Fantasmi di un plumcake - Ten Years After


In questa nuova puntata di Ten Years After, 2 sono i dischi che si prendono decisamente la scena. Il motivo e' dettato dalla loro caratura e valenza assoluta nella recente storia della musica che conta. Unplugged in New York degli estinti Nirvana e' entrato ormai da anni nel gothaM dei classici imperdibili del rock anni '90 mentre il disco degli Wilco e' molto vicino a farlo visto che dalla sua uscita sono passati ben 10 anni. Gli altri tre dischi non hanno quasi bisogno di presentazione visti i nomi dei loro autori: David Gilmour, Burt Bacharach e Eric Burdon. Come dire: "capperi sotto sale"

di RSK

Wilco - A ghost is born (2004)

E' nato...e' nato...e' nato un fantasma da dove sia venuto non e' chiaro o forse si, dove voglia andare e' ancora più difficile capirlo; ciò che e' sicuro e' che fin dal primo momento ho avuto voglia di seguirlo ovunque mi volesse portare. Non ho saputo resistergli, ho cercato di non considerarlo e di voltare rapidamente l'angolo lasciandomi alle spalle quella tentazione che arrivava dal fondo del cuore. Ma non e' stato possibile.
Allora ho ceduto e poi mi sono messo a sedere e ad ascoltare, poi mi sono coricato con le mani conserte dietro la testa e ho cominciato a pensare...e ho pensato...e ho capito che prima del fantasma doveva per forza esserci stato qualcuno in carne e ossa. Qualcuno che aveva avuto una vita terrena fatta di respiri, lacrime, lamenti, sorrisi e mal di testa. Come tutti noi...
Qualcuno che aveva provato quella malinconia profonda ma serena che aiuta a visualizzare tutte quelle molecole di cui siamo composti. Qualcuno che aveva saputo sprigionare quell'energia elettrica, come il suono di una chitarra, che ha molte cose da raccontare con la poesia giusta di chi sa farsi sentire, farsi ascoltare. Qualcuno che aveva quel ritmo un po' retro' ma che non passa mai di moda. Qualcuno dalla voce sussurrata e dolce che puo' dirci tutte le verita' del mondo...quella voce del tempo che passa troppo in fretta come 10 anni o come 1 ora e 4 minuti.
10 anni...come 10 anni fa quando gli Wilco, un gruppo di rock alternativo di Chicago, pubblicavano A Ghost Is Born scrivendo la storia della musica.
Un disco assolutamente imperdibile. Un capolavoro chitarristico ma di un chitarrismo elettrico che spazia dal noise alla psichedelia sostenendo un ritmo altissimo dall'inizio alla fine. Una poesia lunga 1 ora e 4 minuti accompagnata da una voce sottile ma ferma come quella di Jeff Tweedy, da cui e' impossibile estrapolare singoli. 
Si ascolta, si ama tutto insieme e tutto d'un fiato. Fatevi rapire da un fantasma...non ve ne pentirete.

Nirvana - Plumcake (1994)

Visto che il sindaco di Aberdeen (quella lungo le rive del fangoso fiume Wishkah) da quel che mi sembra di aver capito e' una specie di Boss Hog fatto di anfetamina, pochi giorni fa ha deciso di dichiarare santo il signor Kurt Cobain e dedicargli un'intera giornata, sembra vogliano farlo diventare un weekend, per cercare di richiamare un po' l'attenzione su una cittadina che non e' stata nemmeno capace di darsi un nome (Aberdeen e' in Scozia cari i miei sapientoni). Pare che nelle prossime edizione sia prevista l'inaugurazione di un parco tematico dedicato al leader dei Nirvana morto suicida e il lancio di un nuovo hamburger pieno di schifezze chiamato semplicemente Kurtburger. Per questo e altri farlocchi motivi (tra cui la passione condivisa per il curling) il caro vecchio Boss ha deciso di fare una telefonata all'amico Seimani per chiedergli di rincarare la dose e tirare fuori l'ennesimo anniversario sul gruppo grunge per eccellenza. Ed eccoci qui allora a parlare di questo saporitissimo Plumcake. Cominciamo subito con il dire che nel 1994, anno d'uscita dell'Unplugged in New York il caro vecchio Kurt stava già stracciando i maroni, con il suo fare depre, agli angeli, da alcuni mesi. Il Plumcake infatti sarebbe uscito a Novembre mentre il nostro eroe si sarebbe sparato il 5 Aprile dello stesso anno. E' un dato importante da rilevare ma che in realta' non significa assolutamente nulla a meno che non siate quel tipo di persona che fanno caso a tutte queste stronzate. La cosa importante da dire qui e' una sola. Se non avete la piu' pallida idea di cosa sia il Plumcake potete andare a quel paese. Non siete scusati nemmeno se avete 20 anni e sbavate dietro a Bruno Mars o a quella che sbauscia sul martello di cui adesso mi sfugge il nome. Eh si perché insomma questo disco e' come un fatto storico, la data di una battaglia importante ai tempi di Carlo Magno, il mese della morte di Cesare o l'anno delle bombe a Hiroshima oppure un opera d'arte come una sonata di Beethoven o un quadro di Leonardo oppure ancora piu' facile cazzo e' come un buon piatto di pasta con il sugo della nonna o una pizza, cazzo la pizza, o un dolce soffice dentro, facile e veloce che piace a grandi e piccini...come un plumcake... 
Se non lo sapete siete solo degli stolti ignoranti e non potrò certo essere io a farvi capire la bellezza cristallina di un concerto che coglie l'attimo come pochi. Che racchiude in un colpo solo la poesia, la rabbia e la disperazione di un ragazzo come noi o come voi che decide di regalarsi al pubblico, sputare l'anima sul palco, svuotarsi di tutto quello di umano che ha dentro e poi tristemente gettare la spugna. A noi il compito di ricordarlo magari per questa sua grandissima umanita' evitando di trasformarlo in un "giorno di celebrazione" o in un panino ipercalorico per bimbi obesi.
Che lo stomaco ti sia lieve delizioso Plumcake.


