Hell Spet - Tales from Under the bed (2015)

Li avete mai visti gli Hell Spet che dandoci dentro come dei forsennati scappottano il tetto di un locale notturno o ribaltano con il loro arrivo l'atmosfera di un qualche raduno estivo?
Se li avete visti non credo sarete in alcun modo interessati a questa recensione: Tales from under the bed, quarto album della loro prolificissima carriera musicale iniziata solo 4 anni fa, è la quint'essenza di quanto avete già probabilmente visto sul palco quando li avete incontrati sul vostro cammino. Se invece siete tra quelli che non li conoscono, preparatevi alla detonazione di una bomba country-rock come da queste parti non l'avete mai sentito. Dice: ma che vuol dire? Il country-rock ormai l'abbiamo sentito in tutte le salse! Non proprio, perchè ciò che propongono gli Hell Spet è più precisamente cowpunk, un sotto-genere affermatosi con risultati alterni in California in piena epoca punk (si sentano gruppi quali The Beat Farmers, Blood on the Saddle, The Long Riders), ma portato probabilmente alla sua sublimazione negli anni 90 da Hank Williams III, nipote della leggendaria icona dell'honky-tonk recante il suo stesso nome. Bene, liquidate queste quattro nozioncine storiche, ciò che posso dirvi è: fottetevene! Inteso che siamo in un grottesco territorio in cui le strade di folk, country, punk e metal riescono incredibilmente ad intrecciarsi, se si parla degli Hell Spet il punto saliente non è tanto cosa suonino, ma come lo fanno. Ho avuto la fortuna di passare due notti a Nashville qualche anno fa, di vedere gli honky tonk bars lungo la sua Broadway esplodere a suon di country, bluegrass, rockabilly, rocknroll dalle quattro del pomeriggio, fino alle prime ore della mattina. Ancor oggi in quelle notti capita di sentire Folson Prison Blues suonata decine di volte da decine di band in decine di modi diversi. Anche laggiù, insomma, non conta tanto che cavolo stai suonando, ma se stai o no "spaccando il culo". Bene, un solo gruppo italiano è stato in grado di trasmettermi quelle stesse sensazioni e sono stati gli Hell Spet la prima volta che li ho visti dal vivo. In Tales from under the bed c'è tutto questo, con tutti i suoi pro ed i suoi contro. Contro? Quali contro? Che questa musica quando esplode su un palco è sempre fotonica, ma ovviamente non si presta a tutte le situazioni. Ovvio, quindi, che trascinata su un CD o una piattaforma streaming (dunque fuori dal suo ambito ideale) rischi di suonare a tratti un po' disturbante o un po' troppo sopra le righe. Attenti perciò a sbattere sul piatto Tales from under the bed nel momento giusto, perchè sta roba scotta! Però fatelo, una volta, perchè il fatto resta: fotonica, 'sta roba, è fotonica...Believe! (Johnny Clash)

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