di Sir Old John Pajama
In Giamaica esistono decine di leggende che tentano
di spiegare quale sia l’ autentica origine del termine “SKA” e da dove fosse arrivata questa orginalissima musica che si diffuse sull’ isola sul finire degli
anni 50 ponendo le basi di quel reggae che nell’ epoca successiva avrebbe addirittura conquistato il mondo.
Sarebbe d’ altro canto inutile riportarvi tutte queste
storie: la verità è che lo SKA nacque semplicemente da un “fermento”. Il
fermento di un' isola che si era appena liberata politicamente dal giogo
inglese (anche se la proclamazione ufficiale di indipendenza arriverà solo nel 1962), che andava alla ricerca di una propria identità nazionale, e che
doveva, al contempo, emanciparsi da quel complesso di inferiorità culturale che
la vicinanza di una super potenza come gli Stati Uniti non poteva che creare.
Ovvio, dunque, che in un paese nel quale la musica rivestiva
da sempre un’ importanza semplicemente abnorme, questa emancipazione non
potesse che passare, necessariamente, anche dalla ricerca di un proprio
“beat”.
Ora: se a tutt’ oggi, come già scritto sopra, non è per
niente facile stabilire quale sia la vera origine dello ska, è invece assolutamente
pacifico che le tre canzoni fondamentali che segnarono definitivamente la via
di non ritorno per la musica della Giamaica furono
sostanzialmente le seguenti: Manny Oh di Joe Higgs e Roy Wilson, Easy Snapping di Theophilus Beckford (solo i giamaicani possono avere nomi tanto assurdi) e Oh Carolina dei Fokes Brothers
Di queste tre, Oh Carolina è però probabilmente quella dalle connotazioni più esplosive.
Cecil Campbel, alias Prince Buster, entrò nel giro della
musica di Kingston per tre ottime ragioni: era un pugile dilettante (ed era
stato peraltro allievo di due grandi boxeurs giamaicani come Speedy Backer e
Kid Chocolate), non si faceva problemi a fare andare le mani quando
necessario, e girava armato.
La persona ideale, dunque, per mantenere l’ ordine nell’
ambiente infuocato e teso che si viveva nei sound systems della città a metà
degli anni 50 (si veda puntata precedente per dettagli: Il tarlo del Duca ). Per questo cominciò la sua carriera come buttafuori al
“Downbeat” di Coxsone Dodd.
Non passò molto tempo però che il ragazzo cominciò a
mettersi in luce anche per un non comune orecchio musicale, che lo spinse a
convincersi, poco dopo, ad aprire il suo personale sound system,
adoperando una piccola sommetta messagli a disposizione dalla madre. Naque così
il “Voice of the People”. Il sound system di Buster diventò in breve tempo uno
dei più frequentati della città, anche grazie al buon carattere del suo proprietario, alla reputazione
che godeva nel ghetto, alla sua visione appunto “populista” del mestiere, ed al
suo trascinante entusiasmo.
Le grane per il “Principe” arrivarono però quando tentò di imbarcarsi per la prima volta su una nave per gli Stati Uniti come tagliatore
stagionale di canne. Era questo infatti l’ espediente che usavano i produttori di Kingston per andare oltreoceano a cercare gli ultimi successi da poter
mettere sul piatto durante le proprie serate. Ebbene, ironia della sorte, Cecil
Campbel, alias Prince Buster, ex pugile, ed ex buttafuori e picchiatore del
“Downbeat” venne scartato a causa delle sue mani, perché giudicate “troppo
delicate”.
Count Ossie (Count
significa “Conte”, in inglese) era invece un rasta, che viveva in una baraccopoli ai limiti
di Kingston, come del resto molti altri rastafariani che erano stati
violentemente cacciati qualche anno prima, dalle autorità inglesi dai loro
insediamenti sulle colline.
All’ epoca i rasta erano dei reietti, inquadrati come l’ultimo gradino della società giamaicana,
gente guardata con sospetto anche da parte della popolazione nera dell’ isola, e
giudicata peraltro pericolosa.
Count Ossie era uno di loro, ma era anche altro. Era un
percussionista.
