Quello che non c'è

di Maurisio Seimani

Conversazione tra due musicanidi di ieri sera:

"Ho tanti dischi in ascolto e cerco di farmeli piacere solo per tirare in piedi un paio di post per musicanidi, se no magari neanche li ascolterei"
"Eh, uguale. Stavo scrivendo lo stesso"

E ora avanti, dai, criticate. Veniteci a parlare dello splendido stato di salute in cui invece versa di questi tempi il panorama musicale, parliamo del fermento, parliamo della scena, parliamo di quanto è bello il nuovo dei Vattelapesca, parliamo dei festivals...

La verità? Una montatura, della quale peraltro dopo 4 anni che si porta avanti un blog come questo si rischia pure di far parte (anzi: si fa senz'altro parte). Nulla di quanto sopra riportato ha infatti una qualsivoglia attinenza con il mondo reale e sostanzialmente esiste solo a livello virtuale, frutto di un circolo vizioso innestato dalla rete, che quotidianamente si alimenta su autoreferenzialità, giudizi gonfiati e falsità.


Gruppi con pagine socials seguite da centinaia di persone...esce il video e fioccano i likes e poi sotto i commenti con i soliti "Grandi!", "Grandissimi!", "Wow"...poi dal vivo solo quattro gatti (o cani, vedete voi) che apparentemente nemmeno conoscono i pezzi. Ma di che stiamo parlando? Ma chi l'ha davvero fatto partire quel video? Interi album in streaming che non ascolta mai nessuno...

Ed alla fine si finisce per farne tutti parte appunto. Anche noi, come tutte le altre realtà virtuali che si occupano di musica: un fiume di recensioni, voti che a lungo termine si rivelano spesso troppo alti, retweets e pollici alzati di colore azzurro che in scia non lasciano un bel niente. E infatti voltandosi indietro a riesaminare la realtà sul lungo termine tutto si rivela in una luce completamente diversa. Dischi che potrei definire ottimi usciti negli ultimi cinque anni me ne ricordo forse dieci. Coloro che coraggiosamente gesticono locali con musica dal vivo o festivals, credendo stoicamente nel presunto interesse per la musica che i socials spacciano come una droga, devono spesso fare i conti con l'amara realtà di un periodo in cui forse invece alle persone della musica frega anche meno di prima. Triste questo? Sì, ma a fronte dell'incipit di questo post anche giustificato: fatte pochissime eccezioni c'è troppa forma priva di sostanza, mancano oggettivamente personalità e contenuti, ed i casi nei quali la lamentela dell'artista d'essere incompreso sia davvero giustificata si contano forse sulle dita di una mano. In quanto poi all'esasperata attenzione per la forma a discapito del resto: talvolta sono proprio gli stessi musicisti ad alimentare il problema, manifestando sprezzante supponenza su tutto quanto non venga confezionato come una bomboniera, dimenticandosi forse che se Joe Strummer non fosse incappato nel concerto di una band di bastardi che a malapena sapevano suonare e cantare forse non sarebbero mai esistiti nemmeno i Clash.

E infatti oggi pure nelle recensioni non si sa onestamente di che scrivere. Prendetene una qualsiasi, non solo di questo blog, in generale. L'80% dello spazio è impiegato per spiegare quali siano le origini del misconosciuto gruppo in questione (grottescamente tirando in causa gruppi invece completamente sconosciuti) e per una rapida descrizione dei pezzi dell'album, sempre però con particolare attenzione alle strumentali (nei fatti una continua citazione di riferimenti passati, nella difficoltà di trovare qualcosa che suoni realmente nuovo) anche a causa dell'inutilità di soffermarsi troppo su parti liriche sempre più insignificanti. 
Posti questi presupposti a volte mi chiedo addirittura che senso abbia una recensione. Le collaborazioni precedenti ad un progetto sono frequentemente prive di rilevanza se non si parla di un supergruppo, e tutt'al più sarebbero notizie interessanti per interviste o approfondimenti, ma non nel mentre in cui si sta recensendo un disco. D'altro canto una particolareggiata descrizione dei pezzi aveva un senso finchè ci si doveva recare in un negozio di dischi a sborsare soldi a scatola chiusa, non in una realtà nella quale una persona può ascoltarsi l'album in streaming, mentre paradossalmente legge cosa sia in esso contenuto (?!?).

