Le Braci di Sandor Marai

di TommyThecaT

"Tutte le relazioni umane sprofondano
nelle paludi della vanità e dell'egoismo."
Sandor Marai, Le Braci

Sándor Károly Henrik Grosschmid de Mára (Sándor Marai per il pueblo) pubblicava nel 1942 il suo capolavoro “A gyertyák csonkig égnek”, letteralmente traducibile in "Bruciare le candele fino in fondo", per il pubblico italiano semplicemente Le Braci. Il titolo originale coglie in modo perfetto l’atmosfera che si viene a creare tra i due assoluti protagonisti del libro, il generale austriaco Enrik e l’amico di una vita Konrad. Nel lento bruciare delle candele si svolge l’intera vicenda racchiusa in una serata/notte in cui i due dopo oltre quarant’anni si rivedono per comprendere il “perché” delle loro azioni, il “perché” di certe scelte. Il lento bruciare della legna sul fuoco che scalda i due nella grande sala da pranzo del castello di Enrik genera incadescenti braci pronte a covare a lungo sotto la cenere; e come per le braci, basterà un nulla per sprigionare e a far emergere il calore dei sentimenti, buoni e non, accumulati in tanti anni di assenza.

La colonna sonora della storia viene più volte ripresa dalle parole del generale che ricorda amaramente la moglie Krisztina al pianoforte che suona a quattro mani con Konrad la Fantasia Polacca di Fryderyk Franciszek Chopin, composta dal pianista polacco nel 1846. Della classica fantasia polacca, nata come danza popolare, Chopin ne acquisisce il ritmo e dona alla composizione assolutà libertà creativa improvvisando temi e andamenti che nascono e si dissolvono in un battito di ciglia. La “fantasia” pare seguire le mille direzioni del pensiero di Enrik che scava nel passato per cercare di intuire quali motivazioni possano aver portato Konrad a sparire verso lidi tropicali. Il lunghissimo divagare del generale pare sembrare l’asciutta arringa del procuratore che ha deciso di estorcere la verità all’accusato: una verità lampante e tristissima che si palesa, cruda e malvagia, pagina dopo pagina.

Libro di finissima psicologia di stampo austriaco (un certo Sigismund Schlomo Freud non vi dice nulla?) che permette al lettore di entrare nel meraviglioso mondo decadente dell’impero austriaco tra le due guerre mondiali, che letteralmente lo invita ad accomodarsi al tavolo per frugare nelle loro malinconiche esistenze. Libro in cui l’amicizia la fa da padrone, in cui l’orgoglio, le passioni, i sentimenti, le ossessioni e la memoria s’intrecciano in un vorticoso fiume di parole e di ricordi che lascia a bocca aperta il lettore come a bocca aperta lascerà il curioso ascoltatore che vorrà lasciarsi cullare dalle note di Chopin. Un gran libro.


18 commenti:

  1. molto interessante questo blog, spaziate continuamente da un angolo all'altro della musica...

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    1. E pensa che il nostro unico scopo è insultare Maurisio Seimani...

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  2. Ciao Chopin, io sono Sciopen13 marzo 2014 alle ore 14:11

    Seguirò il consiglio e leggerò tutto questo libro ascoltando la Polonaise fantasie di Chopin, ma mi spiegate come avete fatto a leggerlo in 12.48 minuti?

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    1. Polacca in Sol minore (1817)
      Polacca in Si bemolle maggiore (1818)
      Polacca in La bemolle maggiore (1821)
      Polacca in Sol diesis minore (1823)
      Polacca in Si bemolle minore su un tema de La gazza ladra di Rossini (1826)
      Polacca in Re minore op. 71 n. 1 (1827)
      Polacca in Si bemolle maggiore op. 71 n. 2 (1828)
      Polacca in Fa minore op. 71 n. 3 (1829)
      Polacca in Sol bemolle maggiore (1829)
      Polacca brillante in Do maggiore per pianoforte e violoncello op. 3 (1829-30)
      Andante Spianato e Grande Polacca Brillante in Mi bemolle maggiore, op. 22 (1830 la polacca)
      Polacca in Do diesis minore op. 26 n. 1 (1832-35)
      Polacca in Mi bemolle minore op. 26 n. 2 (1832-35)
      Polacca in La maggiore op. 40 n. 1 (1838-39)
      Polacca in Do minore op. 40 n. 2 (1838-39)
      Polacca in Fa diesis minore op. 44 (1841)
      Polacca in La bemolle maggiore op. 53 (1842)
      Polacca-Fantasia in La bemolle maggiore op. 61 (1845-46)

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  3. A me Chopin fa cagare, ma ho sempre adorato il pezzo dei gazebo I love Chopin perchè attizza le sbarbine e le fa limonare duro.

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  4. Da piccolo quando si faceva qualche gita fuoriporta nel weekend ogni tanto il vecio tirava fuori una musicassetta di Richard Calyderman che rifaceva Chopin che era 'na zozzeria mica da ridere.

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    1. Richard Clayderman, nome d'arte di Philippe Pagès (Parigi, 28 dicembre 1953), è un pianista francese. Ha registrato numerosi album di musica pop, canzoni francesi e canzoni popolari nonché arrangiamenti pop di brani di Beethoven, Chopin e Mozart.
      Con Ballade pour Adeline ha venduto VENTIDUE MILIONI di dischi in trentotto paesi del mondo.

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    2. Io da piccolo suonavo Clayderman...c'era questo spartito con i suoi pezzi forti che in realta' non erano sue ma questo è il meno quello che conta e che tutte le volte che chiudevo lo spartito mi ritrovavo la faccia pulita di sto biondino col ciuffo alla nino d'angelo...Clayderma DIO DEL MESE SUBITO

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  5. A NOI CI PIACCIONO FESS LE POLACCHE

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  6. ricordi dei mitizi '8014 marzo 2014 alle ore 00:37

    mi piace gazebo...me lo farei! voi vi fareste 1 gazebo?

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  7. Richard Clayderman dio del mese14 marzo 2014 alle ore 14:06

    Se non fate Clayderman dio del mese non siete degni d'esistere, Ballade pur Adeline canzone più scopereccia di sempre.

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  8. Ecco, ho ascoltato Ballade pur Adeline e ora se non scopo entro un quarto d'ora muoro.

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    1. pettegolaXXXstellina9814 marzo 2014 alle ore 15:25

      allora? come è andata sei morito?

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  9. Colpa di Clayderman14 marzo 2014 alle ore 14:28

    Ho voglia di leccare qualcosa.

    Adeline.

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  10. Io sotto le braci ci metterei SEIMANI

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  11. Scusate ma la sbarbina che sta nel gazebo ce l'ha il numero di telefono?

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