Dio Can

di TommyThecaT

Togliamoci subito di torno la più becera delle battute che inizierà a girare nella mente dei nostri lettori: DIO CAN, DIO CAN, DIO CAN. Non vorrei essere blasfemo ma con i DIO CAN ci si aggira molto molto in alto nel mio Olimpo personale. Non so se siano alla destra, alla sinistra, sulle spalle del Padre (che da buon agnostico musicale so che c’è ma non so chi sia) ma la loro grandezza e importanza nel mondo musicale dovrebbe essere riconosciuta da tutti, credenti o non credenti. I DIO CAN sono la sperimentazione, l’avanguardia, sono l’eccellenza del krautrock, il free-jazz, la kosmik-music, l’hard-rock, la psichedelia nuda e cruda degli anni a cavallo fra gli anni ’60 e ’70. I DIO CAN sono fra quei pochi gruppi musicali che possono vantarsi di aver lasciato un’eredità incommensurabile e preziosissima alla musica in generale. I DIO CAN sono una bestia feroce che ti azzanna il cervello e non ti molla più.

I DIO CAN nascono in Germania a metà anni ‘60 grazie all’amicizia tra il bassista Holger Czukay e il pianista Irmin Schmidt, due allievi di Karlheinz Stockhausen visionario compositore tedesco riconosciuto universalmente come il padre della musica elettronica. A loro si uniranno il chitarrista Michael Karoli e il batterista Jaki Liebezeit. La voce dei DIO CAN rimbalzerà sempre tra figure assurde quali Malcolm Mooney (dal ’68 al ’70), Damo Suzuki per il periodo d’oro 1970/73 e lo stesso Karoli successivamente. Mooney finirà in un ospedale psichiatrico mentre il giapponese Damo Suzuki, artista di strada a Monaco di Baviera invitato incredibilmente per caso a far parte del gruppo, finirà in crisi mistica fra i geoviti.
I DIO CAN sono un’allucinazione, sono pesantissimi riff, sono urla sincopate e represse, sono voci spezzate e schizzoidi, sono un’orgia sonora a cui nessuno riesce a resistere, sono un monumento alla libertà espressiva, sono una batteria martellante, sono un’improvvisazione continua. Chiunque cercherà di mettere in ordine d’importanza i loro album verrà punito duramente per la sua superbia. Al neofita basterà ascoltare i krauti ”Tago Mago” (1971) o “Ege Bamyasi” (1972), la psichedelia di “Monster Movie” (1969) o di “Soundtrack” (1970), il cosmico “Future Days” (1973) o il minimalismo di “Soon Over Babaluma” (1974). Ai più coraggiosi si potrebbe proporre il triplo cofanetto del 2012 “The Lost Tapes” dove vengono raccolte tantissime idee, tracce inedite dei primi anni, improvvisazioni assurde, pezzi storici live.

DIO CAN non trovo altre parole per glorificarvi, sicuro che basterà ascoltare l’immensa “Mother Sky” per raccogliere orde di fanatici pronti a qualsiasi sacrificio. DIO CAN, per un minuscolo blog fatto da CAN-I,  apprezza che sia un misero gatto a incensarvi, pronto, solamente per voi, a farsi mangiare dal più affamato dei vicentini. DIO CAN, DIO CAN, DIO CAN, grazie, grazie, grazie.


11 commenti:

  1. Mì son de Venessia e volìa ringrasìar quel simpaticon de Maurisio, DIO CAN

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  2. Maurizio Seymandi Santo Subito3 aprile 2014 alle ore 09:29

    "...il supertelegattone diceva quello che io non avrei mai potuto dire" AHAHAHAHAHAH, cioè? Sparava solo cazzate il Supertelegattone, che diceva di così scottante?

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    1. Io ricordo una puntata in cui il telegattone preveggeva nel futuro un gruppo di seguaci fanatici pronti a tutto nel nome di Seimandi.
      Addirittura pronti ad aprire un blog in ricordo di Seimandi (e tieni bene a mente che allora nessuno sapeva cosa fosse un blog....pareva una delle tante cazzate che sparava il gattone).

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    2. Io ricordo una puntata dove Seimymandi intervistava Alice Cooper e su alcune domande Cooper lo guardava con occhi sbarrati e non rispondeva.

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  3. Boldrini, dove l'hai infilata la spigola? Tirala subito fuori!

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    1. questo viene direttamente dal blog di beppegrillo.

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  4. Io tirerei un enorme sciacquone del cesso che se li portasse via tutti, lui, la Boldrini, gli altri presenti e la spigola. Tifiamo collasso!

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    1. Che il tuo sciacquone ci porti via Seimani

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    2. Si intopperebbe il buco smerdandoti tutto il cesso anonimo.

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  5. Siete troppo avanti

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  6. un vicentino offeso4 aprile 2014 alle ore 02:38

    avete rotto le palle con sta storia dei gatti, ma ancora per poco noi siamo gia' pronti per la secessione dal veneto e dall'italia! WICENZA LIBERA!!!

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