I tre dischi di Natale di Maurisio Seimani
(Consigli per regali fastidiosamente saccenti)
El Camino
Per i gnari che a Natale vanno ai parties
a cura di Maurisio Seimani
Quando si ha anche fare col rock and roll c’ è sempre poco da scrivere. Si può perdere tempo a elencare i grandi maestri del
passato da cui l’ artista ha attinto per comporre le sue canzoni,
si può sottolineare come il soggetto in questione non stia
inventando niente di nuovo o ci si può perdere nell’ infinita
diatriba sullo scottante tema: il rock è morto, il rock è vivo. Se
ne è già discusso. Oppure ci si può limitare a segnalare che è uscito
un disco che si poggia su una bella catasta di dinamite pronta a
esplodere e che farebbe muovere il culo anche un elefante con l
‘influenza. Puro rock and roll appunto. Pulp
rock and roll. E’ la formula che i Black Keys adottano anche nel
loro ultimo album “El Camino” buttandoci dentro una verve e una
sincerità che in qualche modo ci spiegano come mai i biglietti per
l’ unica data italiana di questo gruppo (che dovrebbe essere“di
nicchia”) siano andati in realtà a esaurirsi completamente in meno
di una settimana. Fortunati tutti quelli che oggi hanno quel
biglietto in mano, perché senz’ altro si divertiranno. Per chi non li avesse mai sentiti, l’ invito è quello di divertirsi invece con questo disco.
In una formula: TNT
Giudizio: 3 palle e mezza.
Per i palati fini:
Kate Bush - 50 words for snow
La delicatezza di un disco come “50 words for snow” è quel
particolare tipo di delicatezza che ipnotizza e lascia semplicemente
senza fiato. Perché cercare parole nella neve significa anzitutto
riuscire a fare parlare il silenzio. Ed è forse per questo che
(anche se è di musica che si sta parlando) ciò che Kate Bush porta
a sublimare nella sua ultima opera è anzitutto un meraviglioso
silenzio. Un silenzio bianco, bianco e nero, come i tasti di un
pianoforte che, danzando sulle punte, passa al setaccio
meticolosamente ogni singola nota che produce, bianco come una voce
ammaliante e incredibile, che accarezza i nostri padiglioni
auricolari a ogni sussulto. Bianco, come l’ incanto. Come 50 parole
diverse per definire la neve.Volendosi concedere una battuta si potrebbe dire che
questo è “il disco di Natale” di Kate Bush. Ma, almeno per una
volta, la battuta serve solo per arrivare a dire che se i dischi di
Natale fossero tutti così, al mondo della musica servirebbe un
Natale ogni mese.
In una parola: incanto.
Giudizio: 4 palle.
Per i vostri bambini:
Brian Wilson – In the key of Disney
Brian Wilson è vivo e lotta insieme a noi. Di più.
Brian Wilson è uno di quelli che è impazzito per noi. Di più,
Brian Wilson è tornato, con gli occhi felici di un bambino, a creare
per noi, e questa è la cosa che ci rende ancora più felici. Non possiamo sapere cosa abbia attraversato la mente
vulcanica e schizofrenica dell’ ex leader dei Beach Boys in tutti
questi anni. Senz’altro non solo good vibrations immaginiamo. Ma
che gioia ritrovarcelo ora, in questo disco, intento a divertirsi e
divertirci reinterpretando a modo suo (e cioè geniale, perché Brian
Wilson è indiscutibilmente uno dei geni più sfolgoranti che il
mondo della musica abbia conosciuto) alcuni grandi classici, estratti
da diversi celeberrimi cartoon della Walt Disney.
Il progetto potrebbe forse fare sorridere, ma il
tutto suona tanto fresco, brillante ed equilibrato che al sorriso non
può che unirsi l’emozione.
Non importa dove Wilson decida di andare a pescare. Come il nostro
riesce ad essere semplicemente trascinante quando si diletta in una
istrionica “Heigh-Oh! Whistle while you work” (da Biancaneve e i
sette nani) o spettacolarmente onirico quando sussurra una “Stay
Awake” (da Mary Poppins), non è comunque meno convincente quando
si confronta con pezzi più recenti come “We belong together”
(Toys Story) o “The color of the wind” (Pocahontas). Quando il genio è genio, non importa cosa canti,
basta che torni a cantare.
Che queste “nuove vibration” ce lo tengano
ancora a lungo stretto a noi.
In una parola: cartoni
Giudizio: 3 palle.
Che aggiungere dunque… Un ultimo saluto a tutti i Musicanidi. Chissà che
questa rubrica non la si tenga viva comunque da qualche altra parte. Intanto buone feste,
Maurisio Seimani
(la redazione di MdC sottolinea una volta di più
che, come nella migliore tradizione del punk, tutti gli insulti
indirizzati in questi mesi a Maurisio Seimani sono da intendersi
sempre profondamente veri e sentiti).
seimani sei solo un finocchio del cazzo!!!!
RispondiEliminanom a daghele!
RispondiEliminaseimani sei morto! attento al culo
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