Lost Dogs : Black Joe Lewis - Electric Slave

di Johnny Clash

Provate a cercare su Google "Black Joe Lewis - Electric Slave". Solo nella seconda pagina dei risultati vi apparirà qualche articolo in italiano e spesso solo recensioni ad opera di piccoli blog con nomi ancora più improbabili del nostro. Ci si chiede: è possibile? E' possibile, cioè, che mentre una sorta di compulsiva gara a esprimere per primi una qualsivoglia opinione su questo o quel disco infarcisce quotidianamente la rete di articoli riguardanti qualsiasi scoreggia di gatto venga prodotta in uno studio musicale, di questi tempi si faccia fatica a trovare una sola riga sul nuovo disco di un'artista di questo spessore? Ma chi è il suo manager, Peppa Pig?
Fatto sta che sono questi i motivi per cui ci ritroviamo a recensire solo oggi quest'album che, uscito ormai più di un anno fa, ci riconsegna il nostro ed i suoi inseparabili musicisti (The Honeybears) in un invidiabile stato di forma.


Ma facciamo un passo indietro. Di Black Joe Lewis & The Honeybears noi musicanidi c'eravamo già occupati più di due anni fa, a febbraio 2012, quando il nostro Maurisio Seimani piazzò il loro Scandalous, tra i migliori dischi del mese in buona compagnia di Mogway, Josh T. Pearson ed Assalti Frontali (si può leggere la recensione cliccando qui!). Di quel disco ci aveva stupito soprattutto la sua forza detonante e la grezza maestria mostrata dal suo autore nel prendere tra le mani il meglio della tradizione funky/soul americana per trasformare il tutto in una vera e propria bomba di musica black (tra parentesi: ci stupisce scoprire oggi come di quel disco non esista nemmeno uno straccio di traccia in streaming su Spotify).
Sulla stessa lunghezza d'onda si muove anche Electric Slave (questo sì disponibile su Spotify) che si distingue dal precedente per un piglio appunto più elettrico, come suggerito dal titolo, cosicchè accanto agli usuali riferimenti black (Howlin' Wolf, James Brown, Wilson Picket, Sam & Dave) il nuovo sound si infarcisce di sonorità che rimandano invece allo stoner-rock, agli Stooges ed agli MC5.
Non sono personaggi da ballata cheek to cheek Black Joe Lewis & The Honeybears. E così anche in questa occasione tutto è pensato per scoperchiare tetti: Skulldigging e Young Girls sono pure scariche d'adrenalina, così come anche tutti i pezzi a seguire, e bisogna spingersi fino alla settima traccia per trovare due blues che diano un po' di tregua (Vampire e Make Dat Money). Nel mezzo anche il topico funky-jazz di Come to my party, che toccando il pieno climax dell'opera, affonda a piene mani nel piglio istrionico degli Sly & The Family Stone.
Nel complesso un'altra sferzante botta di energia pura, che nella sostanza è il meglio che si possa chiedere, e che chiedevamo, a questa compagine. Questa roba dal vivo dev'essere pura dinamite. Peccato che, visto quanto si diceva all'inizio, questi ceffi dalle nostre parti forse non passeranno mai. Ma si tratta comunque di roba forte, canidi. Che almeno se ne parli, diamine!

9 commenti:

  1. Comunicazione di serivizio22 settembre 2014 alle ore 14:16

    Il coglianazzo è pregato di comunicare con la redazione centrale.

    Il fetentone è pregato di comunicare con la redazione centrale.

    L'extracomunitario è pregato di comunicare con la redazione centrale.

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    1. Il Commissario T Rex - Dinosauro Gentiluomo22 settembre 2014 alle ore 14:38

      Dove per coglionazzo, fetentone ed extracomunitario si intende sempre la stessa personae, in questo caso, non è Seimani, presumo.

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    2. Eccomi! Coglionazzo presente! la nave è arrivata in porco alle ore 15 del giorno 21 settembre 2014...adesso ho comprato una bicicletta e arrivero in redazione martedi prossimo.

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  2. Gentilissimo Clash,
    ha qualcosa da ridire sulle scoregge del gatto?

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    1. No, messere Tommy ThecaT, come ho avuto modo di scrivere, solo non capisco perchè qualsivoglia flatulenza venga registrata presso uno studio di registrazione venga recensita ed un bel disco funky-rock no. Di chi la colpa? Di Black Joe Lewis od egli Honeybears? O, paradossalmente, del solito Seimani?

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  3. Ma alla fine è più o meno bello di Scandalous? Quello piaceva parecchio anche a me.

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    1. Anzi, Scandalous direi che è stato uno dei migliori dischi del 2012 in assoluto.

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    2. Non so se questo sia più bello, forse no, ma deve esserlo per forza? E' comunque robba buona come si scriveva. Questo è più pesante, come detto, più pesante nel senso di "più heavy rock"...Perciò è strano perchè i due dischi hanno il medesimo piglio (quindi se ti è piaciuto molto quello, in qualche modo ti piacerà anche questo) ma suonano in un modo completamente diverso. Scandalous poi poteva contare sull'effetto "rivelazione" che questo non ha...e allora gli Honeybears tentano di spiazzarci stavolta semplicemente alzando volumi e distorsori. Ci sta.

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    3. Ascoltato. Mi piace! Bel discone.

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