di Fragoladibosco
James Holden – The Inheritors (2013)
E’ regola comune che il secondo album, soprattutto se successivo a un debutto stupefacente, sia per l’autore molto difficile sia a livello emotivo che musicale. C’è sempre il rischio di riproporre le stesse idee, magari condite con altre salse, o di virare verso altri lidi, lasciando basiti i fan. Da “The Idiots Are Winning” del 2006 son passati più di sette anni, un lunghissimo periodo per far decantare la popolarità di James Holden e per sfornare un album “The Inheritors” che ben poco ha da invidiare al debutto. Il 34enne britannico è un genio oramai maturo, è un personaggio da urlo nel mondo dance (mirabili le sue selezioni “At The Controls” e “Dj-Kicks”), è uno dei pochi che può permettersi di fare quel cazzo che gli pare. E lo fa benissimo. “The Inheritors” si traveste di sporca e rozza elettronica, sviluppa faticosi andamenti marziali (“Rannoch Dawn”, “The Caterpillar's Intervention”), ritorna agli albori krauti e spaziali dei Cluster e dei Kraftwerk (“Renata”, “The Illuminations”, “Seven Stars”, “The Inheritors”, “Circle Of Fifth”, “Some Respite”). A condire e a illuminare i 15 pezzi ci pensano le trombe jazzate di “The Caterpillar's Intervention”, le tastiere in crescendo di “Delabole” , gli interludes spaziali di “Inter-City 125” , il “rumorismo” di vecchi pc anni ‘70 di “Gone Feral” e i meravigliosi organi per cerimonie funebri marziane di “Sky Burial”.
Album grandioso e imprescindibile anche per chi non mastica elettronica, per chi cerca nella musica una qualche forma di alienazione/straniamento, per tutti quelli che sono alla ricerca di una certa psichedelia “extra-chitarristica”, per chi adora il filone elettro-krauto.
Direttamente nella top-ten 2013.
Località d’ascolto: ovunque
Velocità consigliata: qualunque
The Field – Cupid’s Head (2013)
Midlake – Antiphon (2013)
I Midlake li avevo conosciuti nel 2006 con il loro secondo album "The Trials of Van Occupanther", piccolo gioiello folk-rock ricco di ballatone eleganti e raffinate. Li ritrovo nel 2013 al quarto album , orfani del loro leader storico Tim Smith, in una dimensione totalmente diversa. Abbandonata la strada maestra del folk-rock, i Midlake si dirigono verso i lidi psichedelici degli anni ‘60/’70 sciorinando undici pezzi molto suggestivi, nonostante la scarsa originalità. L’album scorre via molto piacevolmete tra stratificazioni vocali e chitarristiche, sorrette dalle tastiere “sixties” e da una batteria molto agile e variopinta. Le atmosfere sono molto avvolgenti e coinvolgenti
Album per psichedelici incalliti, per chi ha abbandonato la musica nei primi anni ’80, per tutti i nostalgici degli anni d’oro a cavallo fra gli anni sessanta e settanta, per chi aborre le novità.
Località d’ascolto: immerso nella natura
Velocità consigliata: non oltre i 20/25 kmh (da fare naturalmente in bicicletta)
The Field – Cupid’s Head (2013)
Per gli elettromani il ritorno di Alex Willner, in arte The Field, è una bellissima notizia. Il nostro svedesotto, balzato nel 2007 agli altari delle cronache musicali con il capolavoro “From Here We Go Sublime”, pubblica il nuovo album “Cupid’s Head” riproponendo gli archetipi musicali che lo hanno reso famoso in tutto il mondo: elettronica minimale con pochissime variazioni, battiti incalzanti monotematici, ripetizioni ossessive che permettono alla mente di spaziare nel vuoto cerebrale, trip ipnotici dilatati e sovrastrutturati. I sintetizzatori sfumano lente melodie all’infinito mentre i beat pulsano ininterrottamente, le luci soffuse nascondono sei tracce irresistibili e ultra-sintetiche per palati abituati ai difficili sapori dell’elettronica tout-court.
Musica per malati di elettronica, per impasticcati di una volta, per gente che ama viaggiare rimanendo comodamente seduti sul divano, musica indigesta per il resto dei melomani. Musica spaziale adatta a una famosa rubrica di Musicanidi chiamata “Sinestetici”. Attendo ansioso i vostri pensieri. Ho già paura.
Località d’ascolto: viaggi interstellari, tragitti pianeta Terra-infinito
Velocità consigliata: non preoccupatevi, sarà la mente a viaggiare alla velocità che vorrà.
Puzzone Seimani,
RispondiEliminavorremmo che lei approfondisse il commento "se Johnny fosse qui Seimani non sarebbe mai successo". Vorremmo capire.
Grazie
James Holden ha un po' la faccia da cazzone, o sbaglio?
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