Reggae Tales: Big Youth



 Nessun pubblico in nessun altro posto
di Sir Old John Pajama

Nel 1973, a un anno di distanza dall’ uscita di The harder they come, film giamaicano di notevole successo di cui s’ è ampiamente parlato in Reggae Tales lo scorso mese (questo il link), due eventi sconquassarono ancor di più il mondo del reggae.
Da un lato quell’ anno veniva pubblicato in Inghilterra e negli USA uno degli album più importanti di sempre, che avrebbe fatto conoscere per la prima volta a tutto il mondo il talento e l’estro di un artista eccezionale: nell'aprile del 1973 usciva infatti Catch a fire di Bob Marley & The Wailers.
Dall’ altro, una sera del 1973, dal palco del Carib, un celebre cinema/teatro di Kingston, un ex meccanico e popolare DJ della città, riusciva a scatenare un boato tale che, a detta di un presente intervistato, non s’ era mai sentito “da nessun pubblico in nessun altro posto”.


Rimandando dunque per un attimo il racconto dell’ inarrestabile ascesa di un ragazzo di Nine Mile, che i suoi amici amavano chiamare Tuff Gong (per chi non lo avesse capito stiamo parlando di Marley), ciò di cui ci occuperemo qui ora, sarà il racconto dell’ incredibile fragore provocato da un altro ragazzo, di quattro anni più vecchio di lui, che la gente del posto ben conosceva con il nome di “Big Youth”.

Big Youth, vero nome Manley Augustus Buchanan (solo i giamaicani riescono ad avere nomi di battesimo più assurdi dei loro nomi d’ arte), era un DJ di Kingston già molto popolare quando si presentò sul palco del Carib quella fatidica sera. Egli arrivava infatti dall’ enorme successo di S90 Skank (PLAY!), un singolo arrivato al primo posto delle classifiche giamaicane nel 1972, usato peraltro anche in uno spot TV della Honda, in quanto celebrativo del modello di motocicletta S90, prodotto appunto dalla ben nota casa nipponica.
(Spiegherà lo stesso artista in un intervista del 1998: “La Honda S90 era la moto di successo di quegli anni, la moto di tanti rasta…Quella canzone parlava della vita della gente direttamente alla gente, era la vera cultura rasta!”)

Big Youth non era propriamente un musicista. Come già detto era un DJ, proveniva dai sound system dei ghetti della città. Ma soprattutto era un rasta e una delle ragioni per cui oggi viene ricordato, oltre ai suoi celebri album dei '70 (Screaming Target, Reggae Phenomenon, Natty Cultural Dread) considerati seminali per quel genere di reggae che vede la voce innestarsi su basi roots sapientemente remixate (il cosiddetto toasting), è quella di essere probabilmente la prima big star proveniente da quella cultura. Non a caso il Bob Marley che sta sulla copertina di Catch a fire non ha ancora dei veri dreadlocks, mentre in quegli anni Big Youth aveva già delle trecce lunghe così. Non a caso, s' è scritto, perché egli proveniva da una sub-cultura molto diversa rispetto a quella della musica suonata, all' interno della quale il rasta era ancora incredibilmente uno spaventoso tabù ed i produttori musicali erano pronti a stroncare la carriera di un musicista se solo fuoriusciva per caso una treccia da sotto il suo berretto (triste sorte toccata a Eaarl Sixteen, per esempio, componente di un gruppo piuttosto celebre in quegli anni). 
Big Youth proveniva da un altro mondo: era un DJ, era stato catapultato improvvisamente nello star system giamaicano direttamente dai sound system dei ghetti, e quella sera del 1973, nel bel mezzo del suo show, mentre intonava un inno a Jah Rastafari, si strappò via il copricapo e mostrò orgoglioso i suoi dreadlocks al pubblico.

Sembra incredibile a dirsi, ma nonostante la cultura rasta fosse già abbastanza diffusa nella società giamaicana dei primi 70, quel gestoebbe probabilmente sul pubblico un effetto ancor più detonante del movimento pelvico di Elvis nell’ America dei 50. Racconterà uno dei presenti: “Quando Big Youth scrolla la testa e mette in mostra i dreadlocks, che sono già piuttosto lunghi, c’ è un silenzio di tomba per un paio di secondi, poi è puro pandemonio! Un rumore che, giuro, fa tremare il palazzo, impazziscono tutti! Tutti gli uomini con i dreadlocks lo imitano, mentre gli altri applaudono come se stessero per esplodere! Non ho mai sentito un baccano del genere da nessun pubblico in nessun altro posto. E’ stata la prima volta che la gente ha visto i dreadlocks in un posto come il Carib. L’ effetto è stato tipo…Giosuè sotto le mura di Gerico!”

Qui sotto, dunque, la mia canzone preferità dell’ uomo che una sera del 1973 scatenò l’ inferno in quel del Carib.Enjoy!

15 commenti:

  1. Ma Bob lo conoscono tutti, dai...grande Sir Old John che ci parla degli eroi minori!

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  2. Minchia potente la canza!

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  3. Che bret che l'è big iut!

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  4. Perchè tutto questo bianco e nero?

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  5. ibracadabra...anche lui ci starebbe bene in jamaica!!!

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  6. Seimani, sei più stupido di te stesso

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  7. Qualcuno mormora che l'uccello di Seimani non sia altro che dreadlocks corti corti

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  8. Dopo "piombo fuso", "pilastro della sicurezza": ignobili signori della morte che tengono in scacco due paesi e si divertono anche a scegliere i nomi piu' pittoreschi per le loro campagne di smaltimento di armamenti...

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