Ora, quando Prince Buster realizzò che non avrebbe mai potuto
imbarcarsi per gli States, capì anche che non gli restava che un’ unica via per
sbaragliare i rivali degli altri sound system: aggredirli su un altro campo,
rivolgere lo sguardo alle risorse locali e creare una canzone che potesse
rompere le uova nel paniere a tutti quanti. E fu così che un giorno come un
altro (anche se avrete ben capito che all’ epoca a nessuno altro sarebbe mai saltato
in mente di abbassarsi a chiedere l’ aiuto di un rasta) il “Principe” bussò
energicamente alla porta del “Conte”.
Oh Carolina fu registrata in un bugigattolo sopra un
negozio di liquori: tre giovani artisti giamaicani alle voci (i
Folkes Brothers), Owen Gray al piano e Prince Buster alla cabina di regia. Ma
soprattutto: Count Ossie. Non fu facile convincere il rastafariano a sporcarsi
le mani con la musica popolare del ghetto, ma alla fine quel giorno si fece trovare presente
all’ appello, facendosi peraltro accompagnare da altri 4 percussionisti rasta da lui
stesso chiamati a raccolta.
Sparata ininterrottamente a tutto volume dalle casse del
sound system di Buster pochi giorni dopo, Oh Carolina fu
una bomba, esplosiva quanto il successo che ottenne.
Perché non era la solita scopiazzatura locale dell’ RNB
americano. Perché era tipicamente giamaicana e perché…quei tamburi!
Correva l’ anno 1959. In un’ epoca in cui la Giamaica si era
da poco liberata dal giogo inglese, e cercava disperatamente una propria identità
nazionale ed un proprio beat, quei tamburi sembravano chiamare a raccolta la
gente come una specie di profezia: era arrivata l’ ora, per i rasta, di
ridiscendere in città.
Era arrivata l’ ora, per tutti, di rialzare la testa.
Era arrivata l’ ora, per tutti, di rialzare la testa.
The Flokes Brothers - Oh Carolina, 1959
(...continua.)
Copertina ovviamente dedicata a Lloyd Brevett, bassista dei leggendari Skatalites, che ci ha lasciato all' inizio di questo mese all' età di 83 anni. RIP.
RispondiEliminaAh, ma è morto il bassista? Io li avevo visti una volta gli Skatalites, erano dei vecchietti, ma ci davano ancora dentro come bestie, mi spiace...RIP.
Elimina83???
RispondiEliminaE poi dicono che la ganja fa male...
Grandissimo Conte ! Un nome, una sicurezza.
RispondiEliminaUh Signur...
RispondiEliminaLa canzone è primordiale.
RispondiEliminaMolto, molto sempliciotta. Quasi brutta se non ci fossero quelle belle percussioni.
EliminaNo…direi anch’ io che il termine giusto è primordiale. In quanto primordiale è sempliciotta per forza di cose.. Bisogna capire che è un pezzo, registrato in Giamaica, nel 1959. Siamo alla preistoria del reggae qui. Praticamente questo pezzo sta al reggae come un country-rockabilly americano degli anni 40 sta ai Radiohead. Però se si va a sentire il pezzo proposto nella precedente reggae tales (un singolo americano che spaccò in Giamaica nel 56, solo 3 anni prima, dal titolo “Later for Gator”), ci si può rendere conto di quanto un pezzo come “Oh Carolina” dovesse apparire rivoluzionario nel 59. Certo, per quelle percussioni soprattutto, non certo per l’ elementare struttura sonora, anche se però (facci caso) presenta già una certa tendenza al “levare” che non era per nulla banale per l’ epoca.
EliminaCioè, ma i rasta erano dei pezzenti che stavano nelle baraccopoli di Kingston???
RispondiEliminaIo pensavo fossero delle specie di santoni rispettati da tutti, non dei disadattati messi quasi come Seimani...
In realtà prima se ne stavano beati tra le colline, poi gli inglesi li hanno violentemente sfollati, impauriti che il nazionalismo nero, che faceva parte della dottrina di molte di queste comunità, sfociasse in rivolte e disordini.
RispondiEliminaProbabilmente non fu una buona idea, perchè questo portò al formarsi di cumunità rastafariane nelle periferie della città, ponendo questo movimento molto più vicino al popolo di quanto non lo fosse prima. Però all' inizio in effetti erano visti solo come l' ultimo gradino della società. Come Seimani? Tu l' hai detto.
Seimani capra giamaicana, soggiogata e posseduta.
RispondiEliminaGrande Sir Old John, sempre belle storie.
