Dio del mese: Regurgitator

di Johnny Clash

Ma come Regurgitator, Regurgitator chi? 
Non guardatemi male, anch'io fino all'altro ieri non avevo la più pallida idea di chi fossero i Regurgitator. 
Il problema è che dal momento in cui ho buttato un orecchio a questa roba non sono più riuscito a uscirne. 
Chi sono dunque i Regurgitator? 
Benchè ancora in attività, sono soprattutto una delle band più divertenti e coinvolgenti degli anni 90. 
A vent'anni esatti dal loro esordio, dunque, diventi questa l'occasione per ridare a Cesare ciò che fu di Cesare.

La prima bomba si chiama Tu Plang ("Jukebox" in lingua thailandese) e viene pubblicato nel 1996. Reduci da due EP di discreto successo, che gli erano valsi un contratto discografico con la prestigiosa etichetta Warner, tre ragazzi di Brisbane che corrispondono ai nomi di Quan Yeomans, Ben Ely e Martin Lee si chiudono in uno studio discografico per portare a termine il loro primo album. A Brisbane? No, decidono di imbarcarsi su un aereo diretto in Thailandia e lo fanno a Bangkok, accompagnati dal loro fido produttore Mr. Magoo (sic!), che così descriverà quell'esperienza: "Lo studio che avevano scelto era di questo ragazzo che era in una band che si chiamava Carabao. Ci era stato descritto come il Bruce Springsteen locale. Aveva questa struttura nella periferia di Bangkok, piazzata in mezzo a tutte queste baraccopoli, c'erano polli che correvano ovunque, fogne a cielo aperto ed altre robe del genere". Il primo prodotto sfornato dai Regurgitator non ha comunque alcunchè di orientaleggiante: Tu Plang è invece un'impeccabile macchina crossover che miscela con inedita efficacia grunge, rap, hard-rock, pop, garage, funk, fissando gli intenti di base che troveranno a seguire la loro sublimazione nei seguenti UNIT e ...art.

E' nei dischi appena citati, registrati nella Fortitude Valley in uno studio creato apposta per l'occasione e soprannominato "Dirty Room", che i Regurgitator raggiungono infatti la vetta del loro percorso artistico, virando decisamente verso pop e sperimentazione elettronica e portando a compimento due album incredibili e straordinariamente accattivanti, perchè capaci di farsi intendere a primissimo ascolto senza scendere a patti con criteri quali banalità e scontatezza. UNIT (del 1998) è una perla acid-pop che procede ed incede con travolgente eleganza, snocciolando una manciata di singoli dal sound inconfutabilmente anni 90, ma che rivelano ancora oggi una coinvolgente freschezza non sempre riscontrabile in produzioni simili dello stesso periodo. Riferimenti? Difficile. Citi gli Idlewild, ma puoi sentirci anche Beck ed i REM, citi i REM e subito dopo ti appaiono i Nirvana, i Beatles e rimasugli d'elettronica anni 80. Eppure il tutto suona sempre incredibilmente efficace.

...art (1999), sulla stessa linea del precedente è un'altro gioiello di 90s pop che se possibile tenta però d'alzare ancora di qualche punto l'asticella, perchè ancora più spregiudicato nel ricercare un'ordine asservito all'immediatezza nella tempesta d'idee che vi viene fatta confluire. Per alcuni il capolavoro assoluto dei Regurgitator, benchè in verità la scelta fra questo ed UNIT resti a conti fatti piuttosto difficile (il preferito del sottoscritto resta infatti quest'ultimo). Sicuramente più sperimentale ...art segna ad ogni modo il chiudersi di una trilogia d'oro che immortala l'essenza del Regurgitator pensiero.

E poi cosa? Il batterista e co-fondatore Martin Lee lascia il gruppo nel 2000 per incomprensioni con il frontman Quan Yeomans ed a seguire i nostri virano decisamente sull'hip-hop pubblicando un album dal titolo Eduardo and Rodriguez Wage War on T-Wrecks che di conseguenza viene accolto molto freddamente sia dalla critica che dai fans del gruppo (resterà comunque l'ultima fatica dei Regurgitator ad entrare nella top ten australiana) . Dopo questo disco anche la Warner si sfila, non rinnovando il contratto alla band, che cerca dunque di rientrare in carreggiata con il seguente Mish Mash (2004), che torna abbastanza felicemente sul piglio crossover che fu proprio di Tu Plang. Il resto è storia recente: altri tre album (di cui l'ultimo Dirty Pop Fantasy è del 2013) con i quali i Regurgitator con alterni risultati e fortune non faranno altro che riproporre quelle idee che li fecero unici a fine anni 90, solo a sprazzi raggiungendo simili risultati (per quanto l'ascolto di questi dischi si riveli comunque piacevole e non sfiguri al cospetto di tante uscite contemporanee).

Ma ora, qui sotto, apriamo invece uno di quei vecchi gioielli (peraltro l'unico disponibile in free streaming sulla grande rete). Quello qui sotto, boys and girls...è UNIT!

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