Ten Years Returns: Isobell Campbell, Mark Lanegan, Rolling Stones, Dead Kennedys, Frank Zappa, Belle & Sebastian

di RSK
Anno bisesto
    attacco massivo
 Proverbio Musicanide
 

ISOBELL CAMPBELL & MARK LANEGAN: Ballad Of The Broken Seas

Nel 2006 inizia uno dei sodalizi più strani e accattivanti della musica rock dei nostri giorni. Quello tra un crooner d'eccezione come l'ex Screaming Trees, Mark Lanegan, considerato a torto o a ragione come una delle icone del rock alternativo a stelle e strisce degli anni '90., riconoscibile grazie all'inconfondibile timbro vocale profondo e a volte cavernicolo e per le numerose collaborazioni in gruppi e dischi che contano: dai Mad Season fino a QOTSA.
E tra la gentile e amorevole ex violoncellista dei Belle & Sebastian, Isobell Campbell, scozzese, eterea o sublime come vocalist di un gruppo nel quale e grazie al quale aveva fatto la storia sul finire dei '90. 
Ballad Of The Broken Seas risulta così una specie di esperimento. Piacevole, a tratti irresistibile ma forse un po' incolore e insapore alla distanza. Il tentativo è quello di mettere insieme la Bella e la Bestia della musica alternativa. Alla fine è però lo stile e l'appeal del folksinger di Washington a prevalere sulla leggadria a dire il vero un po' ruffiana della dolce musa di Glasgow che il meglio di sè, fuori dal gruppo, l'aveva dato nel 2003 con l'imperdibile Amorino.
Un disco in definitiva in cui si salvano molti episodi notevoli, citeremo l'iniziale Deus Ibi Est, Ramblin' Man, Dusty Wreath ma che ascoltato a distanza di un decennio non giustifica standing ovation nè tantomeno bis o tris. Ma noi, oh, stiamo solo cercando di separare la crusca dalla farina, non prendeteci per oro colato!




BELLE & SEBASTIAN: If You're Feeling Sinister

È più o meno nel 1996 che inizia il mito di questo "incantevole" gruppo scozzese. Più o meno perchè in realtà si tratterebbe già del secondo disco ufficiale. Ma è a partire dalla mitica copertina, passando per la provenienza scozzese della band, numerosa e singolarmente composta da elementi normali e sorprendenti che il mito dei Belle & Sebastian ha inizio. Ecco allora che If You're Feeling Sinister è di fatto il disco perfetto; romanticissimo, naif, delicato, colorato con tinte pastello e incredibilmente antico e moderno al tempo stesso. Figlio della musica folk migliore ma scevro apparentemente dei contesti depressi, pessimisti e autolesionisti di quella. Intenta a raccontare la realtà di un gruppo di ragazzi che non si limitano a guardare i treni che passano ma che pur sempre vivono vite normali a tratti meravigliose, a tratti sonnecchianti e noiose. 
C'è tutta una poetica esistenzialista dietro e prima della musica che pure sorprende e colpisce nella sua insistita soavità, che solo molto dopo questo disco avrebbe cominciato a fiaccare e disturbare l'ascoltatore. Qui siamo ancora all'inizio della storia, della delicata ma vincente cavalcata di Stuart e soci che ammaliano, addormentano e innamorano l'ascoltatore, anche quello più duro d'orecchi e di comprendonio. Qui siamo decisamente dalle parti del capolavoro. Uno dei dischi dell'anno, ascoltato e riascoltato.



