Reggae Tales: Later For Gator

WILLIS "GATORTAIL" JACKSON - LATER FOR GATOR, 1950

Il tarlo del Duca 
 di Sir Old John Pajama

…perché il raggae non è mai stato una faccenda per signorine, cagnacci. E la prima storia che sto per raccontarvi serve appunto per approfondire un po’ meglio questo concetto. Prima che tutto avesse inizio, giù a Kingston, non c’ era il reggae: c’ erano i sound system. Qui da noi diremmo “le balere” (erano di fatto delle primordiali discoteche), ma vi assicuro che laggiù la faccenda era molto più colorita. Ora: se volevi far funzionare il tuo sound system dovevi molto semplicemente saperci fare. Andare giù al porto, trattare con quei tizi che smazzavano i pochi vinili crcolanti sull' isola o, se avevi un po’ più di grana, imbarcarti per gli States e portare giù nel ghetto quei 45 giri americani che potevano renderti il Dio della città. Tutto questo tenendoti ben pronto a spaccare qualche testa, pur di difendere fino alla morte quei  preziosi dischetti neri.
Coxsone Dodd, l’ uomo del Downbeat, all’ epoca uno dei migliori sound system di Kingston, scoprì “Later for Gator”, durante una delle sue puntate negli Stati Uniti, nel 1956. Si trattava di un pezzo strumentale del sax tenore Willis “Gatortail” Jackson, una canzone che era stata pubblicata negli States già 6 anni prima.
Come a quei tempi si usava fare in Giamaica, il vecchio Dodd strappò innanzitutto l’ etichetta del disco, perché nessuno potesse riconoscerne l’ autore, e ribattezzo quel vecchio vinile: “Coxsone Hop”, rendendo successivamente quel pezzo il marchio di fabbrica di tutti i suoi infuocati sound system.
Fu questa cosa a inserire una specie di tarlo nella mente da ex sbirro predisposto alla violenza di Duke “The Duke” Reid. Questo Duke Reid non era solo un individuo particolarmente pericoloso, ma era anche il boss di uno dei più importanti sound system della città: il Trojan. Cosa ancor peggiore: le due cose erano strettamente correlate.
Mollata la “carriera” di “sbirro del ghetto”, dopo che la moglie aveva vinto un’ ingente somma di denaro alla lotteria, “il Duca” aveva infatti aperto un negozio di liquori, aveva radunato attorno a se un nutrito gruppo di energumeni di entrambi i sessi, e aveva imposto il suo Trojan a suon di devastanti incursioni armate verso i sound system rivali (che a breve avevano ovviamente cominciato a reagire di conseguenza).
Ebbene: per Duke Reid questa cosa era finita per diventare un’ ossessione: voleva mettere le mani sul “Coxsone Hop”.
Doveva assolutamente scoprire chi fosse l’ autore di quel dannatissimo pezzo.
Non si sa se alla fine ottenne l’ informazione corrompendo uno degli scagnozzi di Coxsone o estorcendogli l ‘informazione a suon di botte. Del resto, entrambe le versioni della storia, sarebbero ugualmente plausibili.
Comunque ci mise ben sette anni.
Fatto sta che un bel giorno il sound system del Duca fu piazzato di fronte al suo negozio di liquori e fu lasciato lì, a tutto volume, per 3 giorni consecutivi, mentre per tutta la Giamaica si spargeva la voce che Duke Reid aveva finalmente messo le mani sul “Coxsone Hop”.
Arrivarono curiosi da tutte le parti dell’ isola.
Ebbene nella notte del terzo giorno, quella del grande evento, le note di “Later for Gator” uscirono dalle enormi casse dell’ impianto di Reid, stampandosi sulla faccia attonita di Coxsone Dodd, che a quel triste appuntamento con la sorte, chissà perché, volle essere presente.
Il “Coxsone Hop” veniva infine profanato.
Il Duca era di nuovo il Re della città
(continua…)

42 commenti:

  1. Lunga vita a sir Old John
    Seimani! impara vergòt!

    RispondiElimina
  2. Sono basito. Questa storia, che mi sembra di capire sia una storia vera, è assurda...

