Reggae Tales: Bob Marley & The Wailers meet Lee Scratch Perry Uptown

Una Rover nuova fiammante
di Sir Old John Pajama

Immaginatevi quattro piantagrane a bordo di una grossa Rover che se ne va a zonzo per le strade di Kingston in un caldo autunno giamaicano del 1969: il primo è un tizio che è già stato arrestato durante una manifestazione contro la Rhodesia, il secondo ha scontato un anno di prigione per possesso di ingenti quantitativi di cannabis, il terzo si è fatto un mese al fresco per la medesima ragione ed il quarto, il proprietario della vettura, è invece un affermato produttore musicale della città, ben noto per il suo carattere istrionico, quanto spesso ingestibile.
Ebbene, se volete ora dare un volto al bizzarro quartetto che vi siete appena immaginati, sappiate che i personaggi di cui s'è appena scritto sono, in ordine d' apparizione, niente meno che:  Peter Tosh, Bunny Wailer, Bob Marley e Lee Scratch Perry.
Ma vediamo di raccontare questa storia dal principio...


Interessato soprattutto a sondare i confini ultimi delle più azzardate sperimentazioni del ritmo in levare (più che ad indagare le possibili potenzialità cantautoriali della musica giamaicana) nel 1969 Lee Scratch Perry (per maggiori dettagli si legga anche Reggae Tales - Lo skank del corvo e l' acuto di Dalì) si ritrovava con le tasche piene di quattrini grazie all'incredibile successo raggiunto oltremanica dai singoli strumentali usciti sotto la sua etichetta Upsetter. Quando un giovane Bob Marley irruppe nel suo negozio per convincerlo a produrre la musica degli Wailers, lo trovò dunque tutt'altro che ben disposto a farsi trascinare in un progetto che riguardava la produzione di canzoni di protesta che prevedevano l' uso della voce. Basti dire che i 45 giri della Upsetter, in totale controtendenza con quelli di tutti gli altri, prevedevano sempre un lato A strumentale, e una versione cantata dei pezzi che veniva immancabilmente declassata a lato B del disco.
Eppure...

"Cos'è il genio?", si chiedeva il Melandri nella celebre pellicola Amici Miei, concludendo poi sapientemente: "E' fantasia, intuizione, colpo d' occhio, e velocità d' esecuzione".
E Lee Scratch Perry genio vero lo era senz'altro. Non v'è forse nulla da stupirsi, dunque, se dopo il confronto con Bob Marley decise di abbandonare tutti i pregiudizi sulla musica cantata e di gettarsi a capofitto nella nuova avventura. Perchè il vero genio, proprio per la definizione che ne dava il buon Melandri, è soprattutto quello che sa riconoscere un suo simile quando se lo trova davanti.
E insomma, chi scrive non può sapere se questa fu davvero la dinamica che fece scattare la molla nella vulcanica mente del signor Scratch...fatto sta che il giorno dopo il vecchio Lee chiamò a se gli Wailers, e li caricò a fare un giro sulla sua Rover nuova fiammante...

"Gli Wailers lo reggevano perché avevano lo stesso vibe.", spiegherà poi Dave Barker, braccio destro di Perry alla Upsetter, "Sapevano di dover parlare della realtà, e Scratch li incoraggiava a vederla in faccia questa benedetta realtà. Così ci ammassavamo tutti sul macchinone di Scratch e andavamo in giro per Kingston, certe volte in campagna, ma soprattutto in città, si girava e basta, e intanto Bunny e Bob e Scratch buttavano giù i testi. Ogni volta che vedevano qualcosa ne discutevano...Tutto quello che gli capitava di vedere in strada. Dopo in studio lo mettevano su nastro, una sola take, ed era ancora roba fresca, non era mai stato fatto prima!".

"Fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità d'esecuzione". Le Lee Perry Sessions degli Wailers (che daranno vita tra le altre cose ai due album seminali African Herbsman e Soul Rebels) sono uno dei momenti più belli che il reggae abbia mai vissuto. Genio appunto, ma anche grande consapevolezza, e questo grazie ad una delle caratteristiche distintive di Perry: "anche se pensava al presente con tutta la sua spontaneità", dirà sempre Barker, "aveva questo...futurismo, che lo induceva a vedere ciò che faceva come qualcosa destinato a durare per sempre!". In quei giorni vennero incise canzoni storiche come Small Axe, Duppy Conqueror, 400 Years. Pezzi che, riproposti nei successivi Catch a fire e Burning (usciti ben due anni più tardi), sarebbero rimasti classici indelebili di Bob Marley e della sua incredibile band.  Ma mentre in quegli album le canzoni vennero asservite ad arrangiamenti (in realtà altrettanto belli) che miravano ad accattivarsi il pubblico occidentale, nelle versioni originali mantengono una loro affascinante giamaicanità, o africanità se si vuole, che solo quel particolare momento, e quella speciale alchimia, avrebbe potuto proporre.

