Ten Years After: Cat Power, Beth Orton, Zakir Hussain, Led Zeppelin, The Beatles

di RSK

Ormai mi muovevo come un uomo braccato
 dall'orologio e dall'orrido avanzare del numero. 
Il Pendolo di Foucault
Umberto Eco 
 
Sembra impossibile ma sono già passati dieci anni (dal 2006). Quante volte mi è capitato di pensare e di scrivere queste parole in questa rubrica? Ma mai come ora mi stupisco vedendo che uno dei più bei dischi di una delle artiste più amate da noi cani, già Dio del Mese, compie i due lustri giusto quest'anno.
The Greatest è un cult già al primo ascolto, figuriamoci a distanza di tanto tempo, è un cult soprattutto per merito di una voce fantastica e di un interprete sublime quale Chan Marshall che qui, per la prima volta scrive tutte le canzoni e collabora con molti artisti soul di Memphis. 
Ne esce fuori un concentrato di folk blues, ispiratissimo, senza tempo. Certo, i più esigenti, o gli innamorati pazzi della prima ora, rimpiangeranno la scapestrata e sbarazzina anima rock di Cat Power soprattutto quella dell'inarrivabile You Are Free. Ma cambiare, restando sé stessi, sembra essere l'ossessione della cantautrice di Atlanta (Sun è lì a dimostrarlo) che qui oltretutto sembra volersi divertire con la musica e la storia della musica. Per tutti i cani adoranti un disco da riscoprire, nel decennale; per gli ignavi ignari della grande bellezza di Charlyn un'occasione d'oro per porre rimedio scoprendo The Greatest.




Si parlava di voci e interpretazioni divine? Beh per essere all'altezza di Cat Power non si può che rispolverare qui un disco del 1996 di un'altra grandissima interprete altrettanto meritevole di un ipotetico titolo di dio del mese. Bisogna solamente spostarsi dall'altra parte dell'oceano, in Inghilterra, aggiungere una buona dose di folk, non storcere il naso se questa si fonde con l'elettronica e drizzare bene le orecchie: ecco a voi Elizabeth Caroline Orton, per tutti Beth, ed ecco a voi Trailer Park. Per la cronaca un altro fantastico gioiello. Figlio degli svarioni dell'epoca, su tutti il dub e il trip-hop non tanto come generi ma piuttosto come attitudine. 
Si apre con un esotico sitar che ricorre nell'iniziale She Cries Your Name con lo zampino di William Orbit, si passa a Tangent, ed è subito trip, si prosegue con la poesia sonnecchiante di Don't Need a Reason. E' solo l'inizio di un viaggio senza vento con unico denominatore comune la bellissima voce di una cantautrice vera, profondamente british. Beth Orton pubblicherà almeno un paio di altre gemme come Central Reservation (1999) e Daybreaker (2002).


In piena botta anni '80 spunta il disco che non ti aspetti, almeno per il periodo, e cioè quello che comunemente noi occidentali definiamo come il tipico esempio di World Music, gli indiani chiamerebbero semplicemente musica Classica e gli intenditori che non si sbilanciano etichetterebbero come Fusion. Ma allora che cazzo è? direste voi poveri cani? Semplicemente poesia. Poesia sotto forma di jazz che nasce dal piacevole incontro tra semidei del genere. Innanzitutto Zakir Hussain percussionista indiano, è di Mumbai,  già produttore, attore e naturalmente compositore, guru e genio della musica Hindu; qui lo troviamo dietro la tabla, le percussioni e ai vocalizzi. Il disco è suo ma gli amici che lo accompagnano non possono non essere citati: si tratta di Hariprasad Chaurasia, al flauto, altro gigante del genere, Jan Garbarek al sassofono e John McLaughlin alla chitarra acustica, due mostri sacri. Se per voi non ce n'è abbastanza siete autorizzati ad attaccarvi alla canna del gas. Certo il disco è ostico ma se ascoltato con spirito lieve (o in botta, si diceva sopra) risulta irresistibile. Dimenticavo, il titolo è Making Music è del 1986 e contiene 8 brani 8 che variano dai 2 ai 12 minuti di lunghezza. Ocio! 


