Molto probabilmente questa sarà una delle recensioni più inutili che abbia mai scritto (non che le altre siano di grande utilità “sociale” ma parlare degli SHELLAC nel 2014 mi pare veramente cosa ovvia e alquanto banale). Ottobre 2014. Finalmente arriva, sempre per la Touch&Go Records, il quinto album ufficiale a 7 anni dall’eccellente levriero italiano (Excellent Italian Greyhound, questo il titolo, ndC). Da loro non mi aspetto nulla di particolare, nessuna novità o mirabolanti stravaganze musicali, è uno di quei pochi gruppi che potrebbero perseverare a vita a ripropormi lo stesso sound, le stesse atmosfere, le stesse emozioni che dal folgorante esordio del ’94 “At Action Park” regalano ai loro fans.
6 Ottobre 2014. Finalmente ci siamo. Faccio accomodare in auto Steve Albini con chitarra, Bob Weston con basso incorporato e Todd Trainer con la sua cazzo di batteria ingombrante. Si parte. Brescia-Borgorforte-Brescia è un bellissimo delirio, ci stanno esattamente 4 “Dude Incredible” uno dietro l’altro, senza soste. Non ho mai visto una campagna autunnale così bella. Il trio, in perfetto asincronismo, spazza via qualsiasi cosa trovi davanti. E’una mietitrebbiatrice che pela i campi di mais manco fossero i miei poveri capelli sulla mia spoglia pelata, è un aratro che solca e smuove la terra secca di un mese senza pioggia. Il loro suono aggressivo e disordinato abbellisce il paesaggio, colora i terreni di mille sfumature più o meno minerali, disegna rettangoli precisi e ordinati pronti ad affrontare il colonnello (o maresciallo, se preferite) inverno.
Al primo giro mi concentro sui colpi precisi della batteria di Todd che, come un grande artista, batte, senza un’apparente logica, un grande pezzo di marmo per regalare una scultura degna dei migliori maestri greci-latini. Negli Shellac la batteria cruda di Trainer è un mondo parallelo dove è bellissimo perdersi e isolarsi. Al secondo giro vengo strettamente legato dalla chitarra nervosa (e meno noise del solito) di Albini e dal basso onnipresente di Weston. I due, come sempre, amano giocare, si divertono a passarsi il comando. Uno è lo specchio distorto dell’altro. Sono un intreccio sonoro ininterrotto che si scioglie e si lega a piacimento, che detta i ritmi e le pause. Al terzo giro cerco disperatamente di dare spazio al lato razionale del mio ascolto. Fatica inutile: gli stop&go, le sincopi ansiogene, la rabbia geometrica lo fa saltare ogni qual volta cerca di emergere dal marasma post-hardcore. Al quarto è puro godimento, ne voglio ancora, non riesco a farne a meno.
Sono oramai in ufficio. Pausa. Riparto, mancano pochi chilometri a casa, ho disperatamente bisogno di “At Action Park”. Dopo cena, sono a letto e mi risparo a mille in cuffia “Steady As She Goes” da “Excellent Italian Greyhound” mentre rileggo con attenzione la tracklist di “Dude Incredible”. Su nove pezzi la parola “surveyor” appare ben tre volte. Surveyor? Controllore? Come non dargli torto in un mondo da big-big brother. Agrimensore? Cosa cazzo è un agrimensore? Facile, è chi misura, divide e mappa i terreni, chi cerca di "dare ordine" e indicare “confini”.
Controllori/grandefratello, Shellac, agrimensori/campi, caos/ordine, geometrie/confini. Tutto appare chiaro, tutto si svela, la mia giornata trova un senso preciso.
Oramai sono sotto, meravigliosamente sotto.
TRACK LISTING ◊ 9 songs
Side ADude Incredible / Compliant / You Came In Me / Riding Bikes
Side B
All The Surveyors / The People’s Microphone / Gary / Mayor/Surveyor / Surveyor
1994 - At Action Park (Touch&Go Records)
RispondiElimina1997 - The Futurist
1998 - Terraform (Touch&Go Records)
2000 - 1000 Hurts (Touch&Go Records)
2007 - Excellent Italian Greyhound (Touch&Go Records)
2014 - Dude Incredible (Touch&Go Records)
Provate a recensire un altro disco degli Shellac e veniamo cercarvi e vi massacriamo (l'ano).
RispondiEliminaMassacriANOli!
EliminaSeimani tu e i tuoi scagnozzi state superando il limite.
RispondiEliminaViuuuuuuuuuuuuuulenzaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!
RispondiElimina"E’una mietitrebbiatrice che pela i campi di mais manco fossero i miei poveri capelli sulla mia spoglia pelata" non vorrei dire ma la vostra creatività vi sta sfuggendo di mano...
RispondiElimina(PS: Seimani zoccola)
Non preoccuparti, in ogni nostra recensione viene inserita la stronzata per testare le facoltà intelletive dei nostri lettori.
EliminaTu hai superato il test.
In effetti la frase non vuole dire nulla in qualsiasi altro cervello che non sia il mio. Volevo semplicemente paragonare la facilità con cui la mieti. pela i campi con la facilità del rasoio a radare i miei capelli.
Come non tutte le ciambelle escono col buco, pure le frasi a volte escono male. Le frasi però si possono correggere, mi potresti dire.
Però a me piace, piace, piace da morire.
W le mietitrebbia e i miei poveri capelli!
me go dit solamente che oter sif fera come dei balcù. Fine.
EliminaTommy TheCatta non fare la shellac!
RispondiEliminaMarzapannah ti puzza l'aschellac
EliminaSpero che Piero D'Avola ed il suo Musiquark si occupino presto anche del Seimaniflagellismo.
RispondiEliminalasciamo stare che anche i grillini potrebbero starmi sul cazzo, ma il PD che schifo merdoso fa nel momento in cui attacca un rapper sostanzialmente solo perchè ha scritto l'inno di un altro partito? Sono dei naziskin di figa.
RispondiEliminatra le righe...."I due, come sempre, amano giocare, si divertono a passarsi il comando".....E' un post autobiografico..Sembra di stare lì da voi in redazione..chissà cosa intendevi per "comando"..
RispondiEliminaBeh, tutto appare chiaro. Il finale illumina:
Elimina.....oramai sono sotto, meravigliosamente sotto.....