Vinicio

Marinai profeti e balene

di Maurisio Seimani

Provare nostalgia per il Capossela di Con una rosa, Non è l’ amore che va via, Ultimo amore o All’ una e trentacinque circa è tanto impossibile, quanto ormai inutile. Perché l’autore che ci ha deliziato negli anni con canzoni tanto belle e irripetibili è giusto cerchi oggi nuova ispirazione in altri universi tematici e, per quanto possibile, anche musicali.  Il nuovo album di Vinicio, un doppio, emerge dunque maestoso da quell’universo misterioso e mitico che per l’uomo è sempre stato il mare, attraverso ripetuti omaggi verso coloro che del mare ne sono stati i supremi cantori. L’album ha così una struttura ben precisa: nel primo disco si parla di inquietanti oceani freddi, sirene, balene, e di chiassose taverne portuali dei lontani mari del nord. Melville e il suo Moby Dick sono pressoché onnipresenti.
Nel secondo disco, invece, cominciano ad apparire personaggi omerici, aedi, arcani echi di lira, e “Madonne delle conchiglie” portate in trionfo fra fuochi d’ artificio e mortaretti: il Mediterraneo.  “Marinai profeti e balene”, più che un disco, è dunque una vera e propria opera d’arte da ascoltare in rispettoso silenzio, per fluttuare appieno nei suoi epici silenzi, cogliere nel dettaglio le sue colte citazioni, e godere fino in fondo dei suoi festaioli abissi. L’opera cioè di un vero Artista (di quelli con la A maiuscola) dei nostri tempi. Resti dunque lecito provare ancora nostalgia per il Capossela di Con una rosa, Ultimo Amore, ecc… ma di fronte a un lavoro così ricercato e profondo, forse apparrà ancora più evidente perché, per quanto impossibile da evitare, questa nostalgia sia ormai completamente inutile. In una parola: onde…

Giudizio: 4 stelle

The Feelies Here Before
W chi si fa i cazzi propri per 20 anni e poi se ne esce con una roba così”, scriveva qualcuno pochi giorni fa su un noto forum di musicofili, commentando questo nuovo disco dei Feelies. Era infatti il 1991 quando questi gnari de‘na olta pubblicavano il loro ultimo album e, in effetti, che cosa abbiano fatto da allora fino ad oggi non ci è dato di sapere. Sia però ben chiaro, visto che su questo argomento mi è capitato di polemizzare il mese scorso con un lettore di MdC, che non ci si trova ora a recensire questo disco per motivi nostalgici, perché nel 1991, chi fossero mai questi Feelies, io nemmeno lo sapevo. Però ecco quest’assolatissima primavera del 2011 ed ecco questo disco straordinario, che sembra appunto pensato per lanciarsi a briglia sciolta lungo un invitante rettilineo in una bella giornata di sole, con i finestrini abbassati e l’autoradio sparata a tutto volume.
Sono canzoni semplici, basate su tre accordi… ma che meraviglia il sound di queste chitarre, che bellezza trascinante è contenuta nelle loro limpide costruzioni melodiche, molto semplicemente: che spasso! …e se per caso pensate che un disco di questo tipo possa stufarvi alla svelta, posso solo avvertirvi: più lo ascolterete e più quei ritornelli vi entreranno nelle orecchie; e più quei ritornelli vi entreranno nelle orecchie e più farete fatica a liberarvene. (Fosse anche solo per ascoltare ancora una volta quell’assolo di chitarra di 20 secondi contenuto in “Should be gone”…). La canzone che apre l’album si intitola “Nobody Knows” e il suo primo verso così recita: “Is it to late to do it again?”. La risposta sembra essere: no se è vero, come è vero, il detto: “W chi si fa i cazzi propri per 20 anni a poi se ne esce con una roba così”! In una parola: spassoso.

Giudizio: 3 palle e mezza


Danger Mouse&Daniele Luppi
Rome

Il progetto “Rome” nasce dalla collaborazione dell’autore e produttore Brian Joseph Burton, alias Danger Mouse (il terzo da sinistra nella foto, già collaboratore, fra gli altri, di: Gorillaz, Beck, U2, Sparklehorse) ed il compositore e arrangiatore italiano Daniele Luppi (il primo da destra), celebre negli States per la realizzazione delle colonne sonore di alcuni film, oltrechè per alcune collaborazioni con artisti quali John Legend, Mike Patton e lo stesso Danger Mouse. L’album è stato realizzato al mitico Forum di Piazza Euclide (studio discografico che vede tra i suoi fondatori niente meno che Ennio Morricone) con l’intenzione di rendere omaggio alla grande musica per cinema italiana, ripercorrendone gli echi e le suggestioni (anche se, a onor del vero, in alcuni punti del disco il legame con quella tradizione si fa davvero molto flebile). Il risultato è un prodotto dal gusto raffinato, elegante, impreziosito, nei pezzi cantati, dalle ipnotiche voci di Norah Jones e Jack White (entrambi nella foto). Il disco ideale, insomma, per un aperitivo snob consumato su una sciccosa terrazza della Capitale, in una stellata serata d’estate. Troppo perfetto, forse, e forse anche fin troppo elegante. Detto questo, indubbiamente e semplicemente, in una parola: sciccoso.

Giudizio: 3 palle.

Altri musicanidi:

Nostalgia dei 60? Niente paura, sembra che parecchi gruppi dei nostri tempi, soffrano della vostra stessa sindrome: grazie a Fleet Foxes (nella foto, Helpleness Blues) e a Jesse Sykes (Marble Son, quest’ ultimo sul genere più psichedelico) troverete pane per i vostri denti. Poi:
 - Bello l’ultimo dei Leisure Society (Into the Murky Water)
- E’uscito il nuovo dei Tv On The Radio (Nine Types of Light): coloro a cui piace la loro proposta musicale (a me non ha mai fatto impazzire) non rimarranno delusi. L’album ricalca le stesse sonorità del precedente Dear Science, pur essendo più orecchiabile e diretto.
- Ho cercato in tutti i modi di procacciarmi il nuovo disco dei Tamikrest (Toumasin) senza successo. Il precedente era molto bello. Di questo si dice sia ancora meglio. Il genere? Lo chiamerei Tuareg Groove. Provare per credere...

Saluti ai Musicanidi.
Ci si risente a luglio.
Maurisio Seimani

Nessun commento:

Posta un commento