Musicanidi di Maurisio Seimani: Gill Landry, Giant Sand, Tyler The Creator

di Maurisio Seimani

Gill Landry - Gill Landry

"Se non è mai stata nuova e non invecchia mai, allora è una canzone folk", recita una splendida battuta del film A proposito di Davis dei fratelli Cohen. Bene, potrebbe essere questa la definizione più calzante per i dieci pezzi dell'omonimo album di Gill Landry, nel quale tutti i trucchi possibili che la moderna tecnologia rende disponibili per una registrazione in studio vengono accantonati a favore di una coinvolgente sincerità interpretativa, semplice ed onesta. Il tono confidenziale della voce di Landry, simile a quella di un compagno di sbronze incontrato per caso al bancone di qualche decadente bar della Louisiana, si adagia perfettamente su strutture classiche della tradizione folk americana, sempre ben sostenute da un istituzionale trio chitarra, basso, batteria che si muove impeccabilmente elegante e spontaneo. A impreziosire il tutto i duetti con Laura Marling e gli interventi misurati della tromba di Nick Etwell di Mumford & Sons e di un violino innaffiato nel bourbon, che qua e là si fa strada tra le linee melodiche delle composizioni. Nulla di innovativo o trascendentale, dunque, ma pezzi come Funeral in my heart, Just like you, Fennario e Long Road coinvolgono e conquistano quel tanto che basta per trasformare un altro qualsiasi disco di folk-music in un disco di folk music assolutamente da consigliare a cuor leggero. Di quelli che non saranno mai nuovi, ma che probabilmente non invecchieranno mai.
In una parola: folk
Giudizio: 3 palle





Giant Sand - Heartbreak pass

Howe Gelb ed i suoi Giant Sand non cambieranno mai. Possono cambiare i musicisti coinvolti e la line-up della band può allargarsi o restringersi, ma è inutile approcciarsi ai loro dischi sperando in inutili virate. Bastano le prime quattro note a riaccendere quel rock-sound dinoccolato "Arizona style" (stile che peraltro loro più di ogni altro hanno contribuito ad inventare) fatto apposta per diffondersi tra la polvere del deserto tra balere di hobos e taverne mariachi. La domanda è dunque: può funzionare la stessa formula ancora una volta, per l'ennesima volta? Risposta: non venite a chiederci il perchè, ma innegabilmente sì. Sarà che questo è uno dei loro dischi più immediati ed orecchiabili, sarà che finchè è fatta con gusto certa roba non stufa mai, sarà che...boh, sarà che forse Howe Gelb è davvero un genio. Il punto è che ancora ad oggi come si fa a non farsi coinvolgere da un rocknroll strampalato come Hurtin'Habit, dal pop sporco di Transporter, dalla danza campagnola di Song so wrong? E poco importa se l'ascolto completo dell'opera si rivela infine prolisso (alcuni pezzi in coda piuttosto prescindibili): tutto si fa perdonare a fronte del meraviglioso passato della compagine e della rinnovata freschezza dell'insieme. Si citava sopra la battuta di quel film dei Cohen a proposito del folk. E' folk anche la musica dei Giant Sand? Sì, perchè no, ma la musica dei Giant Sand è soprattutto la musica dei Giant Sand. Il punto è semmai che del folk conserva una caratteristica essenziale: che pur non avendo più alcunchè d'innovativo non accenna ancora a voler invecchiare. Milagro!
In una parola: milagro!
Giudizio: 3 palle.



Tyler, The Creator - Cherry Bomb

Non amo particolarmente l'hip hop anglossassone. Perchè? Perchè a essere onesto non capisco un accidente di quanto dicono. Detto questo eccomi a consigliare l'ultimo di Tyler The Creator, del collettivo hip hop los-angeleno Odd Future di cui ne è co-fondatore, produttore e leader (per intenderci: parliamo della stessa crew da cui è emerso anche l'apprezzatissimo Frank Ocean). Questo perchè il disco si fa stimare anche per le sue divertenti, istrioniche e schizofreniche strumentali, dominate da un piglio crossover capace di virare repentinamente dall'house, all'hip hop, al funk fino all'electro-soul più raffinato. Il disco ideale per un house party estivo in piscina in cui si voglia stupire gli invitati con qualcosa che suoni stuzzicante quanto indiscutibilmente trendy ed alternativo. Scrivere che quest'album è una bomba in senso assoluto sarebbe oltremodo oltraggioso, ma sostenere che alcuni pezzi di Cherry Bomb possano letteralmente esplodere in situazioni di quel tipo non lo è. E' estate dunque. Divertiamoci!
In una parola: party-bomb!
Giudizio: 3 palle.

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