Sarò, onesto, in fin dei conti non so dove voglia andare a parare questa riflessione. In fondo si tratta principalmente di uno sfogo informale che avrà sicuramente le sue contraddizioni e le sue mancanze.
Forse è solo un'atto dovuto verso le centinaia di persone che nel suo piccolo questo blog riesce ad attirare settimanalmente. 
"Ho tanti dischi in ascolto e cerco di farmeli piacere solo per tirare in piedi un paio di post per musicanidi, se no magari neanche li ascolterei"
"Eh uguale, stavo scrivendo lo stesso"...
M'ha fatto riflettere. Se avvertirete che da qui in avanti scriveremo meno è perchè di post del genere non avremmo voluto propinarvene mai. In passato abbiamo fatto del nostro meglio.
Ora facciamo del nostro meglio.
Faremo sempre del nostro meglio. Engagez Vous!



La fantasia dei popoli che è giunta fino a noi 
non viene dalle stelle... 
alla riscossa stupidi che i fiumi sono in piena 
potete stare a galla. 
E non è colpa mia se esistono carnefici  se esiste l'imbecillità 
se le panchine sono piene di gente che sta male. 

Up patriots to arms, 
Engagez-Vous 
la musica contemporanea, 
mi butta giù. 

L'ayatollah Khomeini per molti è santità abbocchi sempre all'amo 
le barricate in piazza le fai per conto della borghesia 
che crea falsi miti di progresso 
Chi vi credete che noi siam, per i capelli che portiam, 
noi siamo delle lucciole che stanno nelle tenebre. 

Up patriots to arms, 
Engagez-Vous 
la musica contemporanea, 
mi butta giù. 

L'Impero della musica è giunto fino a noi carico di menzogne 
mandiamoli in pensione i direttori artistici gli addetti alla cultura... 
e non è colpa mia se esistono spettacoli con fumi e raggi laser 
se le pedane sono piene di scemi che si muovono. 

Up patriots to arms, 
Engagez-Vous 
la musica contemporanea, mi butta giù...

21 commenti:

  1. Ci può stare ma già proporre qualcosa significa aiutare a discernere. Forse, invece di una pagina scritta, basterebbe un video.

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  2. Eh ma figa ci abbiamo già le pagine facebook infestate di video musicali, basta! E poi c'è della verità in quanto si dice qui sopra. Il fatto è la totale assenza di selettività e tutti i coglioni sotto che mettono mi piace a qualsiasi cosa solo per far vedere che hanno messo mi piace, ma non glie ne frega un cazzo. Lo stesso vale per qualsiasi altro argomento o articolo di giornale anche non di musica, tutto è trattato nella stessa maniera.ma tutto questo non conterebbe niente alla fine, il problema è che poi i giornali gli vanno anche dietro a sti stronzi.

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  3. Forma priva di sostanza? SCOMODO è come dire poca soddisfazione signore...

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  4. "Coloro che coraggiosamente gesticono locali con musica dal vivo o festivals, credendo stoicamente nel presunto interesse per la musica che i socials spacciano come una droga, devono spesso fare i conti con l'amara realtà di un periodo in cui forse invece alle persone della musica frega anche meno di prima"

    Parole sante.

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    1. il problema è soprattutto quando abbocchi alla stronzata che un gruppo popolare in rete ti porti un sacco di gente e scopri invece che non se lo incula nessuno.

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    2. Voglio mettere in chiaro una cosa: viva sempre chi fa musica e chi si sbatte per la musica. E' una cosa bellissima e sempre lodevole. Massimo rispetto. Questo è da considerarsi un assunto di tutto quanto scritto, a scanso d'equivoci.

      Maurisio.

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  5. Tutto condivisibile e anche interessante...
    Poi capisci che il titolo fa l'occhiolino agli Afterhours giusto per avere 50 fondamentalissimi click in più e quindi ... e vabbeh, ma di cosa stiamo provando a parlare!

    SEIMANI = SISTEMA
    SISTEMA CORROTTO
    SEIMANI CORROTTO

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    1. tu hai capito tutto.

      No, a parte scherzi il titolo in principio era "Backstage", ma il titolo della canzone degli Afterhours suonava meglio.

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  6. SEIMANI LA SAI QUESTA?20 settembre 2016 alle ore 15:19

    SEI VIPVIPVIP TI PAGANO I PADRONI!

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    1. no, il problema è che qui il padrone è Seimani e deve a tutti dei soldi. (Nonchè delle scuse ovviamente, quelle a tutti quanti)

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  7. non potete fare così. si fatutti la fame ma come diceva un saggio "non svegliateci, non ancora"

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  8. Troppe entità chiave del settore oggi non hanno più un ruolo. Etichette, produttori, radio e stanno facendo una brutta fine anche le riviste. A nessuno si dà più l'autorita per decidere ciò che è buono e ciò che non lo è... è un'immagine molto poetica quella dell'artista libero da tutti questi orpelli, ma di fatto il risultato non è migliore di prima. Tutti i prodotti, senza più alcun filtro, arrivano al pubblico che riesce a darne facilmente un giudizio che viene sintetizzato in un emoticon, ma ha le più diverse ragion d'essere: è quello della zia del bassista, è quello di uno che mette mi piace a tutto, è quello di un fake che sta solo cazzeggiando, è quello di uno a cui quel disco piace davvero...
    E' un pantano di merda.

