Jigsaws: Pezzi di un puzzle - un esercizio di stile

di the Scrapper

Gli esercizi di stile hanno un grande limite: quello di essere fini a se stessi. The Scrapper con un atto di insolente superbia vuole invece farne in questo caso un tributo ai testi delle canzoni.
Pensate a quanta musica ascoltate, al poco peso che spesso date alla comprensione dei testi delle canzoni e a come quelle stesse canzoni vi piacciono moltissimo ugualmente. Capita con le canzoni italiane, figuriamoci con quelle in inglese!Bene, the Scrapper prende una manciata di canzoni, mette in fila i testi, taglia, copia, riordina, traduce (quasi) letteralmente e usa le parole come pezzi di un puzzle e poi vede cosa salta fuori. L’intenzione è quella di dare un riconoscimento dell’importanza dei testi delle canzoni. Le parole scritte rimangono e sfuggono anche alle originarie intenzioni dell’autore… (english version)



 PENSIERI CONTORTI CHE MI PASSANO PER LA TESTA 
(non voglio pensare, voglio vivere le emozioni! Ma come le sento, come…?) 
 o anche: difficili dialoghi con la propria coscienza.

PROTAGONISTI 
- PJ fan
- la sua coscienza

So di essere nato e so che morirò. Tutto quello che c’è in mezzo è mio. Io mi appartengo, completamente. Io sono proprio me stesso, come un altro non è altro che se stesso, in qualunque e originalissimo modo lo sia: siamo tutti diversi l’uno dall’altro. Basterebbe guardarsi nella profondità degli occhi: non c’è un solo motivo valido per nascondere questa semplice constatazione. Io ho affrontato la questione: ho sprecato un’esistenza e tutto quello che ho sprecato non potrò averlo indietro. 
Sono un uomo che vale poco, valgo davvero poco. 
(se c’è qualcosa che odi fare, semplicemente, non farla! Tutto ciò che vale proviene dalla giovinezza: molla il guinzaglio che ti lega, molla il guinzaglio!)

So che ingoierò veleno fino a che non ne sarò assuefatto. Non posso comprare quello che desidero di più, semplicemente perché non è in vendita. Non riesco proprio a trovare pace in questo mondo e a volte non riesco a non pensare che ci sono quelli che muoiono proprio per cercare di vivere.
(ricordati che convivere con il dolore è una forma d’arte, bisogna solo saper mischiare la luce con un po’ di grigio. E in più i dispiaceri sono spesso alimentati, in negativo, dal fatto di negarli). 

Io cerco il mio ruolo, mi ci dedico davvero. Cerco il mio piccolo me stesso, come fosse un libro tra i molti su di uno scaffale.
Alcune volte fallisco miseramente, altre volte no.
È come se le stagioni della vita mi avessero sempre ossessionato.
Tutti questi cambiamenti che si sono succeduti…
Vorrei davvero aver visto dove si è verificato ciascun cambiamento, ma nessuno mi ci ha mai portato.
(se solo avessi saputo dove ciò è successo, ti ci avrei portato io)

L’attesa mi faceva andare fuori di matto. Ora tu sei finalmente qui e io sono un disastro.
(Evviva evviva, i nostri più calorosi saluti a quelli che sono fortunati per definizione. Quelli che sono innamorati, intendo) - mi è facile capire che il “tu” non si riferisce a me ma a un qualche piacevole incontro. 

Non voglio sentire una parola da quelli che tutto sanno.
Sono perfettamente consapevole che alla fine sarò solo, esattamente come quando ho iniziato.
Fisserò il sole tramontare fino a diventare cieco. Non cambierò il mio destino, non cambierò questo mio pensiero. Ho una testa dura, davvero dura.
E pensare per quanto tempo ho desiderato, quanto ho desiderato vivere questo “oggi” con te.
(Sei liberissimo di occupare tutto il tuo tempo da solo rimuginando su vecchi rimpianti, ma ti consiglio di venirci a patti e mettere a fuoco che tu sei l’unico che non riesce a perdonarsi: ha molto più senso cercare di vivere il Tempo Presente).

