Maurisio Seimani VS. Bill Callahan
Well the only words I said today
are "beer" and "thank you"
Beer, thank you
Beer, thank you
Beer, thank you
Beer
Beer
Giving praise in a quiet way
Like a church
Like a church
Like a church
Like a church that’s far away
Like a church that’s far away
Caro RSK,
la sfida che ci ha lanciato quel cretino di Seimani non mi entusiasma granché. Mi pare un po' troppo semplice e scontato recensire un album di Bill Callahan. I suoi album non dovrebbero essere recensiti, andrebbero solo ascoltati. Bisogna fidarsi a volte, lasciarsi andare, rischiare.
E per "Dream River" il rischio è veramente minimo a fronte del premio finale. Si rimane a bocca aperta mentre scorrono gli otto pezzi dell'album. Si rischia persino di arrivare all'estasi con "Javelin Unlanding" e "Ride My Arrow", due canzoni da dieci e lode. Il resto è di altissimo livello dove la classica "formula" di Bill Callahan, vocione baritonale parlato, chitarra e poli strumentismo folk-rock, non risulta mai pesante o ripetitiva.
E' un album ricco e minuzioso, dalle mille sfaccettature, molto ricamato grazie ad arrangiamenti soft ma incisivi. Particolare attenzione viene prestata alle ritmiche
che giocano un ruolo fondamentale per non appesantire la sua narrazione fatta di piccole storie legate alla quotidianità e alla ripetitività della vita di tutti i giorni. Album straordinario di un autore straordinario che da 25 anni regala musica ed emozioni che ben pochi altri riescono a offrire. Un album breve da ascoltare a lungo, musica "realista" spruzzata di sano "naturalismo".
"Dream River" mi piacerebbe ricordarlo come "Le Quattro Stagioni di Bill Callahan" ("Spring", "Summer Painter" e "Winter Road"), nonostante manchi l'autunno. Ma è bene ricordare che "Dream River" è prettamente autunnale, dell'autunno migliore, quello che colora i boschi, che rinfresca al mattino, che regala ancora un minimo di calore solare. E' un album da ascoltare vicino al fuoco mentre le castagne scoppiettano e il vino rosso ti colora le guance. E quando sarà finita la bottiglia non dovrai essere triste, mio caro RSK, perchè ci penserà Bill a scaldarti il cuore.
TommyThecaT
p.s.
Ma, secondo te, Maurisio Seimani ci capisce qualcosa di musica? Per me un cazzo. Com'è possibile che in quasi due anni di attività non si sia mai posto il problema di recensire qualcosa di Callahan? Non una frase, un accenno, un misero video! Ma come sta quell'individuo? Bastardo, io lo odio.
Caro ThommyTecaT,
Dirty Three, Cormac McCarthy, una pungente mattina di novembre con il sole che fatica ad asciugare la brina che la notte ha gelato sui vetri della macchina. Una serie di immagini pacate, placide, solari e rilassanti.
E' questo il caleidoscopio e l'immaginario che immediatamente crea l'esordio di questo album, mi riferisco al brano che lo apre: The Sing. Un disco che andrebbe solo raccolto e protetto come un dono prezioso e che sancisce e consacra uno dei grandi cantautori di oggi. Dai tempi del low-fi, delle cantine, e delle strade ricolme di smog ne e' passato. Purtroppo non c'e' stato il dovuto e giusto riconoscimento "ufficiale" ma il cammino e' ormai segnato e porta verso la consacrazione. Con una voce imponente, un'ironia barocca Bill Callahan e' ormai un predestinato che con questo bellissimo disco consolida un carriera i cui esordi risalgono al lontano 1990.
Tornando a "Dream River" lasciami solo aggiungere caro Thommy, per completare il tuo pensiero, che Small Plan e' una ninna nanna in cui la voce del nostro diventa protagonista recitando il consueto ossessivo mantra. In Spring invece c'e' piu' spazio per la musica; un grandissimo pezzo ricamato da un flauto magico che strappa applausi a scena aperta. Seagull ci porta dalle parti di Tom Waits con un tocco di jazz.
In definitiva hai proprio ragione tu! Quell'immondo stercorario del Maurisio voleva metterci contro per vedere se qualcuno dei due avesse potuto parlar male di un disco di cui e' impossibile lamentarsi. Lamentiamoci piuttosto del nostro folle direttore che ormai da 4 mesi non paga arretrati e stipendi adducendo puerili scuse quali la crisi del petrolio negli Urali. Come se sapesse dove sono!
Ecco perche' ti propongo e spero che tu possa comprendere di ribattezzare questo nostro VS.: Maurisio Seimani contro Bill Callahan. Certi che a uscirne vincitore sara' il cantautore di Silver Spring...
RsK
Today is a big day!
RispondiEliminaMa in copertina Bill sta pensando intensamente a SEIMANI?
RispondiElimina2007 - Woke on a Whaleheart
RispondiElimina2009 - Sometimes I Wish We Were an Eagle
2011 - Apocalypse
2013 - Dream River
1990 - Sewn to the Sky
RispondiElimina1992 - Forgotten Foundation
1993 - Julius Caesar
1995 - Wild Love
1996 - The Doctor Came at Dawn
1997 - Red Apple Falls
1999 - Knock Knock
2000 - Dongs of Sevotion
2001 - Rain on Lens
2003 - Supper
2005 - A River Ain't Too Much to Love
Tutti dischi ad oggi desueti.
RispondiEliminaDesueti.
Di desueto c'è solo il cervello di Seimani.
EliminaPer Maurisio Seimani: spero che questo sia uno scherzo! Prego il direttore di questo blog di smentire il commento riportato sopra. Altrimenti ci saranno conseguenze e gravi ripercussioni.
EliminaMmmmmm....Seimani di strappo il naso e te lo infilzo nel culo.
RispondiEliminaForse Vendola è peggio però di Seimani.
RispondiEliminaVendola è la quintessenza della fuffa.
EliminaSeimani è la sestessenza dello schifo.
A proposito di ciuo'. Di Alfango si parlava gia' qualche anno fa quando si cercava di mettere sul chi vive il vecchio scrotoarca olana I.
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