a cura di...Maurisio Seimani
Goat - Commune
Che bello trovare delle conferme. Che bello è, soprattutto, trovarle dove meno te le aspetti. Mi era piaciuto il primo dei Goat ed anche in quel caso il loro esordio era stato inserito in questa rubrica tra i nostri suggerimenti del mese (si può leggere la recensione cliccando QUI!). Eppure, data la peculiarità della proposta, dubitavo che scevri dell'effetto sorpresa i nostri sarebbero riusciti a ricreare certe suggestioni. Questa band dai suoni caldissimi, proveniente da posti presumibilmente freddissimi (Korpilombolo, Svezia), affida il suo messaggio a suite musicali che poggiano su ritmi primordiali, nelle quali si insinuano slanci vocali di natura quasi tribale. Puntuali, poi, affiorano in tutto questo gli interventi di chitarre elettriche dal piglio vintage-psichedelico, che trascinano la musica dei Goat verso territori lisegici propri degli anni 70. La formula già proposta nel precedente World Music viene qui riattualizzata senza evidentissime novità, se non fosse che appare però migliorata, da ritmiche che qui appaiono più suadenti ed arrangiamenti che rendono i mantra della band più avvolgenti e meno ossessivi. Commune va cioè a correggere esattamente quegli elementi che col passare degli ascolti avevano finito per stancarmi del precedente World Music, dopo esserne stato completamente travolto e conquistato in prima battuta. Non solo una conferma dunque. Superato l'effetto sorpresa, i Goat s'impongono spostandosi su sfere che stanno ancora più in alto.
In una parola: UP!
Giudizio: 4 palle
Alt-J -This is all yours
Che bello trovare ogni tanto delle conferme, si diceva. Perchè, davvero,non è cosa facile in tempi nei quali a ottimi album d'esordio colmi di stuzzicanti promesse seguono sovente dischi caratterizzati da una piattissima banalità. Non è il caso degli ALT-J: ci era piaciuto tanto An Awesome Wave (di cui si può leggere la nostra recensione QUI!), ci piace allo stesso modo, e forse ancor di più This is all yours. I nostri confermano doti non comuni nel tessere trame musicali di pregiata fattura che si muovono sciolte lungo le vie tortuose dell'indie-pop del nuovo millennio. Dai Radiohead, ai Fleet Foxes, dagli Wild Beasts ai Maccabees, ancora una volta gli Alt-J raccolgono il meglio della recente tradizione pop, per cavarne un album fresco, intelligente, divertente, coinvolgente. Sono sicuro che in rete esisteranno già nutrite schiere di denigratori con i fucili puntati pronti a colpire. "In cima ad ogni vetta si è sull'orlo dell'abisso" diceva l'aforista polacco Stanislaw Lec. Non cadete nella trappola di guardare a questi ragazzini di Cambridge come ad una delle tante band destinate a perdersi nel grande mare mediatico del web. La loro ispirazione ha sul serio una marcia in più. E per il momento sulla Awesome Wave si surfa ancora alla grande. Non s'è ancora infranto nulla.
In una parola: forti.
Giudizio: 4 palle.
Leonard Cohen - Popular Problems
Non si scrive di un nuovo disco di Leonard Cohen. Ci si leva il cappello e si ascolta in silenzio quanto ha ancora da dirci questo distinto signore ottantenne che continua ad impreziosire il panorama musicale della sua non comune eleganza. Non ho altro da aggiungere, perchè quanto scritto sopra è quello che si deve fare di fronte ad un personaggio di tale statura ed alla sua ultima creatura. Qui si vogliono dare dei consigli per gli ascolti ed esistono casi in cui non c'è alcun bisogno di spiegarli questi consigli. Men che meno di giudizi o palline. Pensatela come volete. Replicate pure che una recensione siffatta non ha alcunchè di professionale. Francamente, nel caso in questione: chissenefrega.
Saluti ai musicanidi ai quattro angoli del globo e buon week end,
Maurisio Seimani.
Che bello trovare ogni tanto delle conferme.
RispondiEliminaPer esempio: SEIMANI MERDA!
Non si scrive di un nuovo post di Seimani. Si erige un palo d'ebano e si ascolta cos'ha da dirci questo quarantenne rincoglionito prima di infilarglielo tutto su per il culo.
RispondiEliminaCiao Maurisio, guardati le spalle.
Figurati se non ti piacevano i Goat vile e rivoltante Maurisio...in che senso?
RispondiEliminaChe sei una CAPRA, CAPRA, CAPRA, CAPRA, CAPRA, CAPRA!
Ci sono poche cose al mattino appena svegli che ti fanno venire voglia di vomitare. Una di queste è il nuovo sproloquio di Seimani, Vomitevole!
RispondiEliminaPopular problems:
RispondiEliminan.1: Seimani.
La recensione di Cohen non ha alcunchè di professionale. Viene il dubbio che Seimani manco l'abbia ascoltato il disco.
RispondiEliminaperchè ta set un terù!
EliminaIncensa Cohen e poi lo adopera come un burattino per fargli recensire il suo disco da solo...le voragini di stupidità aperte da quest'uomo sono tanto profonde da arrivare a sfiorare le corna al diabolico.
RispondiEliminaNon è che lo adopera come un burattino, Cohen è un suo burattino, come Mick Jagger, come Dylan, come Springsteen...nessuno ha idea di quanta putrefacente corruzione si nasconda tra le pieghe anali di quel culo flaccido sfondato...
EliminaJoe The Dog santo subito.
RispondiEliminaAncora una volta repubblica.it ruba i post e i soldi a musicanidi. Denunciamoli, basta!!!
RispondiEliminaBeh dai, anche noi abbiamo una citazione di Repubblica sulla colonna di destra.
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