Sandy Bull - E Pluribus Unum (1969)

di Johnny Clash, a cura di Joe The Dog

Arriviamo in ritardo su E Pluribus Unum di Sandy Bull. E non intendo dire che arriviamo in ritardo a scoprire Alexander "Sandy" Bull, istrionico musicista e compositore folk statunitense deceduto a causa di un cancro nel 2001, che dal suo esordio del 1963 Fantasias for guitar and banjo, si distinse per un peculiare sperimentalismo avanguarde, sfogato soprattutto su strumenti a corda quali appunto chitarra e banjo, ma anche sitar e slide guitar. E nemmeno voglio asserire che s'arrivi in ritardo a parlare dell'opera suddetta, perchè...diamine, in ritardo su chi? E chi l'avrà mai ascoltata 'sta roba?
No, il punto è che penso a quei giorni di opprimente calura che ci hanno accompagnato per tutto lo scorso mese di luglio e non riesco a fare a meno di concludere che questo album ne sarebbe stato la colonna sonora ideale.

Come già detto il nome di Sandy Bull si lega indissolubilmente allo sperimentalismo su sturmenti a corda, cui ha praticamente dedicato tutta la sua neppur brevissima carriera. In questo contesto E Pluribus Unum del 1969 rappresenta il suo disco più psichedelico, più acido, dove questi termini vanno intesi in senso stretto, e cioè relativamente alla psichedelia in voga in quel periodo e cioè l'era della psichedelia in musica per eccellenza. Il risultato sono due acidissime, lunghissime, trasognanti suite, in cui tutto sembra liquefarsi in un infinito miraggio lisergico fatto di cactus, polverosi deserti e fiori di peyote.



Inutile avere fretta. Sarebbe come spazientirsi per la sequenza della stazione di C'era una volta il West di Sergio Leone: questa è musica fatta per chi sa attendere, per quelli a cui piace cogliere il particolare nella vasta immobilità. E' così per No Deposit-No Return Blues, che già ha nel titolo la perfetta sintesi e definizione del suo contenuto, e la sostanza non cambia nel sabba a tratti orientaleggiante di Electric Blend, diversissimo però nei riferimenti in cui si va a pescare, appunto nordafricani e mediorientali. Un'opera simile non si può consigliare tout court. Non azzardatevi a buttare sul piatto questa roba nel momento sbagliato...E Pluribus Unum è album da cui farsi avvolgere nel momento stesso in cui si vuole dare due giri di mandata alla chiave nella porta e chiudere fuori tutti quanti, sprofondandosi poi ad occhi chiusi su una grande poltrona scura.

E se poi nella stanza ci sono quei 40 gradi che ci hanno accompagnato nelle settimane appena trascorse di questa lunga estate calda...beh, allora, in quel momento: ben vengano.

5 commenti:

  1. acido suono sento solo te sento solo te il resto che cos'e'
    acida sempre acido per me acido per te acido cos'e' ...
    Uuuuuuuuuuuuuuhhhhhoooooooooooooooooo

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  2. le verità verificate da giornalisti che fanno bene il loro mestiere mettiamole per un momento da parte

    le verità SUPPOSTE, dove le mettiamo???

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  3. Comunque siete musicanidi dovreste segnalarlo che stasera alla festa della radio c'è anche Iosonouncane, sennò siete dei mentegatti!;-)!

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