Meid in Italy, consigli per gli ascolti: 3Prozac+

di Maurisio Seimani

"Mi sento bene solo se
mi faccio male."

Tra tanti dischi italiani che si potrebbero proporre, perchè proprio 3 dei Prozac+? Questo disco è stato un flop. Peggio: probabilmente è stata la fine della (peraltro breve) parabola di questa band di Pordenone, che eppure arrivava a questo LP dall'ottimo successo del precedente Acido/Acida, album trascinato nelle alte sfere delle hit parade italiane (siamo alla fine degli anni 90) da un omonimo singolo la cui risonanza era stata semplicemente travolgente. 

3 dunque non è nulla. Non è probabilmente l'album più rappresentativo dei Prozac+, visto lo scarso successo commerciale che lo mise appunto in una condizione di complesso d'inferiorità rispetto al precedente, non è l'album simbolo di una generazione, non è niente.
Quasi impopolare parlarne, dunque.

Eppure riascoltiamolo oggi questo disastro discografico (prendetelo pure come un mio invito personale). Che aveva che non andava questo disco, in fin dei conti? A distanza di 14 anni non mostra particolari sbavature. Ha un buon sound, sostenuto com'è da trame vocali tessute con sapienza, riff chitarristici geometricamente taglienti e ritmiche precise e trascinanti. Non gli manca certo il piglio punk, pop-punk per l'esattezza (alla Bozzcocks o Green Day più che alla Sex Pistols), cui l'album mira fin dalla prima nota, nè la grezza poesia delle opere appartenenti al suddetto genere. I testi, sinceri, ben fotografano un provincialismo drogato, gabberino e suburbano che chi ha vissuto quegli anni non può che riconoscere come innegabilmente vero in quanto inconfutabilmente esistente.

E quindi insomma che c'era che non andava in questo disco? Sono andato a controllare per curiosità che succedeva nel nostro panorama musicale all'inizio del nuovo millennio e non ho trovato granchè. Litfiba già invischiati in Elettromacumbe, Ligabue perso per la sua strada, mentre molti dei massimi esponenti dell'indie italiano si scioglievano o si trovavano in parabola discendente dopo i meravigliosi clamori dei 90 (riferimenti a Casino Royale, 99 Posse, CSI, Bluvertigo non certo casuali). Vero che però sulla cresta si potevano trovare ancora pezzi da 90 (appunto) come Afterhours (Non è per sempre è del 99), i Marlene Kuntz in duetto con Skin, ed i Subsonica di Tutti i miei sbagli. I Verdena esordivano l'anno prima prodotti da Giorgio Canali.  Muovevano i loro primi passi anche Baustelle, Virginiana Miller e Perturbazione. In sintesi: c'era di meglio e c'era di peggio e comunque l'indie italiano si andava indirizzando verso altre soluzioni. Qualcuno potrà anche asserire: meglio così. Anzi, forse probabilmente fu proprio questo il punto. La proposta dei Prozac+, alle porte degli anni zero, si mostrava ancora saldamente ancorata a stilemi troppo primi anni 90, e probabilmente: fuori tempo massimo.

E va bene, mi sembra però regga ancora la domanda di partenza: che c'era in fin dei conti di tanto sbagliato in questo disco? Faceva davvero così schifo? Rianalizzato a lungo termine non mi sembra. Talvolta è facile dare consigli per gli ascolti. Basterebbe pescare ad occhi chiusi nel catalogo di parecchi dei nomi sopra citati per ricevere facili plausi. Ma diamine, siamo il blog di musica fatto da cani migliore del mondo o cosa? Prendiamoci qualche rischio. Sbattete in una delle vostre playlist questo album disgraziato almeno una volta. Se va male, qui sotto l'insulto è sempre libero. Sono Seimani, in fin dei conti. Mi sento bene solo se mi faccio male...

7 commenti:

  1. Non sono mai stato interessato ai Prozac+, mi piacciono invece i Sick Tamburo. Senza Vergogna è un' album notevole.

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  2. Avevo questo CD...c'era anche una bella cover di Boys don't cry lì dentro.

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  3. Se penso a quanta gente enormemente dotata e capace non riesce a sfondare né a proporre un qualsiasi proprio lavoro al grande o medio pubblico e poi vedo Electromacumba, mi viene il disgusto.

    Poi penso che alla fine c'è spazio per tutti e un po' mi tranquillizzo.

    PS
    I Sick Tamburo SPACCANO!

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  4. Seimani, mi sento bene solo se ti faccio male

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  5. Seimani pigliati meno Prozac quando scrivi le tue merde di recensioni

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  6. Seimani ti svito il pene e ne faccio una mazza da Sick Tamburo.

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  7. Carlo Tarlo Complessi9 settembre 2014 alle ore 15:06

    Seimani svito una mazza da Sick tamburo- Da non so dove - e la infilo nel pene dei tuoi cari.

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