    RispondiElimina
  3. Ma continua nel senso che poi Coxsone si riprende la città? A me sto Duca sta sul cazzo.

    RispondiElimina
  4. Ora che avete Sir Old John Pajama non potreste sbarazzarvi una volta per tutte di Seimani?

    RispondiElimina
  5. Allucinante. I giamaicani non stanno bene comunque.

    RispondiElimina
  6. Tutte le rubrichette sulla colonna qui a destra sono fichissime.

    RispondiElimina
  7. Volevo chiedere a Sir Old John...ma che musica si suonava invece in Giamaica nei 50? Lo ska? In questi sound systems giravano solo pezzi americani o anche giamaicani? Perchè il post non parla anche di cosa si suonava là?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esisteva il mento, un genere simile al calyspo che veniva suonato con strumenti acustici: chitarra, banjo…la linea di basso veniva invece suonata con la kalimba, un antico strumento importato dall’ Africa ai tempi della schiavitù. (In alcuni locali per turisti giamaicani ancora oggi si possono trovare dei gruppi che suonano questa musica primordiale).

      Ma di fatto a tenere banco nei sound system, nei 50, non era il mento, ma erano il soul, il jazz, e soprattutto il rhythm and blues d’ importazione statunitense. (Curioso invece il fatto che il rock and roll sull’ isola non attecchì mai).

      Lo ska ed il rock steady si diffusero sull’ isola successivamente. Di fatto, all’ epoca dei fatti sopra raccontati, non esisteva ancora in Giamaica un genere locale che potesse soppiantare lo strapotere dei pezzi Yankees.
      Oltretutto non so se laggiù fosse già possibile incidere un 45 giri, perché non credo esistessero già dei veri e propri studi di registrazione.
      Furono proprio personaggi come Coxsone e Reid ad allestire i primi rudimentali studi, quando la continua ricerca di novità per battere sul tempo l’ avversario li portò a rivolgere l’ attenzione anche verso la scena locale.

      Elimina
  8. Duca, Trojan, solite storie.....

    RispondiElimina
  9. Nico dei Gabbiani? Ma per favore...

    RispondiElimina
  10. Producete sempre dei blog molto sgangherati, ma sempre belli e divertenti.
    Non smettete mai.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cazzo vuoi tu? IRACONDO SAM DI STA MINCHIA,
      ti sbrano la faccia pezzo di merda!

      Elimina
    2. SGANGHERATA SARA' TUA SORELLA
      (ho linkato una foto così ti ricordi com'è)

      Don Pitbull lo snno tutti che ti piacciono i cuccioli di Setter. Pedofilo Bastardo!

      Elimina
    3. SUNSHINE, SUNSHINE REGGAE, DON'T WORRY, DON'T WORRY, TAKE IT EASY!

      Elimina
    4. Anonimo ocio che rischi...

      Elimina
  11. Suppongo che di ganja ne circolasse già parecchia però, a quei tempi...

    RispondiElimina
  12. La canzoncina è davvero insolente. Se fossi stato il Duca li avrei fatti fuori tutti.

    RispondiElimina
  13. Pansavo che Burning and looting parlasse di sballarsi come bestie, non di spaccare tutto. Forse preferivo che parlasse di sballarsi come bestie però...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. anonimo, è chiaro a tutti: Sei mario monti

      Elimina
  14. Ciao a tutti. E' la prima volta che capito su questo blog e sono una fan del reggae praticamente da sempre, ma volevo chiedere a Old John se è uno dei quelli che siccome il reggae affonda le sue radici in una storia violenta si possono giustificare personaggi come quello che avete messo nella colonna qui in parte (Capleton ma non è l' unico) che oggi usano il raggae per esportare testi xenofobi, omofobi e molto violenti.
    Amo il reggae, adoro gli Steel Pulse, Burning Spear, i Third Word, ecc...
    Ma andare ai festival e vedere dei "Rasta" che si esaltano e si dimenano davanti a gente del genere mi fa schifo.

