Ten Second After: Ken Camden, Sharon Van Etten, Neil Young, Promise Of The Real, The Earthless Bastards,

di RSK

Ken Camden: Dream Memory

Altissimus planetam tergeminum observavi
Galileo Galilei

2015: Odissea nello spazio. Immagino che se l'aurora boreale potesse produrre un suono sarebbe quello di Dream Memory o se lo spazio infinito volesse comunicarci qualcosa chiederebbe in prestito qualche minuto di quest'ultimo disco oppure se gli anelli di Saturno volessero farsi beffe della Nasa rispondendo ai loro quesiti sul perché esistono chiamerebbero al telefono Ken Camden.
"Salve, signor Ken?"
"Si"
"Buongiorno siamo gli Anelli di Saturno"
"Un attimo, ho la pasta sul fuoco, può richiamare più tardi?"
Chissà di che "pasta" potrebbe mai parlare questo folletto di Persolandia che reinterpreta la psichedelia o meglio lo space-rock in modo sublime e memorabile in questo Dream Memory. Un disco incredibile capace di mettervi a proprio agio in cinque minuti e farvi sentire a disagio in dieci secondi; capace di farvi scordare i ritmi frenetici della vita quotidiana e trasportarvi in una dimensione di totale stordimento, sublime e maledetto.  Proveniente dalla scuderia Kranky di Chicago, specializzata in musica sperimentale, (Pan American, Labradford, Goodspeed You! Black Emperor, Low, Boduf Songs, ecc.) Ken Camden è al terzo disco solista. Bon voyage!


Neil Young, Promise Of The Real: The Monsanto Years 

Il cavallo pazzo è tornato. Certo, sempre pazzo, ma più simile al Rocinante di Don Chisciotte piuttosto che al Black Stallion di Cavalli Selvaggi. Il tempo, si sa, passa per tutti e anche per Neil Young sembra giunta l'ora di prenderne atto. Il disco è un marchio di fabbrica dalla A alla Z dell'universo youngiano. Un mito, è evidente, della nostra epoca. Un uomo capace come pochi altri di cambiare la musica e un genere musicale, influenzare generazioni e regalarci pietre miliari non comuni. The Monsanto Years però non riesce nell'intento di evitare di pensare talmente tanto al cavallo pazzo che fu da volerne abbandonare l'ascolto e tornare indietro, nella nostra personale discoteca fino agli anni '60. Eppure l'inizio è fologorante: A New Day For Love è uno splendido omaggio al sound flower power tanto amato dal nostro e da memorabili compagni di viaggio come il caro vecchio David Crosby che si apre con la voce del nostro accompagnata da un coro e si chiude con un assolo lisergico di chitarra, poi Wolf Moon, splendida con quell'armonica così arcinota e la sua voce lunare. Due perle che non trovano sostegno e credito nel resto del lavoro che, come dire, s'infiacchisce e si spegne apparendo un compitino, per carità ben fatto, ma niente di più. L'impressione è che le polemiche derivate nei mesi scorsi dalle tematiche forti trattate nei testi del disco fossero una cortina di fumo per nascondere un'opera minore del nostro eroe. Un disco che non si può stroncare a priori ma che nemmeno si può definire consigliabile...


The Earthless Bastards: Restless Ones

Indiani; indiani che cavalcono una prateria in un mondo a testa in giù, capovolto, che non esiste. Gli Earthless Bastards dopo il bisonte di Arrow (2012) Scelgono ancora l'immaginario dei nativi americani con tutto ciò che filosoficamente, politicamente e musicalmente comporta la scelta. Graffiante e polveroso il rock degli Earthless Bastards da Cincinnati, fin dalle prime note di Wind Up Bird richiama alla mente i Marcy Playground più in forma. Sarà che da quelle parti le sette note suonano simili ma l'attitudine rock dei due gruppi ha qualcosa in comune. Restless Ones però è un disco decisamente rock e multiforme in cui la chitarra che a volte suona un pò più vicina al blues acustico è protagonista quasi assoluta. Rock rotolante con il cavallo pazzo nel cuore, coadiuvato dalla voce femminile, profonda e potente di Erika Wennerstrom che sicuramente fa la differenza. Il disco regge l'ascolto alla distanza con qualche notevole impennata e alcuni punti più deboli sul finale. Crazy Horse.



