Ten Second After: Title Fight, Moon Duo, Swervedriver e Of Montreal

di RSK

Title Fight - Hyperview

Terzo disco in dodici anni di carriera per i Title Fight, dalla Pennsylvania, ancora!!!, che con Hyperview mettono in piedi un opera di tutto rispetto. Una sorpresa alternativa, un condensato di noise e indie in salsa romantica. Perchè romantica? perchè le canzoni sono rumorosamente scialle e ricreano paesaggi che ricordano certi Interpol, che ricordano certi Joy Division e via cosi' in un susseguirsi di rimandi e suggestioni realmente piacevoli e accattivanti che improvvisamente mi baluginano un nome: Doves; ecco c'è anche molto di Lost Souls in questo disco. Leggendo qua e la' scopro che per i Title Fight alcuni usano la definizione di emocore. Ora, posto che non so assolutamente che cazzo significhi credo di poter affermare con sufficiente sicumera che questo disco segni un cambio di tendenza e l'unico core ivi presente è quello che fa rima con ammore, piuttosto certo punk rock e indie degli ultimi '90 e dei primi '00, mi ripeto. Ok, mi fermo se no rischio di incartarmi quello che so di sicuro è che si tratta di una delle cose migliori sentite fin qui in questo 2015, fidatevi! Curiosità finale: il gruppo è composto da Jamie Rhoden, Shane Moran e dai gemelli Ned e Ben Russin.




Moon Duo - Shadow Of The Sun

I Moon Duo sono ormai di casa sulle pagine di Musicanidi forse perché i cliché triti e ritriti che propongono e che gravitano nell'orbita di una psichedelia in bilico tra i 70 e gli 80 per quanto appunto cliché fanno breccia e piacciono a questi quattro cani spelacchiati che poi siamo. E' quasi un disco di musica "classica" solo un po' più accelerata del solito ma nel quale scalpita e dimora il fuoco sacro della musica. Ci sono e non ci fanno e la dimostrazione deriva dalla velocità e gradevolezza con la quale scorrono via 45 minuti di questo loro terzo disco, Shadow Of Te Sun, che segna un'evoluzione stilistica importante nella loro storia non foss'altro qualitativamente parlando. Ripley Johnson e Sanae Yamada con l'innesto del batterista canadese John Jeffrey riescono a creare un suono fresco pur chiaramente debitore di quel west sound alla Doors da un lato e dallo psycho noise anni '80 dall'altro che sa di antico e di buono al tempo stesso. La vera novità è che mai come oggi i Moon Duo suonano come i Moon Duo segnando un colpo maestro sulla lunga strada della psichedelia lastricata di ombre...sul sole! Il loro capolavoro!


Of Montreal - Aureate Gloom

Di solito su Ten Second After ci limitiamo a scegliere la crema della crema degli ascolti piu' recenti selezionati tra mille mila dischi che ci giungono in redazione da ogni parte del mondo per essere sottoposti alle critiche (vedi alla voce marchette) in primis del nostro diretorerrimo Maurisio Seimani.
Dopo varie spremiture soprattutto di meningi ecco qua che pubblichiamo solo il meglio. Permetteteci pero' questo mese di fare un'eccezione d'eccezione. 
Si tratta dell'ultimo, nuovissimo e attesissimo disco di Kevin Barnes che assente ormai da ben 16 mesi dalle scene discografiche (vedilo qui) torna con Aureate Gloom. Ignoriamo la causa di tanta prolificità, 13 dischi in 18 anni, ma di una cosa siamo sicuri. Gli Of Montreal ci hanno rotto i maroni! Quel fare da elfi perennemente ispirati, pronti a svolazzare di fiore in fiore saltellando in prati verde acido sa di trito, ritrito e riritrito! Dispiace dirlo, perchè sicuramente il disco è piacevole e a molti potrà pure sembrare meglio di quello prima o di quello prima ancora o magari peggio di tre dischi fa ma meglio dell'esordio, eccetera eccetera. Dispiace perchè probabilmente l'abbiamo pure ascoltato distrattamente senza dedicargli l'approfondimento che merita ma cosi è se vi pare. C'è modo e modo di invaghirsi della psichedelia, questo mese il cavallo di battaglia del genere per noi è Moon Duo per Of Montreal probabilmente sarà per un'altra vita...bad trip!

Swervedriver - I Wasn't Born Lose To You

Passiamo infine e invece ad un insperato ma piacevolissimo ritorno. Degli Swervedriver da Oxford infatti si erano perse le tracce ormai da tempo. L'ultimo disco risale addirittura al 1998 il che significa musicalmente parlando una vita e mezza. Il gruppo dopo essersi dissolto si ritrova sotto l'egida di Adam Franklin nel 2008 ma si deve attendere fino ad oggi per veder pubblicata una nuova fatica. Beh, il risultato è una bella sorpresa davvero. Un disco di alternative rock molto ben fatto dall'animo leggiadro sintetizzato dalla copertina vagamente sognatrice e malinconica. Tenuto in piedi da corpose e frizzanti ritmiche a base di chitarra e batteria davvero arrembanti I Wasn't Born Lose To You tiene botta e stupisce soprattutto quando alza il volume e cambia ritmo. Scordatevi l'etichetta di shoegaze per questi nuovi/vecchio Swervedriver, se ci sarà un seguito o meno certo è difficile dirlo ma come si sa oggi conta soprattutto la dimensione live per un artista e perciò se dovessero capitare dalle vostre parti non lasciateveli sfuggire. Ho detto tutto. 
Hasta pronto

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