Musicanidi di Maurisio Seimani: Nicole Willis & The Soul Investigators, Gnoomes, John Grant

di Maurisio Seimani

Nicole Willis & The Soul Investigators - Happiness in every style

E' incredibile come nel terzo millennio ci si possa ancora arrendere ad un tradizionalissimo disco soul. Eppure sistematicamente succede: non è infatti la prima volta che tirando le somme degli ascolti più convincenti del mese nell'ambito di questa stessa rubrica, mi sia ritrovato a concludere che tra questi dovesse figurare anche un disco che sembrava provenire dal catalogo anni 60 della Motown o della mitica Stax. E rieccoci al dunque: una voce suadente, graffiante e provocante, una sezione fiati che si dondola "come un palmizio davanti a un mare venerato", un flauto anni 70 che si fa largo tra le linee, ed un impianto ritmico abbastanza esotico da far danzare quelle tigri che un tempo furono tanto care a Ligabue (Ligabue Antonio, obviously...). Davvero nulla di nuovo perciò nella musica di Nicole Willis (newyorkese trapiantata a Helsinki) e dei suoi Soul Investigators, ma Happiness in every style è un flusso ammaliante di RNB, soul, funk, jazz, afro nel quale, abbandonata ogni pretesa di scovarci qualsivoglia novità, è bello abbandonarsi.  Ripensandoci col senno di poi: è davvero così incredibile che nel terzo millennio ci si trovi ancora ad arrendersi di fronte ad un buon disco soul? Beh, a onor del vero forse non lo è così tanto, semprechè quel soul...sia vero SOUL!
In due parole: vero soul.
Giudizio: 4 palle



Gnoomes - Ngan!

Niente. Provate a cercare "Gnoomes" su Google. Niente di niente! "Forse cercavi Gnomes", uscirà scritto. Alla fine ci sono arrivato solo attraverso la ricerca immagini, cercando cioè la copertina del loro disco...ma andiamo con ordine. Ngan! desta curiosità fin dal primo ascolto perchè pur essendo un disco acidone superpsychedelone come ne escono tanti di questi tempi, appare immediatamente più variegato nei suoi riferimenti musicali, proponendo di conseguenza una miscela sonora che nel complesso si rivela più originale di quella di tanti suoi concorrenti. Ispirato alla psichedelia californiana dei 60, ma non solo, si compone di soli quattro pezzi: la lunga cavalcata lisergica Roadhouse che ammicca a tratti anche allo shoegaze ed al kraut-rock dei NEU!, il relaxing-pop Myriads, che in un sol colpo fa incontrare Belle and Sebastienne, Yo La Tengo, Fleet Foxes e XTC, la sferzata elettrica Moognes, che sembra suonata dai King Of Convenience dopo essere stati colpiti da un fulmine, ed infine la lunga coda My Son che prende i Cure di Disintegration e li inonda con la luce di un maestoso tramonto estivo on the beach. Bene, ora il colpo di scena: Alex Pyankov, Pavel Fedoseev, Dmitriy Konyushevich...gli Gnoomes sono questi tre musicisti e sono russi! Provengono dalla città di Perm (che tradotto significa "Terra Lontana"), un posto a circa 1400 Km a est di Mosca dove le massime si aggirano attorno ai 18°C e le minime a -20°C. Dopo i Motorama sono quindi il secondo gruppo russo a capitare in questa rubrica negli ultimi mesi, significherà qualcosa? Forse sì, forse no, ma una certezza resta: Ngan! si rivela un piacevolissimo, piacevolissimo, ascolto.
In tre parole: colpo di scena!
Giudizio: 3 palle e mezza


John Grant - Grey Tickles, Black Pressure

Chiudendo la recensione del suo precedente Pale Green Ghost per questa stessa rubrica ebbi a scrivere: "Ci sono compagni di viaggio che si è contenti di incontrare sul proprio cammino. John Grant è uno dei nostri. John Grant è uno di questi.". Rieccolo dunque il vecchio John, che con questo Grey Tickles, Black Pressure non fa altro che continuare il discorso iniziato nel suo immediato predecessore. Anche qui dunque ballate cantautoriali d'ottima fattura che ancora una volta riescono nell'impresa di coniugare alla perfezione le caratteristiche più classiche del genere ad un sapiente uso dell'elettronica, spinto  però in quest'ultima fatica ancor più in avanscoperta. Il tutto si amalgama talmente bene che a fine ascolto risulta difficile comprendere quale sia delle due anime del cantautore di Denver (tornato per l'occasione a incidere nella sua terra natale anzichè in Islanda dove vive) quella che più ammalia. Ribadiamo: il risultato comunque è il medesimo. Perennemente sospeso tra il cantautorato più tradizionale, peraltro sorretto da testi sempre interessanti, l'elettronica anni 80 ed il David Bowie dei 90, John Grant prosegue imperterrito a sfornare alcune delle canzoni migliori dei nostri tempi, manifestando al contempo un'invidiabile sintesi e grande naturalezza compositiva, che lo rende simile a certi fuoriclasse dello sport che riescono a fare apparire facile anche ciò che in verità è tremendamente difficile. 
In una parola: fuoriclasse
Giudizio: 3 palle e mezza

7 commenti:

  1. Maurisio del'osti basta sfondarti di cannoni ogni volta che ti mattono in mano una tastiera! "Le tigri di Ligabue"...ma robe de macc...

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  2. To Maurisio with love29 ottobre 2015 alle ore 10:07

    Cioè se ho capito bene: un'americana che vive a Helsinki, dei Russi sperduti sugli Urali, un'altro americano che vive in Islanda...vi siete conosciuti in un bar in Norvegia a bere vodka, Maurisio, dì la verità, queste recensioni sono FAZIOSE! Sei la feccia, lo sai. Ciao.

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    1. Anche perchè è vero che degli Gnoomes in rete non si trova traccia, li ha incontrati al bar di sicuro, fottuto Maurisio...

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  3. Qua c'è puzza di Internazionale

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    1. Ma quale? Quella di ANALA pazza INTER ANALA?

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  5. Casso, anche filosovietico adesso...Maurisio stai attento! Moooolto attento...

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