    Volete restarne fuori? Ascoltate tutto e tutti, ma parlate di massimo un disco per settimana e lasciate il resto nell'inesistenza. Ci sono già troppi dischi e troppi giudizi. E' il servizio migliore che possiate fare alla musica.

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  9. SCHIFO SCHIFO SCHIFO SCHIFO....https://www.youtube.com/watch?v=3CCLYzjveXE

    ;-D

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  10. condivido tutto Maurisio ma come dici tu alla fine non si capisce cosa ne dovremmo dedurre...

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  11. Sono d'accordo a metà, mettiamola così. La prenderò un poco alla lontana, vogliate scusarmi.
    Nel senso che sono d'accordo sul fatto che si stia vivendo una fase strana. Internet e le piattaforme di streaming hanno sostanzialmente fatto a pezzi l'industria musicale così come era strutturata prima. E sì, spesso non si riesce a trovare un vero senso alle recensioni, perché ormai Spotify per dire ti consiglia la musica con un algoritmo in base a quello che ciascuno ascolta. Chi ha bisogno di una recensione, quando si può essere da soli il proprio "critico" di riferimento? In più che mi frega di una recensione quando non è più un filtro sul cosa comprare con la paghetta, visto che (alla peggio) con 10 euro al mese ho tutto a portata di mano?
    Francamente nemmeno io ho una soluzione a questo problema. Non so se si devono continuare a fare recensioni, non so come bisognerebbe scrivere le recensioni nel 2016. Non a caso non lo faccio, mi limito a leggere quelle delle mie testate "di fiducia", ma più che altro per avere un confronto con quello che penso io su un determinato disco o per scoprirne sfaccettature che non avevo notato e che gente più brava di me ha fatto.

    Non sono d'accordo invece sul fatto che la musica oggi non goda di buona salute in senso qualitativo. C'è una quantità enorme di roba eccellente tra black music ed elettronica per dire.
    Trovo che il decennio di "crisi" in tal senso sia stato quello precedente, perché una fase in cui ci si doveva riadattare ad un mercato sconvolto da un nuovo medium era inevitabile. (Non son comunque mancati i capolavori, a mio parere).

    Dal 2010 ad oggi sono usciti, andando a memoria, dischi meravigliosi di: Frank Ocean, Flying Lotus, Tim Hecker, Kanye West, Arca, Burial, Caribou, The Comet is Coming, Floating Points, Four Tet, Jon Hopkins, Nicolas Jaar, Kendrick Lamar, Matmos, Mbongwana Star, Neon Indian, Oneohtrix Point Never, Run The Jewels, Andy Stott, Susanne Sundfør, Sun Kil Moon, These New Puritans, Swans, Sufjan Stevens, Levon Vincent, Todd Terje e potrei andare avanti ancora per molto.

    C'è poco/pochissimo rock in tutto questo? Verissimo, ma anche sacrosanto. La musica, grazie al cielo, si evolve ed è bellissima per quello. Almeno a mio parere.

    Scusate la prolissità (sono stato invitato a commentare qui da twitter), ovviamente tutto quello che ho detto non è nient'altro che il mio punto di vista, quindi opinabilissimo. Spero comunque che qualcosa di quello elencato possa piacere, non c'è niente che mi renda più contento rispetto al far scoprire gli artisti che amo.

    Buon proseguimento a tutti :)

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    1. visto che sono stato io a originare questo intervento...
      innanzitutto: grazie. Tutto molto chiaro

      in secondo luogo: inspiegabile l'assenza tra i capolavori del decennio dell'ultimo disco di Nick Cave...





      ...si scherza, eh! (se giri in questo blog non ci si prende mai troppo sul serio, anche se a dirlo sono proprio io e molte volte non si direbbe proprio...)

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    2. Carmine, grazie del tuo intervento. Tanti dei nomi che citi piacciono molto anche a noi. Alcuni di questi li troverai anche nella colonna qui a destra, infatti, e se clicchi sui nomi verrai condotto a recensioni spesso entusiaste. Solo, per quattro anni abbiamo portato avanti questo blog con grande entusiasmo, ma è come se ultimamente (diciamo dall'inizio dell'anno? o quando è cominciato? boh) entusiasmarsi fosse sempre più difficile. saluti.

      Maurisio

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  12. Conoscevo solo Sufian Steven... :(

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