Dave Gilmour - About Face (1984)

Poche settimane fa impossessandosi di questa rubrica, esattamente come gli ultranazionalisti di destra si sono impossessati del parlamento ucraino paventando una supposta primavera eurobalcanica, Fragola di Bosco  sfodero' un gioiellino di Roger Waters datato 1984.
Per la legge del contrappasso, esattamente come un russo in Crimea, citero' un altrettanto valida opera d'autore che l'altra faccia dei Pink Floyd pubblica nello stesso anno. About Face in realta' e' un surrogato di pezzi scartati da Waters nel periodo Final Cut. Siamo lontani anni luce dalla poco succulenta, ma comunque storica, riappacificazione tra due mostri sacri dell'arte del '900 (qui un video memorabile). Siamo in piena guerra fredda, e Dave Gilmour non potendo, in questa fase, competere con il genio e l'estro dello storico bassista sforna un disco ricchissimo di collaborazioni e che alla fine presenta in nuce lo stile che qualche hanno piu' tardi portera' a The Momentary Lapse of Reason.



Burt Bacharach - Greatest Hits (1974)

Noioso doversi ripetere ma come potremmo definire questo signore se non l'ennesimo genio del '900 che ricorre tra le righe di questa rubrica?
Il pianista e compositore di Kansas City in questo indispensabile Greatest mette in fila uno dietro l'altro i suoi piu' grandi successi dalla seconda meta' dei '60 in poi, ovvero il periodo piu' prolifico. Un impressionante serie di hits che fanno esclamare ai piu' frasi tipo: "no, ma dai anche questa e' di Bacharach?!". Citato e copiato da molti tra cui i Beatles o Aretha Franklin per non parlare di uno come Tom Jones che senza di lui probabilmente non sarebbe mai stato nessuno Bacharach si fa accompagnare dalla voce struggente e soft di Dionne Warwick. Ascoltare questo disco vuol dire anche svariare nel cinema d'autore, sentimentale e nel musical a dimostrazione di un autore che ama le scorribande come per esempio un certo Ennio Morricone. Unica pecca del disco: una copertina orribile magnificata da un'immagine del nostro con un'acconciatura degna di Seimani!


 The Animals - The Animals (1964)

« C'è una casa a New Orleans
La chiamano “Sole nascente”

Il 1964 e' l'anno d'esordio su LP di questa fantastica band capitanata da Eric Burdon grandissimo interprete del rock britannico dalla voce potente, profonda e leggendaria. Lo spirito di questo gruppo, soprattutto agli esordi, lo lega indissolubilmente alla storia della musica. Basti pensare che il primo singolo che sfornano (una cover di un vecchissimo pezzo folk) e' un po' il loro marchio di fabbrica, come Hey Joe per Jimi Hendrix: si chiama House of The Rising Sun. In modo onesto e sincero questi ragazzi britannici sfoderano un disco che e' un sentito omaggio alla musica nera e delle radici diventando cosi' solo i primi della lista di una lunga serie di ragazzi bianchi che riscoprendo i classici del rithm'n'blues incideranno dischi mitici negli anni '60 e '70.
John Lee Hooker, Fats Domino e Chuck Berry sono alcuni dei mostri sacri rivisitati in questo primo disco di Burdon e soci.

31 commenti:

  1. Domande Domande Domande10 marzo 2014 alle ore 09:46

    Cazzo ridete? Perchè? Plumcake? Seimani?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Risposte risposte risposte10 marzo 2014 alle ore 14:36

      Invece di fare domande a cazzo perche' non leggi con attenzione il post? magari troverai tutte le risposte.

      Elimina
  2. LASCIATE STARE QUELLA CHE SBAUSCIA IL MARTELLO (o ve ne pentirete)

    RispondiElimina
  3. Continuo a non capire perchè l'unplugged è stato definito plumcake...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. UN FAN DI RSK SENZA SE E SENZA MA10 marzo 2014 alle ore 16:46

      Invece di fare AFFERMAZIONI a cazzo perche' non leggi con attenzione il post? magari troverai tutte le risposte alle tue CAZZO di affermazioni.

