Anche questo mese e' in partenza il treno per un luogo chiamato Passato, comprate il biglietto, posto unico; mettetevi comodi e godetevi il viaggio, si parte dalla stazione 2003 e si va indietro via via fino all'ultima stazione 1963. Il treno dei desideri... all'incontrario va!
2003: Zwan - Mary Star of the Sea
Certi dischi vengono giudicati ancor prima di uscire cosi' ecco che l'uscita dell'ultimo disco di David Bowie, giusto per fare un esempio recente, deve per forza essere un capolavoro a priori mentre, per tornare a noi, questo esordio degli Zwan che risale al 2003 ancora prima di uscire era gia' stato tacciato dalla critica come il solito giochino facile facile per attirare allocchi. Reduce dal successo meritatissimo e da una carriera sicuramente irripetibile con gli Smashing Pumpkins quel vecchio geniaccio di Billy Corgan, perche' di genio si tratta, nel 2001 decide di “rimettere insieme la banda” ovviamente lasciando fuori gli ex amici e portandosi appresso solamente l'ingestibile ma fedele batterista Jimmy Chambarlin, gia' cacciato dagli Smashing nel 1996, e l'ex Slint e For Carnation, David Pajo. Allegra compagnia! Direte voi...e avete ragione. Un'allegra combricola di cazzoni che pero' e' in grado di gestirsi per almeno un paio di annetti fino ad arrivare alla pubblicazione di questo ottimo disco che a tratti rimesta nella migliore produzione degli esordi delle Zucche e a tratti mostra segni di un classicismo rock sorretto da un mestiere invidiabile. Il risultato e' che a mio parere Mary Star Of The Sea risulta essere uno dei migliori dischi dell'anno nei suoi 14 capitoli, con pochi bassi e molti alti, compatti e molto piacevoli alla faccia dell'effettivo insuccesso di vendite dello stesso e della pioggia di critiche dei soliti ignoti. It's only rock'n roll...1993: Autechre - Incunabula
Autechre non significa
assolutamente nulla ma nasce da un casuale cazzeggio sulla tastiera
di un computer, tipo: erghietop! Ecco mi sono appena inventato
il nome di un gruppo. Forse pero' questo non basta per diventare
bravi e famosi come questo duo inglese di rinomata fama
internazionale. Pionieri della musica elettronica in anni di
sperimentazioni piu' che esaltanti. Reduci dagli anni '80 e dalla
Dance piu' commerciale Rob Brown e Sean Booth
contribuiscono non poco a traghettare un genere fino ad allora
considerato “minore” verso le sfere alte dell'arte musicale.
Questo esordio del 1993 chiamato Incunabula - titolo
fantasmagorico -, in realta' una raccolta ben studiata di produzioni
precedenti, e' molto soft e mostra in seno tutta la grazia ed
eleganza dell'evoluzione “intelligente” della musica elettronica
che sarebbe esplosa di li' a poco come fenomeno massivo e mondiale;
per fare un esempio, Exit Planet Dust, dei fratellini chimici, e' del
'95. Forse non e' esattamente un disco primaverile, come se ce ne
fregasse qualcosa, ma e' un disco da apprezzare lontano dai decibel
estenuanti e dagli insopportabili cicalecci dei
club...preferibilmente in cuffia, assorti nei propri pensieri
profondi e ignoti. Per un viaggio oltre. Viaggia qui: 444
1983: The The - Soul Mining
Tra
le centinaia e centinaia di lettori di questo blog e di questa
imprescindibile rubrica quanti ormai non sanno quanto sia per me
difficile e a volte tedioso scovare il disco adatto degli anni '80?