Sharon Van Etten: I Don't Want To Let You Down


No, caro Wildcatter, non era un abbaglio. Ok non si tratta di un disco vero e proprio bensì di un EP ma se fosse una partita a freccette il risultato sarebbe 100 su 100. A parte l'eterea e un po' fastidiosa copertina le 5 canzoni che compongono I Don't Want To Let You Down sono semplicemente una più bella dell'altra e se a un primo e superficiale ascolto potremmo catalogare la musica di questa folk singer del New Jersey come "triste" o "strappalacrime", con il passare degli ascolti ci rendiamo conto di trovarci di fronte ad un'artista capace di emozionare grazie anche ad una grandissima voce, meno graffiante di Cat Power, più virtuosa di Damien Rice. Musica di profondità non solo emozionale ma anche artistica; dalle parti di Turin Brakes.


11 commenti:

  1. nemmeno un commento musicale sulla grecia?

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  2. Io non ho un commento musicale, ma ho un commento.
    Ed è che non ho capito gli insulti.

    Il popolo di un paese ha votato ciò che reputava giusto ed il suo parere va rispettato.

    Ma non ho capito gli insulti di Tsipras, Varoufakis e soci e BCE, UE ecc (infatti quest'utimo bene ha fatto a dimettersi e speriamo di non rivederlo più).
    Cioè, cazzo insulti i tuoi creditori? E' un'assurdità. Padoan per rassicurare i mercati l'altro giorno ha detto che l'Italia è creditrice "solo" per 45 miliardi di euro (qualcuno aveva scritto 62 il giorno prima sul SOle 24 Ore). E sopra di noi ci sono Francia e Germania.
    Cioè fino all'altro ieri questi "mostri" hanno solo dato e allora cosa insulti?

    Prenditela con tutti i cialtroni dei tuoi governi precedenti che hanno bruciato tutti quei soldi anzitutto, prima di tirare in ballo la BCE e la UE.

    Se no l'atteggiamento è uguale a quello dei nostri antieuropeisti nazionali, tipo Salvini, che oggi dà addosso a BCE e Merkel, ma sta in un partito che fino all'altro ieri spediva cime come il Trota a decidere in regione.
    Tanto antieuropeismo, ma poi chissà perchè i buchi saltano fuori al MOSE, alla Regione Lombardia, alla regione Lazio, al Comune di Roma, sulla Salerno Reggio Calabria...cazzo c'entra la Merkel con la Salerno Reggio Calabria?

    Insomma, stante il rispetto per il voto del popolo, nelle espression dei suoi politici, l'antieuropeismo greco non mi sembra diverso da quello che c'è in altri paesi dell'unione. Incolpa l' "altro" di tutti mali che si vive più contenti.

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    1. Non sono d'accordo con te sono d'accordissimo, come quasi sempre, del resto, pero' temo che la questione travalichi il senso del bon ton del centauro greco. Purtroppo l'inconsistenza delle istituzioni europee, su qualsiasi tema politico e sociale, ha fatto si che l'Europa si sia indebolita e le nazioni abbiano ripreso il sopravvento. Cio' è un male, essere antieuropeisti oggi è assolutamente antistorico ancorchè una stronzata che conduce solo alla rovina e alla guerra, pero' quest'Unione Europea non va bene. Non va bene perché si ha l'impressione che a gestirla siano la Merkel e la Lagarde oppure burocrati che, per citare un esempio, obbligano l'Italia a usare il latte in polvere per fare il formaggio o costringono i produttori d'olio a sacrificare le piante secolari in Puglia ecc.. Questi sono solo esempi che pero' purtroppo consentono a gente con Buonanno, Salvini o Grillo di trovarsi servito su un piatto d'argento il pulpito dal quale (s)predicare. Mala tempora...mala tempora...

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  3. Muzzariella debbufala greca7 luglio 2015 alle ore 10:29

    La Grecia è nel pallone giudata dai soliti politici greci nel pallone, che giusto perchè navigano nell'oro hanno pensato bene di spendere altri soldi per chiedere alla loro gente di esprimere un sì o un no ad una proposta d'accordo, che la UE aveva già ritirato. Questi sono scemi.

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  4. Maurisio Costanzinopulos7 luglio 2015 alle ore 11:52

    BONI, STATE BBBBONIIIIIII!

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    1. Muzzariella debbufala greca7 luglio 2015 alle ore 13:24

      Boni chi? altri milioni di euro buttati nel cesso per farsi un po' di propaganda a spese dell'UE?
      E IO PAGO!

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    2. Maurisio Costanzinopulos7 luglio 2015 alle ore 15:50

      Boooooniiiiii....

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  5. Tutta sta manfrina per chiedere 7 miliardi.

    This is the end.

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    1. ma cosa vuol dire? 7 mld per la grecia sono come 50/60 per l'italia, mica bruscolini

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  6. Oh, ma qualcuno conosce i dischi recensiti? A parte Neil Young, consigli?

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