John Convertino: Ragland - Colpo di Fulmine

di TommyThecaT

RAGLAND - John Convertino

Lo ricordo bene quel caldo giorno di Maggio 2013. Eravamo la solita combriccola itinerante: io, la fidata Volvo, l’amorevole ipod e il navigatore faciadimerda nella desolata campagna veronese, più precisamente tra la transpolesana e l’autostrada del Brennero. Ci eravamo persi (anzi, ci aveva fatto perdere), andavamo a casaccio, da Minerbe dovevamo puntare verso Mantova. Una strada interrotta e il faciadimerda mi andò in crisi. In crisi piombai velocemente anch’io. Che cojoni ! Cosa ascoltare per tranquillizzare la ciurma ? Le mie veloci dita incrociarono sul display “Ragland” di John Convertino, colonna portante e fondatore degli amati "Calexico" e sezione ritmica insieme a Joey Burns degli altrettanto amati “Giant Sand” di Howe Gelb. Schiacciai play e immediatamente ci acclimatammo con la desolazione che i continui campi coltivati, geometricamente ritagliati dai fossati, infondevano nel paesaggio circostante.
John ci intratteneva con isolati e sporchi tocchi di pianoforte, malinconici, evocativi, solitari. Poche parole, nemmeno un grido; solo, di tanto in tanto, una rullata o una spazzolata di batteria donavano ai pezzi un pathos misterioso di stampo dark-jazz. Fuori dai finestrini tutto ci scorreva lento, nulla pareva avere importanza, il nostro inutile vagare verso la bella patria virgiliana iniziava però ad avere un senso. Potevamo goderci “Ragland” pubblicato nel 2005 dalla label tedesca Sommerweg. Dodici pezzi registrati su un otto piste, come scrive John, nella sua casa molto polverosa, con due microfoni, un piano, un vibrafono e una batteria, mixato dall'amico Jim Waters.

Musica iper-riflessiva per chi ha veramente poco da fare, disco per orecchie stanche in attesa del meritato riposo notturno, musica per chi ha voglia di fare i conti con se stesso, per chi ha voglia di guardarsi dentro senza alcuna paura. Canzoni inerti e oziose come le sconfinate praterie nordamericane solcate da lenti fiumi poco vogliosi di arrivare al mare. Suoni sperimentali e fuori dal tempo dove le sensazioni jazz fanno fatica a riaffiorare.
Musica depressa adatta ai tempi in cui viviamo.

Ps  “Street Turn River”
Ho sentito delle scariche di pelle d’oca lungo la schiena. Sarà stata colpa dell'aria condizionata ? Penso di no. Buon viaggio.

4 commenti:

  1. Gianni Gianni Gianni8 luglio 2013 alle ore 09:42

    Ma il navigatore è il famoso modello Seimani ?

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  2. In copertina è raffigurato il padre di John Convertino.

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  3. Affranto per la resa di Paola e Chiara.

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  4. Continuano i countdown sul sito dei pirlici. Dopo l'annuncio del nuovo tour 2013 negli stati uniti che cosa ci riserveranno fra due giorni ventitre ore cinquantasette minuti quarantuno secondi? fra due giorni ventitre ore cinquantasette minuti quaranta secondi...trentanove...trentotto...trentasette...

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