Un'epoca nella quale ammetto di essermi dedicato all'ascolto di
musica piu' vecchia e che quindi ho poi abbandonato nel
dimenticatoio. Prendiamo i The The,
per esempio; avrei conosciuto questa band britannica capitanata da
Matt Johnson nel 1993
cioe' dieci anni dopo questo disco a causa dell'altrettanto famoso
Dusk e percio' spinto
dal tipico feticismo da discoteca, intesa come collezione di dischi,
sarei risalito a ritroso nella loro esigua discografia fino a
giungere al 1983 anno di uscita per l'appunto di questo Soul
Mining; disco di discreto
successo e di rilevante importanza se lo si colloca nel contesto del
periodo in cui esce. E' l'epoca di passaggio tra la New Wave e quello
che sarebbe venuto dopo...il post. “Post tutto” puo' infatti
definirsi questo genere Post-Dance, Post-Punk, Post-New Wave. Cio'
che piu' conta e' che si tratta di un disco mai banale, per tutti i
gusti e veramente piacevole che una volta di piu' mi fa
dire:”mannaggia a me, dov'ero negli anni '80?” “ahh gia' ero un
bambino!” Uncertain Smile
1973: Fabrizio de Andrè - Storia di un Impiegato
« Quando è
uscito "Storia di un impiegato" avrei voluto bruciarlo. Era
la prima volta che mi dichiaravo politicamente e so di aver usato un
linguaggio troppo oscuro, difficile. L'idea del disco era
affascinante. Dare del Sessantotto una lettura poetica, e invece è
venuto fuori un disco politico. E ho fatto l'unica cosa che non avrei
mai voluto fare: spiegare alla gente come comportarsi. »
Basterebbero
queste poche parole per illuminare chiunque sulla personalità del
piu' grande artista e autore musicale che l'Italia abbia mai avuto:
Fabrizio De Andre'.
Personalmente ho un ricordo molto forte di questo disco immenso
legato ad un'esperienza che mi ha tenuto con il fiato sospeso per
parecchi mesi nella speranza da un lato e terrore dall'altro di aver
trovato il “posto fisso” che mi garantisse un lavoro ben pagato
con orario d'ufficio, ferie, malattia e una certa speranza di
arrivare alla meritata pensione. Ci avrebbe poi pensato il patto di
stabilita' o chissa' quale irregolarita' nel concorso che avrei
sostenuto di li' a poco a dissuadermi da questo fosco e audace
pensiero immondo. Mi convinsi in quei giorni di studio matto e
disperatissimo che la via del posto fisso mi avrebbe fatto finire
come l'impiegato così tragicamente descritto in questo disco del
1973 pur sapendo che avrei vissuto questo ruolo lontano anni luce dal
maggio francese. Cosi' facendo ho permesso a queste 9 tracce di
entrarmi definitivamente sotto la pelle. Mi sono convinto di essere
figlio di quella medio borghesia sempre in bilico tra la ribellione e
la conservazione del proprio comodo status in bilico su un
immaginario filo sempre piu' sottile e al di sotto del quale stanno
togliendo le gia' peraltro malandate reti di sicurezza. Un disco
politico come giustamente dice l'autore ma dove la parola politica
assume un valore talmente alto che qui, mi perdonerete, mi astengo da
qualsiasi improponibile paragone con le tristezze quotidiane che
siamo costretti a sorbire attraverso il tubo catodico e, ahinoi,
attraverso questo meraviglioso Vaso di Pandora che e' la rete e nella
quale non riusciamo a scorgere nemmeno una lacrima di realismo e
realta' che cosi magistralmente ci viene palesata in questi
meravigliosi, eterni, indimenticabili 35 minuti. Grazie a De Andre'
per questo e per molto altro.
Iniziate a rompere con questi anni '80 !
RispondiEliminaSempre a trattarli male !
Non si esce vivi dagli anni 80
Elimina@Mr.Anni '80: Vorrei farti notare che esistono anche gli ann '00, '90, '70, '60. Io non ho niente contro gli anni '80 dico solo che ho ascoltato meno musica in quegli anni di quanta ne abbia ascoltato in seguito...ma il disco dei The The non ti piace?
EliminaThe The... The The che ? Sei forse balbuziente ? Rimaniamo in attesa del nome del gruppo.
EliminaZwan ? Siete già arrivati alla frutta ? E' un problema perchè siamo solo ad Aprile.
RispondiEliminaE'un blog all'ennesima potenza...ora dovete solo mandare a fanculo SEIMANI e siete perfetti.
RispondiEliminaogni tanto crepano anche loro. E per maggie thatcher standing ovation! E niente funerali di stato ma funeranli in forma privatizzata...
RispondiEliminaGrazie Zwan
RispondiElimina