      Elimina
  4. Ma Ignazio di merda, torna alle cazzo di scuole elementari che forse ricominci ad imparare a leggere, nel senso di leggere cose un po' più lunghe dei numeri sulla tastiera del tuo telefonino Samsung Colera di questa minchia marcia! ma porcozzio ci si mette di più a scirvere o a leggere eh? Eeeeh? E allora che cazzo vuoi attaccati il tuo giogo al collo e gira sul frantoio come un mulo sfruttato fino a cagarsi adosso, pezzente ignorante in quanto impossibilitato ad arrivare a riga due di qualsivogliaargomenti, inclulati e poi muori!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Comunque quello che succede al minuto 00:28 del video e' da spanciarsi dalle risaie...

      Elimina
    2. Crepa sorcio!

      Elimina
    3. AHAHAHAHAHAHAHAHAH!

      Elimina
  5. Comunque oggi usciva anche la bellissima edizione in legno di frassino di "Hai paura dei buoi?" degli Afterdinner e non lo cagate neanche, vergogna.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Le Stazioni della Musica11 marzo 2014 alle ore 15:10

      Ricordiamo anche che un giorno come oggi nel lontano 1894 il grande compositore di Anfe (BS) Bernuccio Maria Filtrino eseguiva per la prima volta in pubblico l'essenziale "Hai Paura del Fumo?"

      Elimina
    2. Venerdì è peraltro anche l'anniversario di "Hai paura de Coolio?" del possente rapper romano Artistide, sentito omaggio al genio hip hop del popolare collega statunitense. Ospiti del progetto altri illustri nomi del mondo hip hop come Kumbajano, M.C. Sbrombino, Tahlamorash e l'avvente pop-star Jo Squirto.

      Elimina
    3. E il capolavoro Apicella/Padoan "Hai paura del cuneo?" dove lo mettiamo?

      Elimina
  6. Олимп является не только историческим и мифологическим символом, но и памятником природы. Расположенный в пределах нома Пиерия и частично в пределах нома Лариса-Фессалия, Национальный заповедник Олимпа характеризуется огромным биоразнообразием. Здесь встречаются 1700 видов растений, что соответствует 25 % всех видов встречающихся в Греции. 23 из них — эндемичные виды, то есть обитающие только здесь. Фауна представлена 8 видами амфибий, 22 видами пресмыкающихся, 32 видами диких млекопитающих, 136 видами птиц.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il Dottor Cane (esperto di lingue)11 marzo 2014 alle ore 16:23

      Ma davvero? Quindi tu ci dici che Olympus non è solo simbolo storico e mitologico, ma anche un monumento naturale, situato all'interno della provincia Peria e in parte entro i confini della Larissa Tessaglia? Davvero l'Olympus National Forest è caratterizzata da una grande biodiversità che conta 1.700 specie di piante, che corrisponde al 25% delle specie presenti in Grecia? E davvero 23 di loro - specie endemiche, cioè, si trovano solo lì?. E sul serio la fauna è rappresentata da 8 specie di anfibi, 22 specie di rettili, 32 specie di mammiferi selvatici, 136 specie di uccelli? Ma allora sempre lì si va a parare eh, su una mare d'uccelli!

      Elimina
    2. BRAVOOOOOO!!!!

      Elimina
  7. https://twitter.com/PlumCakeBot

    RispondiElimina
  8. E' vergognoso che permettiate che sul vostro blog si possano scrivere commenti come quelli dell' improbabile sig. bestemmia cane. Si vergoni.

    RispondiElimina
  9. Sig. Ludovico Vergoni11 marzo 2014 alle ore 15:56

    Vi penetrerò tutti quanti.

    RispondiElimina
  10. Ministero dei peni culturali11 marzo 2014 alle ore 16:29

    Ma soprattutto: "Hai mai cura di Cuneo?"

    RispondiElimina
  11. Chiacchiere solo chiacchiere e soprattutto chiacchiere...addirittura vi spingete a cedere ai vostri lettori e pubblicate in spalla una risibile campagna dello stato mentre lo stato e' per antonio masia ladro ladro e ladro...
    e come dissero i Marlene Kuntz: "Chi ha paura di andare a Cuneo?"

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma Antonio Masia non è morto anni fa? Non scriveva sul giornale?

      Elimina
    2. Non ci posso credere che esista davvero gente che si chiama Antonio Masia.

      Elimina
  12. "Sono un uomo di mondo io, ho fatto il militare a Cuneo!"

    RispondiElimina
  13. puoi aspettare o Hai premura Cutugno?

    RispondiElimina
  14. Ah i fiori d'autunno!!!

    RispondiElimina
  15. Hai tempura di Fujo*?

    *) Notissimo japanese bistrò di Charlotte, North Carolina

    RispondiElimina
  16. Hai un'ora con Sujo*

    nota prostituta filippina sorella maggiore di quarto letto di Seimani (di merda)

    RispondiElimina