Chiaro che un fuoco così intenso non poteva durare in eterno. Si dice che infine a separare gli Wailers da Perry fu una mera questione di denaro, ma, a parte questo, va anche sottolineato la diversità enorme tra il genio degli artisti in questione. Da un lato quello iperattivo, inquieto e folle di Perry, del quale l' esperienza Wailers non fu, a conti fatti, che uno dei tantissimi sfoghi. Dall'altro l' ambizioso genio di Marley e soci, che guidato da un'implacabile e fresca irriverenza giovanile, era destinato negli anni seguenti a gettarsi a testa bassa alla conquista del mondo.

Di quelle incredibili sessions vi propongo di seguito Mr. Brown. Un urlo sbiascicato introduce un coro soul che si muove su un arrangiamento spiazzante e bizzarro, mentre un ritmo zoppicante sembra quasi volerci fare inciampare ad ogni svolta. Un formidabile esempio di libertà creativa applicata al reggae, che invece non inciampa mai e anzi più prosegue nella marcia e più trascina l' anima nostra a danzare sempre più in alto, fino ad un accattivante ritornello che non concede repliche.  Una delle più sfolgoranti scintille di quel fuoco tanto intenso. Enjoy!

14 commenti:

  1. Kamala panzone che sei dell' Uganda12 dicembre 2012 alle ore 21:58

    Ya mon!!!!!!!!

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  2. Conoscevo in tizio che amava la spicy (o spyci o spaisi)...ricordo dei meravigliosi mal di testa. SPICE IN YOUR LIFE, yeah !

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  3. Che bello ricordarsi, prima di rannicchiarmi sotto calde coperte in una fredda notte d' inverno, di venire su Musicanidi e scrivere

    SEIMANI MERDA.

    Grazie di esistere.

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  4. W la spaisiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!

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  5. Ma esistono reggae tales moderni o ci dobbiamo fermare agli anni '70 ?

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  6. lo scoprirai solo seguendo questo blog ovunque ello ti voglia portare...uah uah uah

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  7. a proposito della sigla di riu' state dicendo solo un mucchio di puttanate: il video creato ad arte o per uno scherzo del destino, chi lo sa, non e' altro che la stessa sigla di riu' leggermente rallentata per cui risulta che la voce di Fogus assomigli a quella di Piero, ma se fate attenzione alle pronunce delle parole, soprattutto le vocali vi accorgete della differenza nell'accento. E poi quella di Piero cantante di cartoni animati e' una leggenda metropolitana vecchia come il cucco. E' come la leggenda di Billy Corgan protagonista del mio amico Ricky, altro falso riconosciuto!

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    1. Comunicato redazionale n°114 dicembre 2012 alle ore 09:35

      Gentilissimo Concetto,
      non sarà sicuramente il tuo commento a gettar fango sul lavoro di ricerca del nostro inviato fiorentino Brando Brandolini dei Guicciardini. La registrazione di Piero Pelù risale a un concerto dei primi anni '80. Il nostro collaboratore ha ripulito poi le urla deliranti del pubblico rendendo la traccia ascoltabile per tutti i lettori di Musicanidi.
      Dispiace leggere certi commenti. La redazione di Musicanidi è comunque vicino al nostro collaboratore in un momento di grande scoramento.
      Il trice direttore
      TTT

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    2. Stai dicendo solo un mucchio di stronzate. Nascondete la vostra incapacita' dietro a linguaggi che vorrebbero essere ironici o divertenti. la verita' e' che di musica ne capite ben poco...e cosi vi attaccate alle solite cose...siete vecchi!!!

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  8. il mondo e' pieno di pazzi ma solo negli usa gli danno in mano le armi e gli dicono:"ecco fatene cio' che volete"...e' la democrazia baby..."america america stati uniti dalla falsita' america america stati uniti senza liberta'"...il presidente piange lacrime da coccodrillo dopo aver vinto elezioni grazie ai soldi degli armaioli...

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  9. Seimani, lurido armaiolo valtrumpino

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