    Visto che l' articolo comincia con "il raggae non è storia per signorine" volevo capire.
    Comunque respect.
    One love.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Kinky Sista.
      Se sei un' appassionata di reggae sai anche che la domanda che hai posto non può semplicemente essere liquidata con la risposta scontata e banale che la nostra etica "patinata" ci consiglierebbe.
      Kingston è da sempre una delle città più violente del mondo. Io l' ho vista una sola volta, circa 8 anni fa, dal finestrino di un'auto guidata da un giamaicano della zona di Port Antonio, un nero, che non vedeva l' ora di tornarsene a casa.
      Che da una realtà del genere non possano uscire solo canzoni alla One Love o alla Three Little Birds mi appare dunque scontato. Suonerebbe anche falso. (E infatti non è mai stato così, anche ben prima di gente come Capleton).
      La Giamaica in realtà è un isola piena di profondi contrasti e contraddizioni e dunque mi sembra del tutto normale che il reggae, che ne è l' espressione forse più alta, rispecchi, nel bene e nel male, tutto questo. Ripeto: altrimenti il reggae sarebbe solo falso.
      Detto questo, se posso capire che un ragazzo del ghetto di Kingston possa farsi trasportare da una certa estetica gansta di certi nuovi cantanti reggae (per gran parte peraltro paraculi, che secondo me cantano certe cose solo perchè hanno visto che ci si fa la grana), in effetti anch' io non capisco perchè questo debba accadere anche a certi figli di papà europei (o statunitensi) che amano girare con i dreadlocks non si sa perchè.
      E' la stessa cosa che succede oggi nell' hip hop alla fine (solo che lì i dreadlocks sono sostituiti dalle braghe larghe).
      Il problema è che il machismo, il razzismo, il testo violento, ad oggi tirano. Non mi fa schifo questo, lo trovo solo assurdo e ridicolo. Come che Capleton venga portato in tournè qua da noi e che qualcuno vada anche a vederlo.

      Riguardo al "non è cosa per signorine"...è un diffuso modo di dire. Punto. Non era mia intenzione fare il Capleton di turno.
      Respect, ciao.

      PS: una curiosità mia, la conoscevi questa storia?

      Elimina
    2. WOW, che rispostone!
      Ok, ora tutto chiaro...
      La storia non la conoscevo anche se se so tutto del Duca e di Coxsone ovvio! (E anche di Prince Buster!)
      one love ciao!

      Elimina
  15. Sir Old John è carismatico fess.
    Seimani Suca!

    RispondiElimina
  16. Ho conosciuto in chat il figlio di Capleton.
    Gli ho detto che per metà siete culattoni.
    Arriva a Malpensa venerdì 20 Aprile con 4 suoi cugini per ammazzarvi!

    RispondiElimina
  17. non sia faceto sig. Cobrain IV.

    RispondiElimina
  18. Appuntamento col destino18 aprile 2012 alle ore 14:17

    Seimani ta sèt an Spurchignù!!!

    RispondiElimina
  19. Set amò ché a tiràm le scarsèle?
    Ma va foera dai cojoni!!!

    RispondiElimina
  20. Si avvicina la fine del mese.
    Sento i muscoli tendersi, la mente annebbiarsi, il male riacuirsi nelle cicatrici, l' odio avvampare piano su su verso le parti buie del cranio.
    Si avvicina la fine del mese e lo schifo e la bile un' altra volta sgorgheranno dalla mia bocca come da fonte l'acqua cristallina.
    Si avvicina la fine del mese e con essa Musicanidi del putrido vile bieco laido infame Seimani.
    Tieniti pronto, Maurisio, tieniti pronto...

    RispondiElimina
  21. Ma il Coxsone Hop è quella canzone lì?????? Ma dai......

    RispondiElimina
  22. Sir Old John Pajama sindaco!

    RispondiElimina
  23. Ed é subito nebbia!19 aprile 2012 alle ore 17:47

    Seimani sei come la nebbia a banchi alle tre del pomeriggio su una strada della bassa tutta dritta fino alla fine con una sola curva cieca che improvvisa appare al diradarsi il banco di nebbia quando ormai frenare é troppo tardi...

    RispondiElimina
  24. Uncle Paperone want you
    Clarabella take the umbrella
    uncle paperone want you

    RispondiElimina