Sembra che stia diventando inutilmente più difficile trovare un approccio e un modo per vivere.
(stiamo imparando qualcosa da questo viaggio che tutto comprende?)
Non è un delitto fuggire, non è un delitto fuggire.
Tutto l’amore destinato ad andare a male ha reso a tinte fosche tutto il mio mondo.
Ma dammi ancora un po’ di tempo prima di andarcene:
“Giuro che ti amerò fino al giorno in cui morirò, e anche oltre: se tu fossi davvero l’unica e la sola, beh, io non sarò mai abbastanza per te.
Mi manchi già, mi manchi sempre. Mi manchi già, mi manchi sempre. Vorrei essere l’ornamento sentimentale che metti sopra l’albero di Natale, vorrei essere la stella che va in cima. Vorrei essere fortunato esattamente quanto sono fortunato. Vorrei essere un souvenir che tieni insieme alle tue chiavi di casa. Vorrei essere il pedale del freno dal quale dipendi. Vorrei essere il verbo “fidarsi” e non deluderti mai”.

[e un po’ anche lei gli voleva bene e non voleva che si lasciassero in questo modo. Ma ancora prima del primo passo lui se ne è andato di nuovo]

Me ne sono andato, me ne sono andato lontano. 
Con il respiro pesante, i rimpianti risvegliati, pensando alle pagine e ai giorni passati da soli e che avremmo potuto trascorrere insieme… Eravamo lontani mille miglia. Ogni singolo centimetro tra di noi ora sono anni luce. 
Non c’è bisogno di limitarti o di trattenerti sulla tua vita: devi viverla tutta. 
So per certo che avrai una vita bellissima, so che sarai una stella nel cielo di qualcun altro – vedo le cose molto più chiaramente da quanto ti ho messo nel mio specchietto retrovisore. 
Me ne sono andato, me ne sono andato lontano. 
(perché andarsene? Quando qualcosa è perduto bisognerebbe combattere per recuperarlo).

Una volta divisi, non resta nulla da togliere. Alcune parole, una volta pronunciate, non possono essere rimangiate. Me ne sono andato, me ne sono andato lontano. Ma sono ancora vivo. Sono ancora vivo. 
(cammina da solo, con i pensieri che non riesce proprio ad evitare). 

Le emozioni e i pensieri svaniscono, si allontanano… 
Le emozioni e i pensieri svaniscono, si allontanano…
Basta mattinate sconvolte. Basta serate stanche. Sono ancora vivo. Sono ancora vivo. 

Mi stavo facendo guidare, in un suo modo del tutto peculiare, dall’amore:
ho detto che ho bisogno di te? ho detto che ti voglio? se non l’ho fatto sono un idiota, cerca di capirmi, nessuno lo sa più di me: confesso tutto. Tu non prenderesti niente di tutto quello che mi hai dato. 

Sì, ho proprio capito che ciascuna vita è destinata a finire prima o poi. Così come ce ne stiamo qui seduti da soli [per esempio per portare a termine questo esercizio di stile], so che un giorno, [speriamo lontano], noi ce ne dovremo andare. 
Ma, amore mio, che vita diversa avrei vissuto senza questo amore che ho trovato con te!


Se riterrete l’esito soddisfacente, the Scrapper proverà a ripetersi e scoprirete a quale razza canina appartiene. Se lo riterrete deludente, divertitevi almeno a scoprire tutte le canzoni che sono state utilizzate per questo singolare (in tutti i sensi) componimento!
In ogni caso, un sincero ringraziamento va a due persone:

- Eddie Vedder, non solo per aver scritto la maggior parte delle parole che compongono questa specie di racconto, ma anche per aver fatto inserire nella prima edizione di Yield un libretto con la traduzione in Italiano dei testi delle canzoni di quell’album, cosa che si è rivelata illuminante per la mente di the Scrapper;

- Simone Dotto, autore per Arcana del libro “PEARL JAM – STILL ALIVE, testi commentati”, che sono convinto mi perdonerà di aver sfruttato la sua preziosa opera per risparmiare prezioso tempo. Non fosse altro che per questo mio accostamento con il leader del suo gruppo preferito!

5 commenti:

  1. E' di oggi la notizia di un nuovo album nel 2016, ma non gli si può dire che non sono obbligati?

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  2. Marmellata di schiaffoni26 agosto 2015 alle ore 14:34

    Preferisci i Pooh?

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  3. meglio un Pearl Jam in casa che un album di Chris Cornell alla porta.

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  4. Se dopo il disco viene un tour.... lunghissima vita ai Pearl Jam e alle loro declinanti uscite discografiche!

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