DEAD KENNEDYS: Bedtime For Democracy 

Sono sicuro che il titolo: Bonzo la scimmia Sapiente non vi dice assolutamente nulla, nemmeno se siete di quei cinefili accaniti, amanti dei vecchi film e completisti per vocazione. In effetti si tratta di poco più che una innocua cazzata del 1951, diretta da Fred de Cordova e interpretata da una scimmia e da Ronald Reagan, l'attore, e il cui titolo originale è Bedtime For Bonzo. Guarda caso nel 1986 Ronald Reagan, che nel frattempo ha smesso i panni dell'attore, o forse no?, è il presidente degli Stati Uniti. Biafra e soci decidono così di dedicargli velenosamente il titolo del loro ultimo disco che viene pubblicato postumo, ovvero quando la parabola fulminante della band di San Francisco è ormai giunta a conclusione. Oberati dalle censure, ridicole, e dalle cause giudiziare, troppe e troppo costose, i Dead Kennedys si permettono un colpo di coda degno della loro fama, conquistata a suon di punk e hardcore nel lustro precedente. 49 minuti di potentissima e prepotentissima musica risolti in 21 pezzi nei quali, come di consueto, i nostri non si risparmiano critiche velenosissime e mai scomposte a destra e a manca. Dall'eloquente titolo che critica evidentemente il reaganismo imperante a Macho Insecurity, passando per Anarchy For Sale nella quale si mettono alla berlina i comportamenti di chi normalmente sbraita e urla per moda o per il gusto di farlo.


ROLLING STONES: Black and Blue

Sarebbe interessante chiedere alla Furia di Kingston un giudizio su questo non certo memorabile disco delle Pietre Rotolanti passato alla storia più che altro per le note a margine, che quando si parla di Jagger e soci sono sempre succulenti e ricche di anedotti tra verità e leggenda. In questo caso c'è da dire principalmente che nel 1976 all'indomani delle registrazioni di questo disco Mick Taylor esce dal gruppo lasciando il pesante testimone al buon Ronny Wood, presente nel retro copertina del vinile, che non ne sarebbe più uscito; inoltre Black and Blue arriva dopo un lungo periodo di innamoramento da parte della coppia Jagger/Richards per la Giamaica e il sound in voga in quegli anni ovvero il reggae. Con fare sciallo e disinibito dunque i nostri eroi si sarebbero trascinati, letteralmente, in studio per dar vita a 8 pezzi 8, troppa fatica, tra cui ricordiamo per dovere di cronaca Hey Negrita, Hot Stuff e Charry Oh Baby che per l'appunto è la cover di un pezzo di Eric Donaldson, per il resto basta guardare la faccia del pirata del caribe Keith Richards nella copertina del disco per capire tutto!


FRANK ZAPPA & THE MOTHERS OF INVENTION: Freak Out!

Parlare di musica è come ballare di architettura! Basterebbe questa memorabile citazione, una tra le molte, di Frank Vincent Zappa per chiudere qui la recensione di questo leggendario disco d'esordio. Così, giusto come segno di rispetto verso l'Artista. Uno di quelli, ce ne sono parecchi, che vengono considerati geni a prescindere, soprattutto da coloro i quali non hanno la minima idea di chi fosse e cosa suonasse questo artista poliedrico, un po' folle, imprevedibile e sempre polemico. Dissacrante e blasfemo musicalmente noto per la incredibile commistione di stili e per i testi ironici e assurdi, un po' alla Elio e Le Storie Tese, che da sempre lo considerano un riferimento e un padre putativo. Frank Zappa però artisticamente cresce negli anni '60 e '70 con nelle orecchie tanto blues e jazz da cui prende spunto per creare i suoi patchwork musicali nel corso di una carriera prolificissima che, sarei bugiardo e spocchioso se dichiarassi di conoscere. Freak Out! però, è disco noto, forse il più famoso e abbordabile dei suoi, sempre in bilico tra ortodossia e barbarie dove per ortodossia si intendono gli stilemi classici dei generi così come li conosciamo e identifichiamo: dal rock al blues, dal jazz al folk; mentre con barbarie, ironicamente, indichiamo quel moto pseudo anarcoide che rimette sempre tutto in discussione, alla ricerca di un non genere ultimo che non permetta punti di riferimento e facili appigli all'ascoltatore "annoiato" e "noioso". Il filo conduttore, ci ripetiamo, sono i testi dissacranti, spesso anticonformisti e sicuramente critici nei confronti di una società come quella nord americana attaccata in lungo e in largo non solo ideologicamente da un nord americano che avrebbe volentieri fatto il Presidente!

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