RispondiEliminaIo preferisco i Pitura Freska.
RispondiEliminaE vabbè, allora anche Get Up Stand Up, che c' entra...però se quei tizi quel giorno non si chiudevano in quella soffitta a registrare quel pezzo sgangherato forse oggi non avremmo nè i Pitura Freska nè Bob...
RispondiEliminaFa pensare fratello.
Di reggae non ne so veramente un cazzo, pensavo che lo Ska fosse arrivato dopo non prima
RispondiEliminaMi sento quasi Seimani.
MA IL PEZZO DEL VIDEO NON E' SKA!
RispondiEliminaInfatti non lo è.
EliminaMa ha una ritmica del tutto originale e non assomiglia a nulla che si suonasse negli States in quel periodo. Suona “giamaicana” ed è stato uno dei primi pezzi con queste caratteristiche ad avere successo sull’ isola. Il punto è che al posto che raccontare un’ inutile storiella su “CHI ha creato lo ska” (come scritto esistono una miriade di versioni riguardo a chi sarebbe stato il primo ad avere “l’ idea” e riguardo a quale sarebbe il primo pezzo ska della storia) mi sembrava più interessante raccontare DA COSA si è creato lo ska. La storia di “Oh Carolina” mi sembrava emblematica in tal senso.
SEIMANI BOIA!
RispondiEliminaGrandi i Pitura Freska, quel disco lì era tutto bello, dall' nizio alla fine...c' era pure quella "critici politici e scassacassi vari: vecchi bastardi bocchinari!"
RispondiEliminarrrrrrrrrrrrastah!
Seimani, saresti proprio un bel bocconcino per quel coprofago di Morandi.
RispondiEliminaAnche Morandi? No dai Morandi no...
RispondiEliminaSi narra che tanti anni fa il buon Gianni Morandi iniziò a sentire dolori atroci allo stomaco e fu immediatamente assistito d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale di Bologna.
RispondiEliminaDopo alcune analisi, tra cui una gastroscopia, i medici rilevarono alcune tracce di feci e con esse l’ammissione, da parte di Morandi, che fosse solito mangiare escrementi umani.
L’opinione più diffusa è che il buon Gianni mangi escrementi per alcuni presunti effetti positivi sulla pelle, che apparirebbe più giovane. D’altronde il cantante è del 1944 e sembra un ragazzino.
Alcune testimonianze bolognesi raccontano addirittura un Morandi vegetariano che, quando ne ha occasione, non risparmia qualche pasto particolare. Ma Gianni può essere considerata una malato?
In effetti la coprofilia per molti porta a considerare gli escrementi come un vero e proprio oggetto di piacere e, in alcuni casi, di eccitazione sessuale.
Se il grande Gianni Morandi ha voglia di rispondere a queste voci si faccia pure avanti, gli daremo ampi spazi nella nostra rubrica. Tutti hanno il diritto di difendersi dalle (eventuali) calunnie!
Siamo basiti.
EliminaA intripparsi con la merda INEVITABILMENTE finisci nella merda
RispondiEliminaSHIT XTC
(se non è il copiaincolla di un altro sito)lo vogliamo di spalla.
sir old john sei proprio un fico del cazzo, no, giuro: sei un fico del kazzo. Le ture storie sono WOOOH, cioè... proprio WOOOH. Dico: mi rallegrano la serata. le tue fiabe. cioè... se mio figlio fosse keith richards gliele leggerei ogni sera... o mattina che dir si voglia... prima di addormentarlo ... dovrà dormire? O no?
666MANI!
e non credo di dover aggiungere altro
E' il copia incolla ma ci sono tanti siti che fanno riferimento a questa storia.
Elimina"Musicanidi nella merda - Episodio n°1 Gianni Morandi"
The dark side of Morandi
EliminaIl N°2 sarà naturalmente Nanna Giannini !
RispondiEliminaComunque l' aveva fatta anche Shaggy Oh Carolina:
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=vBRuMbicUpo
Vabbè...questa de Shaggy se po ddì che 'na merda?
EliminaMa invece è bella Oh Carolina!
RispondiEliminaOh carolina parapumpumpum parapumpumpum Oh carolina purupumpurupumpumpum...
E' la Alberta Alberta del reggae praticamente...
RispondiEliminaOh Carolina purupumpumpurupumpum Oh Carolina purupumpum....
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