulla MILANO AMBROSIANA con il loro carico di millenaria VIOLENZA, FALSITA', IGNOMINIA e indicibile IPOCRISIA. Al papá e tutti i suoi rappresentanti auguro di bruciare per l'eternitá nelle fiamme del loro fottuto inferno (pensaci tu Dante!!!)...MILANO FREE NOW!!!
RispondiEliminaSBATTEZZATEVI ORA!!!