Musicanidi: Traams: Modern Dancing (2015)

di TommyThecaT

Benvenuti nel 2016 con un episodio della serie: "album del 2015 che andrebbero ascoltati almeno una volta nella vita".

Il trio britannico (from Chichester, West Sussex) Traams (voce-chitarra/basso/batteria) sforna, dopo il debuttante "Grin" del 2013, un secondo compattissimo album alternative-rock molto diretto e d'impatto che già al primo ascolto è pura goduria, ad alto contenuto vitaminico.

Presentato da una cover grigia con un piccolo lupo a testimoniare forse il lato più selvaggio e feroce della loro musica, "Modern Dancing" sviluppa undici pezzi molto "anni novanta" dove l'aggressività "melodica" della chitarra distorta mai banale e la voce adenoidale del frontman Stu Hopkins vengono sostenute da una sezione ritmica sostenuta e incalzante di chiara matrice post-punk ("Succulent Thunder Anthem" su tutte).

La titletrack "Modern Dancing" e la ballatina "Car Song" permettono di riprendere fiato tra svarioni noise, gioiellini pop-rock, cambi di ritmo precisi e controllati, attacchi post-hc, ripetitività kraute. Album per chi ha la necessità di mantenere sempre accesa (o risvegliare) l'attività cerebrale, per chi vive di puro rock et similia et null'altro, per chi ha apprezzato gli scozzesi Idlewild, i pezzi carichi dei primi Modest Mouse, per chi non vuole mai abbassare la guardia (musicalmente parlando perchè, maledizione, quante volte mi tocca abbassare la guardia per non essere travolto da un TIR in piena corsa), perfetto per arrivare incazzati al punto giusto a scuola/lavoro/altrove. Un album che non permette di gridare al miracolo ma, come diceva il buon Albert(ino) Einstein: ogni cosa che esiste è già un miracolo (e qui potrebbe scapparmi una bestemmia e invogliarmi a intavolare mille discussioni ma preferisco alzare paurosamente il volume e partire alla grande con "Costner").