Non certo all'apice della loro carriera né tanto meno in un periodo particolarmente piacevole per quel che riguarda la vita privata di alcuni dei suoi componenti, nel 1976 i Led Zeppelin pubblicano Presence. Malgrado le consuete caterve di copie vendute il disco venne accolto dalla critica con mugolii e dissensi. Perché? Come si fa a essere così deficienti da mettere in discussione una delle poche e assolute certezze della musica rock? Come si fa a stroncare un disco che comincia con un pezzo monumentale come Achille Last Stand, magnificamente diretto dalla pazzesca batteria di John Bonham? L'unica risposta possibile di fronte a tanta beata ignoranza è: l'invidia. Presence, settimo sigillo dei nostri supereroi, viene inciso a Monaco lontano dalla pazza folla, con Jimmy Page, qui più virtuoso e spigoloso che mai, alle prese con l'eroina e i suoi danni collaterali, per così dire. Contiene pezzi comunque passati alla storia come il succitato apripista e altre "facezie" come For Your Life, riffatissimo, Nobody's Fault Mine, hard rock a tutto spiano e chiedete ai Soundgarden, la conclusiva lunghissima e blueseggiante Tea For One. I Led Zeppelin sono uno di quei gruppi per cui vale la pena seguire passo passo le tracce nel corso degli anni e della storia della musica, un po' agiograficamente parlando ecco perché oggi 40 anni dopo siamo qui a sentire ancora la loro presenza...


Proprio recentemente Sir Paul Mccartney è salito agli onori delle cronache per un fatto quantomeno bislacco. Si da il caso che Michael Ray Nguyen-Stevenson in arte Tyga (acronimo di Thank You God Always), che sembra sia fidanzato con Kyle Kristen Jenner, sorella di Kendall Nicole e sorellastra di Kim Kardashian West, avrebbe organizzato un festone a margine dei Grammy musicali di quest'anno e abbia deciso di lasciare fuori sia l'ex Beatles che Beck entrambi respinti per ben, si dice, due volte all'ingresso. Per questa ragione l'affranto Sir Paul ha deciso di scrivere a Musicanidi chiedendo rispettosamente una marchetta scritta di modo che anche il signor Tyga possa redimersi e riconoscere una certa, seppur arrugginita fama, al nostro desolato eroe. L'occasione è data dall'anniversario dell'uscita nel 1966 di un disco qualsiasi dei Fab Four: Revolver. Revolver funziona così: aprire google, scrivere the beatles-revolver-youtube, caricare il video che dice full album e nell'ordine ascoltare: Taxman, Eleanor Rigby, I'm Only Sleeping, Love You To, Here, There and Everywhere, Yellow Submarine, She Said, She Said, Good Day Sunshine, And Your Bird Can Sing, For No One, Doctor Robert, I Want To Tell You, Got to Get You Into My Life, Tomorrow Never Knows.
Statistiche alla mano, trattasi del settimo album di studio dei Beatles, si apre con uno dei due pezzi firmati da George Harrison mentre il resto è fagocitato dalla premiata ditta Lennon/McCartney; è un capolavoro assoluto della storia della musica. Il resto è fuffa.
Rimangono un paio di dubbi a latere: che cazzo voleva farci un nonnetto come Sir Paul alla festina delle medie? Chi cazzo è Tyga? Ma soprattutto, che cazzo fa nella vita Kim Kardashian West?

2 commenti:

  1. Wow Cat Power e Beth Orton!
    grandissime!
    2006 e 1996... aiuto! qui si invecchia alla grande (chan e beth, escluse ovviamente: i cani sanno essere signori!)

    RispondiElimina