Ten Second After: Fuck Bottoms, Gogolo Bordello, Washed Out, Down To The Clouds

Ferragosto
Filastrocca vola e va
dal bambino rimasto in città.
Chi va al mare ha vita serena
e fa i castelli con la rena,
chi va ai monti fa le scalate
e prende la doccia alle cascate…
E chi quattrini non ne ha?
Solo, solo resta in città...
Gianni Rodari 

di The Driller Killer

SLOW FOCUS : di due pazzi come cavalli


Un po' come...Gesu' e Maria in Catene, Blade Runner, fantascienza, distorsioni. Poche e chiare parole per riassumere questo fantasmagorico delirio di onnipotenza del duo piu' rumoroso di Bristol alla terza prova del fuoco. Attenzione: il rischio di scottarsi e' molto alto. Non lasciano troppo spazio al compromesso e partono in quarta in un disco in cui non si riesce mai o quasi a decelerare (The Red Wing). Gia' compagni di bagordi dei paladini del post rock Mogwai (Tour Single - 2008), questa coppia di "sballoni" dell'elettronica con questa loro "fatica" prendono a calci nel sedere i fighetti dell'elettronica moderna e ci guidano per mano fino alla fine del mondo. E ferragosto che c'entra, direte voi?
Bella domanda! Se i Boards of Canada qualche tempo fa avevano gettato le basi per la migliore elettronica del 2013 i Fuck Bottons seguono a ruota e trasportano il delirio dei su citati nel mondo del caos totale. Imperdibile ma da consumarsi con estrema cautela...sento ancora le campane!



PURA VIDA CONSPIRACY: di un'estate patchanka

Gia' autori nel 2004 di un gran bel disco intitolato Gogol Bordello Vs. Tamir Muskat i Gogol Bordello, appunto, sfornano qui un disco completamente in linea con gli stilemi della patchanka di oggi a base di ska, reggae, punk, hip hop e commistioni arabe, slave e latine. Un disco ad altissima gradazione alcolica che lascia prevedere memorabili, e anche forse un po' stereotipate, performance live tra il serio (teatro) e il faceto (rock). Evidentemente flippati dal life-style latino americano come ben si evince dal titolo che richiama un noto refrain costaricense i Gogol si fanno internazionali e internazionalisti piu' che mai farcendo musica e parole di qualsivoglia riferimento gli capiti tra i piedi in un'orgia di commistioni ispano-italo-anglo-slavo-tex-mex-arabo-ucraine...eccheccazzo!!! Bel lavoro che pero' non riesce mai, come immaginabile, ad avvicinarsi a maestri del genere quali Mano Negra o Manu Chao. Dal vivo in Italia a Novembre...ma sarebbe stato meglio alla Festa della Radio a Ferragosto!!!

PARACOSM: di un paraculo

Fighetto, chill, cursi? come definire un disco che si apre con un canto di uccelli che farebbero impazzire il nostro caro leader Maurisio Seimani? Entrance piu' che un richiamo per allocchi sembra pero' una dichiarazione di intenti. Intenti che spaziano dall'elettronica molto chill, come detto, al pop minimalista passando per l'immancabile vena hip hop di un disco piu' che mai vacanziero e balneario che pero', questa e' la notizia, scorre piacevolmente via sulla pelle lasciando alla fine una sensazione positiva.
Ogni tanto rilassarsi, chiudere gli occhi e non pensare a un cazzo puo' essere perfino piacevole.
L'autore di codesto sollazzevole carosello e' un pettinatissimo dj newyorkese che si fa chiamare Washed Out, dubito fortemente che sia il suo vero nome, gia' al secondo disco con la mitica Sub Pop. Pezzi forti: Weightless, Paracosm, Falling Back.



FAR: della gioventu' sonica

Se il buon giorno si vede dal mattino questo secondo EP dei giovani modenesi Dawn to the Clouds si presenta come una vera bomba. Figlio dell'alternative rock anni '90 e '00 della miglior specie, il breve extended, tocca corde sensibili a chi scrive, con richiami alle sonorita' distorte e rumoriste dei maestri assoluti Sonic Youth (l'ottima iniziale On You Lips e  la conclusiva e abrasiva Loneliness). Nel mezzo due pezzi gustosi come la cover degli italiani Be Forest, Florence, tratta dal disco del 2011 Cold. dove a discapito di sonorita' anni '80 che caratterizzano il sound della versione originale, si scorgono rimandi a certo indie rock muscolare di casa in gruppi come Foo Fighters, Queen of The Stone Age o addirittura Soundgarden. Chiude il lotto Sunday una "quasi" ballata vicina alle atmosfere degli Smashing Pupmkins che furono. Disco interamente cantato in lingua inglese.
Complimenti dunque a Alessandro Zanolli, Simone Campana e Federico Artioli e buon Ferragosto o forse l'avevo gia' detto prima? lo ripeto buon Ferragosto a tutti meno che a Maurisio immondo vacanziere...

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