The Smashing Pumpkins, che tristezza il Dio Del Mese!

di RSK
"The world is a vampire, sent to drain 
Secret destroyers, hold you up to the flames
 And what do I get, for my pain
 Betrayed desires, and a piece of the game"

Molti sono gli esempi di gruppi o cantanti giunti al massimo del successo, sulla cima e rovinosamente caduti. Senza un perché, senza un pretesto o una spiegazione. Gli Smashing Pumpkins da Chicago sono un lampante esempio di quel meccanismo a volte crudele che fa si che un artista venga idolatrato tanto rapidamente quanto dimenticato un secondo dopo. Forse la spiegazione è legata alla figura importante, singolare e enigmatica del leader, fondatore e factotum della band: Billy Corgan. Una figura di spicco per il rock anni '90 talmente importante da far diventare la sua creazione da un "semplice" gruppo rock che si forma dall'incontro tra Billy Corgan, James Iha e D'Arcy Wretzky, a cui si aggiunge presto il batterista jazz Jimmy Chamberlin a una delle più importanti realtà dell'epoca.


Non un gruppo di musica grunge, non esattamente un gruppo alternativo, prodotto indiretto della musica rock glam, indie e new wave degli '80, nel 1994 gli Smashing sono già delle rockstar; sperimentati animali da palcoscenico che aprono la lista dei partecipanti al mitico Lollapalooza. 
Sul groppone possono vantare già tre dischi: l'esordio folgorante, Gish del 1991, che presenta i segni distintivi per molti anni a seguire della band. Chitarre armoniosamente distorte e rumorose, la voce tagliente e agrodolce di Corgan e i testi nerissimi, autodistruttivi, malati. Provare per credere con una manciata di titoli: l'apripista I Am One, Rhinoceros, la morbida Suffer e Tristessa. Il successo è immediato e forse imprevisto tanto che il gruppo comincia già a sfaldarsi, ma non c'è tempo. Corgan e soci nelle capaci mani del produttore Butch Vig (Nirvana, Garbage ecc.) calano l'asso con Siamese Dream del 1993 probabilmente il capolavoro, perché quasi perfetto. Le qualità chitarristiche di Iha si disvelano completamente e fanno il paio con la creatività artistica del solito Corgan. Tra Led Zeppelin e Jesus and Mary Chain il disco è rock, psichedelico, hard rock e rock melodico in un miscuglio azzeccatissimo che regala perle indimenticabili: da Cherub Rock passando per Today, Soma e Mayonaise un disco maiuscolo dall'inizio alla fine. Nel 1994 poi pubblicano Pisces Iscariot disco di B-Sides per molti ma non per tutti. La linea è ancora quella di Siamese Dream. 

Come già accennato gli Smashing Pumpkins diventano uno dei gruppi più amati di quegli anni ma non basta. Non basta perché il pubblico vuole sempre di più e una rockstar planetaria come Billy Corgan non può che volerlo accontentare a tutti i costi, stupendo. Nel 1995 esce Mellon Collie and The Inifnite Sadness. Gli Smashing sono già di fatto una onemanband, James Iha firma due dei 28 pezzi divisi in due dischi per un totale di quasi 122 minuti di musica. Billy ha esagerato: 10 milioni di dischi venduti solo negli USA, un'indigestione di musica notevole che, per assurdo, pur dovendo ammettere che si tratta di un disco fantastico segna il punto di non ritorno della band. 
Per quale ragione? Difficile da dire! Forse i tempi che stanno cambiando e quel senso di sazietà derivato da un disco così lungo e ricco di spunti. Il sound è leggermente virato al pop ma con una fantasia e diversificazione tale da renderlo praticamente inattaccabile. I testi rispecchiano l'identità del genio portavoce di una generazione perennemente in down e che si crogiola in una pseudo depressione, in un'infinita tristezza. 
Forse è anche la tristezza derivata da un gruppo ormai sgretolato, distrutto come spesso succede in questi casi, dagli eccessi e dalla droga. Il gruppo si presenta al tour più importante della sua carriera senza il tastierista turnista Jonathan Melvoin che muore di overdose mentre si inietta la dose letale in compagnia del batterista Jimmy Chamberlain che verrà cacciato dalla band. 
Stessa sorte toccherà un paio d'anni dopo alla bassista D'Arcy. Siamo già nel tour di Adore. Disco difficilissimo da presentare perché successivo al monumentale doppio ma di ottima fattura che però sprofonda il gruppo nell'insuccesso commerciale.

Siamo alla frutta: la lenta agonia è sancita da Machina e Machina II del 2000 dischi impossibili da rivalutare senza far torto al resto della discografia Pumpkinsiana. Sembra anche inutile citare i più recenti Zeitgeist, Oceania e Monument to An Elegy. Anche la vena artistica del deus ex machina è andata, sparita, inaridita.
Quel che resta è una zucca spiaccicata e formibadile, l'unica che da buoni cani possiamo prendere in considerazione. L'unica che ci interessi veramente. L'unica che può diventare dio del mese del miglior gruppo fatto da cani in circolazione.

2 commenti:

  1. Ottima analisi, l'album che preferisco è comunque l'esordio GISH

    RispondiElimina
  2. Grande Rsk! Sempre differenti!

    RispondiElimina